L’orrendo sisma nel Myanmar centrale dello scorso venerdì ha fatto migliaia di morti e le ultime notizie parlano di oltre 10mila persone, cifra destinata a crescere perché la giunta militare birmana non fa nulla in termini di iniziative umanitarie.
Il Consiglio Militare annuncia un cessate il fuoco temporaneo 6 giorni dopo il terremoto. Myanmar Voice ha annunciato stasera che c’è un cessate il fuoco temporaneo 6 giorni dopo il potente terremoto del 28 marzo in Myanmar.Il periodo dal 2 al 22 aprile 2025 è stato fissato come temporaneo cessate il fuoco per simpatia e comprensione delle persone colpite dal terremoto. (TheIrrawaddy Versione Birmana)
Essa invece ha lanciato nelle zone colpite duramente dal sisma oltre 20 bombardamenti sui civili nei quattro giorni scorsi, specie negli stati Shan e Sagaing, distruggendo infrastrutture come gli ospedali e uccidendo persone.

La giunta ha anche negato l’accesso nella città santa dei buddisti di Sagaing ai medici e ai volontari.
I vergognosi militari del Myanmar usano la tragedia per infliggere altri danni, usando l’assistenza internazionale come un’arma mentre accresce il conflitto.
Sono azioni spregevoli che ripetono i crimini contro l’umanità commesse ripetutamente contro i Rohingya prima e contro le minoranze etniche, ed ora anche contro la gente Bamar.
Finora gli aiuti umanitari di maggiore impatto sono stati guidati dai cittadini ordinari, dai gruppi della società civile sottofinanziati e dalle forze della resistenza tra cui gruppi allineati con il NUG, governo di unità nazionale, che ha invitato ad un parziale cessate il fuoco nelle aree del sisma delle sei regioni. La giunta ha rifiutato questo cessate il fuoco.
L’Alleanza delle Tre Fratellanze ha anche annunciato un mese di pace unilaterale umanitaria promettendo di non entrare in combattimenti se non per autodifesa.
A causa della natura reietta della giunta, l’assistenza umanitaria è limitata e solo poche nazioni hanno dato assistenza. In modo ancora più preoccupante i militari hanno intralciato gli sforzi di molti paesi a raggiungere le aree più colpite dal sisma chiedendo di limitare i loro sforzi nella capitale NayiPyidaw piuttosto che nelle aree dove sono più gravi i danni.
La grave situazione sul campo richiede una risposta più forte e più inclusiva alla crisi da parte dell’ASEAN.
La Malesia da presidente di turno può fare di più e fare passi più costruttivi per assistere la gente del Myanmar piuttosto che rafforzare e legittimare delle forze armate che continuano ad abusare del potere.
La risposta troppo limitata dell’ASEAN per il sisma nel Myanmar
The serious situation on the ground calls for a stronger, more inclusive response to the crisis by Asean. Malaysia as chair can do more and take more constructive steps to assist the people of Myanmar rather than empower and legitimise a military that continues to abuse its powers.
La Malesia ha fatto dei passi importanti. Yesterday il premier Anwar Ibrahim ha parlato con il capo della giunta e primo criminale Min Aung Hlaing in qualità di presidente ASEAN promettendo aiuti.
Ha promesso oltre 2 milioni di dollari di aiuti, la promessa maggiore della regione e il ministro degli esteri malesi farà una visita importante nel paese in questa settimana.
La Malesia ha anche mandato i propri gruppi speciali di ricerca e salvataggio che sono riusciti ad entrare nel Sagaing e che hanno visitato cinque siti salvando molte vite.
La Malesia si è unita alle missioni analoghe di Vietnam, Singapore, Thailandia e Indonesia con altri aiuti dalla Cina, India, Russia, Corea del Sud e Giappone, mentre altri paesi promettono aiuti.
Comunque l’aiuto complessivo internazionale ammonta a meno di 2500 persone e le promesse di aiuto a meno di 40 milioni di dollari. Al di là della Malesia nessun altro paese ASEAN ha promesso assistenza finanziaria sostanziosa.
Questa assistenza è poco rispetto a quanto necessario per questo disastro umanitario che ha colpito sei regioni dove vivono oltre 15 milioni di persone.
I rapporti sottolineano “la puzza di morte” che aleggia nelle città dove il danno fisico ha un costo di miliardi.
È importante riconoscere che questo sisma è una delle peggiori tragedie che il Myanmar e la regione hanno affrontato in termini di danni fisici e potenziali perdite di vite umane. Le notizie dal sisma nel Myanmar continuano a evidenziare la sofferenza delle persone che sono rimaste senza riparo e senza necessità di base.
Il numero dei morti aumenterà man mano che si troveranno altri corpi e continuerà ad aumentare se non si migliorano l’assistenza umanitaria e l’accesso.
Non un altro ciclone Nargis ma un’opportunità
L’Asean ha una storia di utilizzo di un disastro come opportunità per fornire assistenza necessaria in Myanmar. Nel maggio 2008, quando la mortale tempesta tropicale Nargis ha devastato la regione di Ayeyarwady, uccidendo 140.000 persone e causando milioni di danni, l’ASEAN guidata dal thailandese Surin Pitsuwan ha negoziato con la giunta per consentire l’accesso umanitario e l’assistenza.
L’aiuto umanitario aprì la porta non solo all’assistenza ma servì anche da catalizzatore di un cambio allo stallo politico dentro il Myanmar.
Oggi 16 anni dopo la situazione è differente; l’acredine e la sfiducia sul terreno sono più profonde. Il Myanmar ha fame di servizi sociali e fondi perché la giunta è attenta solo a combattere.
La missione nazionalista dei militari di servire il paese è sostituita da un’attenzione alla propria sopravvivenza, alla propria rapacità e criminalità. Il Tatmadaw attuale non è adatta ad opere di assistenza nei disastri e meno ancora di tutta la governance.
Continua ad esserci la concezione sbagliata nell’ASEAN che la giunta sia “il governo” del Myanmar, uno dei tanti aventi diritto in una contesa guerra civile, guerra che la giunta sta perdendo.
Il fatto che il sisma nel Myanmar sia rimasto bloccato nel centro del Myanmar, dove è la tradizionale base di potere della giunta, è ampiamente visto in Myanmar come un giudizio negativo dei militari, riecheggiando l’odio diffuso dell’organizzazione all’interno della società.
Misure da considerare
Considerando queste difficili condizioni, il sostegno dell’ASEAN per il popolo birmano in questo momento tragico è critico. Sotto la presidenza malese, l’ASEAN deve intraprendere azioni più concrete.
Presentiamo sei misure da prendere in considerazione
Chiedere apertamente il cessate il fuoco alla giunta. I combattimenti devono terminare per permettere di fare avanzare l’aiuto umanitario. Abbiamo già visto che il conflitto limita la capacità della risposta di emergenza e i bombardamenti della giunta si aggiungono allo spargimento di sangue.
Lavorare in modo inclusivo con tutte le parti nel paese. E’ incluso il NUG, L’Alleanza delle Tre Fratellanze e gli altri gruppi armati etnici. Fondamentale è la maggiore cooperazione con i gruppi della società civile per incanalare l’aiuto per chi ne ha bisogno.
L’Asean ha le reti del Myanmar per lavorare con diverse organizzazioni della società civile, comunità locali e parti interessate, per garantire che i fondi raggiungano la gente comune.
Questa grave situazione richiede una guida che può colmare le divisioni nel Myanmar piuttosto che esacerbarle. Per una maggiore legittimità degli aiuti umanitari, l’approccio inclusivo richiede un impegno aperto con tutte le grandi parti, non solo con una parte marcia.
Si tenga a mente che ben oltre un terzo del territorio devastato dal sisma è controllato da gruppi differenti dalla giunta.
Spingere per porre fine alla censura di internet che limita le comunicazioni necessarie all’aiuto umanitario. Anche se è una misura temporanea può salvare vite umane.
Permettere il passaggio sicuro dei lavoratori dell’aiuto umanitario. Si possono aprire i confini con India e Thailandia per consentire l’aiuto umanitario. Si devono ridurre i punti di controllo militari per facilitare l’accesso.
I posti di blocco non dovrebbero essere usati per estorsioni e molestie ai soccorritori volontari. Le organizzazioni umanitarie che lavorano con il paese, come Mercy Malaysia e altre organizzazioni dell’ASEAN, dovrebbero avere accesso alle regioni colpite.
Questo accesso migliorerà anche la comprensione delle esigenze sul campo, fornendo informazioni più affidabili.
Incrementare il coordinamento umanitario dell’ASEAN. Rafforzare il centro AHA, centro di coordinamento ASEAN per l’aiuto umanitario, per coordinare l’assistenza ASEAN in Myanmar assicurando che le operazioni di soccorso non siano frammentarie.
Il centro ha segnato 20 anni da quando nel dicembre 2004 si ebbe lo tsunami di Aceh. E’ diventato uno dei corpi multilaterali più forti che affrontano i disastri in modo globale e portano esperienza e profondi legami con tanti partner che vanno dalle organizzazioni internazionali al settore privato alle organizzazioni della società civile.
Questa organizzazione può essere un ombrello per portare le ONG dell’ASEAN e coordinarsi con le organizzazioni umanitarie e civili dentro l’ASEAN.
Tenere una urgente riunione dei ministri degli esteri ASEAN. Mentre il viaggio del ministro degli esteri malese in Myanmar è importante e merita il riconoscimento, l’ASEAN come organizzazione deve discutere i passi avanti, tra cui riconoscere che è necessario un maggiore sostegno umanitario per il Myanmar e che il vecchio consenso sui punti è ormai obsoleto.
Date le circostanze, si può – e si dovrebbe – raggiungere un nuovo accordo e consenso.
Mentre continuano le scosse di assestamento del terremoto in Myanmar, le condizioni offrono un’altra opportunità per l’impegno internazionale per il Myanmar.
All’ASEAN offre l’opportunità di ricalibrare e spostare finalmente la sua attenzione verso coloro che hanno più bisogno dopo il colpo di stato militare del 2021, al popolo del Myanmar.
Hanno bisogno e meritano di più. Il tempo è essenziale, perché ogni minuto conta quando si salvano delle vite.
Bridget Welsh, Malaysiakini