E’ morto in un letto di ospedale olandese ad Utrecht il 16 dicembre scorso Jose Maria Sison, ex presidente del Partito Comunista Filippino, CPP, esule in Olanda dal 1988, all’età di 83 anni.
Fondò il CPP insieme ai vecchi membri del movimento Hukbalahap dando vita al Nuovo Esercito Popolare che iniziò sotto il regime del dittatore Ferdinando Marcos, padre dell’attuale presidente Ferdinando Bongbong Marcos, l’insorgenza comunista più longeva dell’ASIA.
“Sison riorganizzò un movimento di sinistra il 26 dicembre 1968 a Luzon, il cuore del disagio agrario del paese durante la prima presidenza di Ferdinando Marcos. Bernabe Buscanyo, comandante Dante, formò la sua armata guerrigliera tre mesi dopo nei campi di canna da zucchero. Il regime repressivo di Marcos aiuto la crescita del NPA da gruppo raffazzonato di contadini ad esercito con 26mila unità alla fine della prima presidenza Marcos.
L’influenza dei ribelli la si notata in circa il 20% dei 42mila villaggi del paese dove un ‘governo ombra’ esisteva in molte comunità remote dove era assente il governo centrale.
Nel 1976 Sison e la moglie Juliet furono arrestati e processati per essere liberati un decennio dopo quando Marcos fu abbattuto da una sollevazione civile sostenuta dai militari senza quasi spargimento di sangue che divenne la rivoluzione del potere popolare della EDSA.” scrive Manny Mogato
Con l’amministrazione di Cory Aquino le parti avevano raggiunto un accordo di cessate il fuoco di 60 giorni da dicembre 1986 a febbraio 1987 e la guerriglia onorò questo accordo fino al massacro di Piazza Mendiola il 22 gennaio quando la polizia antisommossa aprì il fuoco sui contadini che manifestavano vicino al palazzo presidenziale. Allora morirono 13 contadini e furono feriti altre decine di persone.
Dopo di allora iniziò un viaggio in Asia ed Europa che lo portò a chiedere asilo politico in Olanda nel 1988, dopo che l’amministrazione Aquino revocò il suo passaporto.
Il suo status di rifugiato politico fu riconosciuto in Olanda solo nel 1992 dopo che le accuse di sovversione caddero.
Nel 1998 aveva pensato di tornare nelle Filippine per valutare un trattato di pace con la condizione del rilascio di tutti i prigionieri politici, ma l’accordo non si realizzò mai. Poi ad Agosto 2002 gli USA dichiara Sison e la guerriglia NPA-CPP come terrorista.
Sotto la presidenza Ramos si riaprirono i colloqui di pace con la firma di vari trattati come la Dichiarazione Congiunta de L’AIA del 1992 che invitava alla risoluzione pacifica del conflitto, la dichiarazione congiunta di Breukelen del 1994, il JASIG del 1995 e altri accordi sempre del 1995.
Nel 1999 i colloqui furono interrotti dopo che i senatori legati al presidente Joseph Estrada ratificarono l’accordo VFA tra Filippine e USA che permetteva ai militari americani di tornare in qualche modo nelle Filippine.
I colloqui ripresero sia sotto Glora Macapagal Arroyo che sotto Noynoy Aquino interrotti spesso da scontri e reciproca sfiducia.
L’arrivo di Duterte alla presidenza filippina a luglio 2016 parve aprire uno spiraglio per un trattato di pace e tra i ministri filippini del primo anno di Duterte comparivano alcune personalità della sinistra radicale filippina.
Ad agosto 2016 ripartirono ad Oslo in Norvegia i colloqui di pace tra governo filippino e Fronte Democratico Nazionale, il braccio politico della guerriglia, con il rilascio di alcuni esponenti di spicco della guerriglia per farli partecipare ai colloqui.
“La nostra amicizia ha una base forte nella cooperazione di tanto tempo e nel desiderio comune di servire i diritti democratici e nazionale e gli interessi migliori del popolo filippino” disse Sison ad agosto 2016.
Fu una primavera di breve durata perché la guerriglia CPP-NPA decise a febbraio 2017 di annullare il cessate il fuoco unilaterale dopo i continui scontri con i militari. Due giorni dopo Duterte ordinò la fine dei sei mesi di cessate il fuoco da parte del governo e provò a definire CPP e NPA come organizzazioni terroristiche.
“Naturalmente la scomparsa di Ka Joma è una grave perdita per il partito e il movimento rivoluzionario” ha detto il responsabile della comunicazione del CPP Marco Valbuena. “Ma da bambini allevati, guidati e addestrati dal loro Grande Padre, i rivoluzionari filippini possono camminare con le proprie gambe”
Ai militari che dal canto loro hanno predetto una crisi di guida politica dicendo che “A causa di un vuoto di guida politica, una crisi interna al movimento clandestino del CPP avrà influenza significativa su tutto il movimento comunista”, ha risposto lo stesso Valbuena.
Il testamento dell’eredità di Sison è la coraggiosa posizione dei membri del partito e del movimento “che rimane forte, vibrante e determinato a portare avanti la lotta”.
La guerriglia comunista dura da oltre 50 anni sebbene i militari filippini affermino che NPA ha solo 2112 combattenti su 24 fronti aperti dagli 89 aperti nel periodo più forte della guerriglia quando avrebbe avuto oltre 25 mila militanti nel 1987.
Scrive Manny Mogato:
“ ‘La morte di Jose Maria Sison è solo il simbolo della gerarchia che si frantuma del CPP-NPA-NDF che si formò per arrivare violentemente al potere’ si legge nella dichiarazione del ministero della difesa Filippina.
Vero, il movimento comunista forse è stato indebolito moltissimo negli anni ma resta da vedere se la morte di Siso porterà alla sconfitta del movimento.
Ci sono ancora vecchie guardie nel movimento ribelle come l’ex prete cattolico Luis Jalandoni e Rafael Baylosis che potrebbero assurgere al ruolo di Sison.
Il numero degli ideologi comunisti forse discende ma il numero di persone che sono vittime di ingiustizie, diseguaglianze e di incuria è rimasto alto e di certo non mancano le ragioni per prendere le armi, forse non da comunisti ma da cittadini disperati e scontenti finiti nelle fila del NPA.”