I risultati delle elezioni di Singapore sono già noti. Come atteso, il PAP, il partito al governo sin dal 1965, ha stravinto le elezioni conquistando 81 degli 87 seggi a disposizione. ma ha lasciato, per la prima volta nella storia della città stato, sei seggi al Partito dei Lavoratori e non è riuscito ad eleggere il ministro degli esteri George Yeo ed altri due suoi ministri importanti non hanno avuto il plebiscito nei voti. Lo stesso primo ministro ha raggiunto il 54% devoti contro la giovane rappresentante Nicole Seah. Sul piano dei consensi il partito al governo è sceso dal 67% al 60%, il minimo storico che segnala tutta l’insoddisfazione della città verso la guida dello stato. Nel frattempo il Partito Democratico di Singapore ha raggiunto il 34% dei voti validi senza alcun seggio in parlamento.
A giudizio dello stesso primo ministro le elezioni di Singapore hanno segnato un momento epocale e «segna uno spostamento netto nel nostro panorama politico» aggiungendo che «molti singaporeani desiderano che il governo adotti uno stile ed un approccio differenti. Molti desiderano vedere più voci di opposizione nel parlamento per indagare il governo del PAP».
Benché non ci sia da attendere nessun grande cambiamento, per lo meno a detta di molti si può cominciare a parlarne.
Il rappresentante del Partito dei Lavoratori nel suo ringraziamento sostiene:
«Stanotte avete fatto storia, questa è una pietra miliare nella moderna Singapore. I vostri voti ci dicono che Singapore non è solo un successo economico, è la nostra casa, che vogliamo che si sviluppi come nazione, che vogliamo un governo più inclusivo, trasparente e responsabile e che dia risposte»
Di certo il PAP ha tutti i voti per gestire tranquillamente il futuro, di poter cambiare la costituzione, quindi in pochi si aspettano cambi di gestione ma i temi che l’opposizone ha sollevato sono tutti lì: la crescente ineguaglianza economica, la crescita del PIL del 14% annuo che non si traduce in una migliore qualità della vita e delle retribuzioni, la crescita del costo della casa, i prezzi alti e il forte influsso di lavoratori stranieri, l’assenza di una politica di welfare di stile occidentale.
Il 10% delle famiglie singaporeane ha un reddito di 1400 S$ annuo contro i 24000 del 10% che guadagna di più, mentre il costo delle case sale ad un livello tale che pochi possono permettersi di comprare una casa. Problemi che possono secondo alcuni essere facilmente affrontati dal PAP a cui il compito più difficile è forse riconquistare la fiducia
Altro problema è l’entrata in campo di lavoratori stranieri con una proporzione attuale del 36% contro il 20% di un decennio prima. Secondo molti si ha una maggiore competizione per il lavoro, la scuola e per le case ed trasporti che diventano più affollati.
In realtà molti immigrati prendono lavori che i singaporeani non fanno più. La situazione si complica in considerazione delle razze coinvolte: la maggioranza cinese cresce ad un livello più basso delle minoranze indiane o malesi mentre il governo fa vari sforzi per aumentare il tasso di natalità. Il problema delle razze come della religione è un tema vietato a Singapore: la minaccia a tutto il sistema è talmente alta che il solo parlarne può diventare reato.
Di certo queste elezioni hanno segnato l’inizio di un percorso nuovo che si spera veda una maggiore discussione e rispetto dei diritti umani in questa città stato.
SINGAPORE: Le elezioni più infuocate dalla sua nascita
La città stato di Singapore si avvia sabato prossimo alle sue elezioni che, in molti, prevedono infuocate e foriere di cambiamenti forti, con un maggior ruolo dei partiti dell’opposizione ed una maggiore apertura alla critica.
Di seguito un articolo apparso su JakartaGlobe chiarisce i contorni di queste elezioni e le prospettive future.
Migliaia di persone frequentano i comizi dei partiti di opposizione a Singapore, un atto di sfida verso il partito che è al potere da sempre, il PAP, mentre una delle nazioni più ricche e a crescita rapida dell’Asia si avvia verso le elezioni più contestate e focose della sua storia. Una cosa inusuale, come sono inusuali le critiche ai comizi e alle manifestazioni, in uno stato dove la libertà politica è di solito costretta.
Nessuno si sogna di dire che Singapore, uno dei più grandi centri per il commercio, per gli affari e le attività finanziarie, si avvia ad un cambio di governo nelle prossime elezioni di sabato. Ma il PAP che stravinse tutte le precedenti dieci elezioni senza perdere neanche un seggio fino al 1981 potrebbe vedere cadere la sua percentuale di consensi.
“Credo che uno scenario possibile è che l’opposizione vedrà un incremento dei voti ma con scarso progresso in termini di seggi a causa del sistema elettorale.” dice Garry Rodan, professore presso la Murdoch University in Australia. “Dal punto di vista dell’opposizione credono che ci sta un forte disincanto che potrebbero capitalizzare di quanto non ci fosse nelle passate elezioni. Credo che il governo sia un po’ preoccupato di quello che potrebbe accadere.”
Il PAP nelle scorse elezioni del 2006 conseguì il 67% dei voti e perse due degli 84 seggi. Solo nella metà dei seggi ci fu un altro partito politico a contendere il seggio con l’opposizione scoraggiata a concedere una facile vittoria. In queste elezioni l’opposizione è presente, come mai prima, in 82 degli 87 seggi riuscendo a vincere molte delle sue divisioni politiche. Tranne che in un seggio ci sarà un candidato d’opposizione contro un candidato del PAP.
La sola circoscrizione senza scontro è un distretto con cinque seggi in cui si presentava, sin da prima dell’indipendenza del 1965, colui che ha costruito l’architettura politica della città stato, Lee Kuan Yew, già primo ministro e padre dell’attuale primo ministro, che ha dichiarato apertamente, come suo solito, che la città non ha bisogno di una forte opposizione. “Dal 1966 al 1981 non c’era alcun deputato di opposizione e il PAP è rimasto incorrotto, dedito completamente al proprio lavoro, facendo dei grandi progressi e portando Singapore ad i più alti livelli.” ha dichiarato Lee Kuan Yew in un giornale qualche giorno fa.
Alla domanda se la gente non chiedesse più rendiconto su quanto fatto dal governo: “E’ una generazione spensierata che non ha vissuto il passato e crede che Singapore possa sempre volare in tutta sicurezza, col pilota automatico, e che chiunque possa governare. Non credo a questo. Credo che andremo incontro a tempi cattivi di ogni genere e che ci vorrà gente capace al potere. Se è eletto uno dell’opposizione, l’elettorato avrà cinque anni per riprendersi.”
Ma ai comizi, c’è un grande scontento per l’inflazione, per una sempre maggiore porzione di lavoratori stranieri mentre la città stato cresce rapidamente con conseguenze sul lavoro, sulla scuola e sul prezzo delle case.
“Quello che credo sia cambiato è certo il panorama umano con troppi stranieri” dice Nuraini Malik, un giovane analista di ricerche di consumo presente ad un recente affollato comizio d’opposizione dove oltre lui, Evelyn Yip dice: “Siamo lontani dall’essere del primo mondo. Abbiamo i costi della vita della Svizzera ma non la stessa qualità della vita.”
Economisti dicono che che i problemi economici sono sempre presenti ma danno all’opposizione una piattaforma già pronta per promuovere la sua causa nonostante la crescita del 14,5% del PIL dello scorso anno e una trasformazione da porto dormiente post coloniale in un hub finanziario mondiale. A rafforzare questa piattaforma c’è l’aperto ricorso ai social media e ad Internet che sono lontani dalle capacità di controllo del governo.
Considerato che uno su quattro dei votanti hanno meno di 35 anni e molti che non hanno mai votato prima, esiste un’alta percentuale di voto non fedele. “La politica con il PAP è talvolta imperturbata, senza carisma, quasi meccanica. Molti comizi di opposizione hanno avuto oratori interessanti e a volte alcune espressioni di disincanto col PAP che hanno esercitato una certa attrazione per la gente che si domanda cosa potrebbe essere la politica se potesse spaziare ancora di più”
Gli economisti comunque dicono che pochi cambiamenti politici di lungo termine sono possibili anche se il PAP dovesse perdere molti voti dal momento che l’attenzione di lungo termine del governo rimane fissa sull’essere competitiva, sull’incoraggiare l’investimento estero e mantenere un’economia aperta.
“Credo che attualmente forse questo bilancio tra quanti cittadini Singapore ospiterà, locali o stranieri, e l’impatto sociale sarà forse valutato molto meglio dai politici di quanto fatto prima. In fin dei conti la macchina di Singapore si continuerà a muovere essenzialmente senza sosta” dice Song Seng Wun un anziano economista.