I soldati bambino del gruppo Maute nelle Filippine Meridionali

Alcuni anni fa, un ragazzino origliò una discussione su di lui tra i suoi genitori e Cayamora e Farhana Maute. I genitori dei noti fratelli Maute, responsabili per la battaglia che infuria a Marawi, offrivano di fargli studiare il Corano.

Era un privilegio che una povera famiglia non poteva lasciare andare particolarmente quando l’offerta giungeva da un clan rispettato. Senza una istruzione formale, è pratica comune nelle comunità di organizzare degli studi islamici in arabo.

soldati bambino del gruppo Maute

“E’ il sogno della mia famiglia farmi studiare il Corano” disse il ragazzino, ora un giovane. Non è chiaro se ai genitori fu offerto denaro in assistenza.

Il ragazzino si ritrovò ricollocato alcuni anni dopo nella distante città di Butig, a 50 chilometri di strada da Marawi, dove apprese diligentemente il Corano.

Ma dopo un mese di lezioni, gli diedero un fucile e gli insegnarono come uccidere. “Gli dissero che tutti i cristiani al mondo sarebbero dovuti morire” raccontò.

Il ragazzo non sapeva dei legami della famiglia Maute alla rete internazionale terrorista dell’ISIS o alla creazione di un califfato a Mindanao, che secondo i militari era il “piano supremo” del Gruppo Maute.

Gli fu detto che il suo dovere specifico era uccidere i soldati del governo.

“Mi insegnarono come uccidere la gente. Se non uccido morirò. Mi uccideranno per primo” disse.

Era un soldato bambino che combatteva insieme ai fratelli Maute in un passato non così distante. Se fosse rimasto con i Maute, forse sarebbe ora al loro fianco a Marawi, se ancora vivo, ha detto.

Quando era a Butig, non metteva in dubbio gli insegnamenti, neanche nella sua mente. “Davvero per due anni ci ho creduto. Davvero ci credevo” raccontò.

Il suo sogno unico era di andare in paradiso e gli fu detto che morendo in battaglia era il modo per farlo accadere. “Volevo morire per la causa” diceva.

Il ragazzo ricordava infatti i giorni felici a Butig dove viveva in una grande casa. Era particolarmente orgoglioso di andare a cavallo quando si riposavano dagli studi.

Si univa ai figli dei Maute compresi Omar e Abdullah, che sarebbero diventati famosi a livello mondiale per la battaglia di Marawi ancora in corso.

“Ero felice a Butig. Era una bella vita lì.” diceva il ragazzo di cui non diremo né nome, né i dettagli personali per la sua sicurezza. La storia del ragazzo del suo periodo a Butig, città natale di Farhana Maute, è stata verificata anche attraverso i resoconti militari sulle operazioni del gruppo terrorista in quella città.

soldati bambino del gruppo Maute

Il ragazzo ha accettato di parlare perché non vuole che altri bambini siano indottrinati dalla gente come i Maute per sostenere una causa che ora dice è “molto sbagliata”

Che il gruppo Maute usasse i soldati bambino è ben denunciato. Questo giornale ha ottenuto anche materiali che sembrano video di propaganda dove si vedono bambini che sembrano filippini in addestramento con combattenti adulti che portano la bandiera nera dell’ISIS. Un militare di alto grado che operava a Butig ha confermato che il video era stato girato lì.

Lo stesso ufficiale trovò una foto vecchia di bambini soldato ritrovate in una operazione militare a Butig, città di Farhana Maute.

Gli era stato detto che era quello che Allah voleva che diventasse.

“Dissero, tu stai crescendo. Questo è ciò che devi diventare. Questo è ciò ch devi seguire secondo il Corano. E’ quello che Allah vuole che facciamo” ricordava il ragazzo.

Era un soldato perfetto. Non c’è nulla di simile al coraggio disinformato di un bambino.

“Volevo davvero uccidere soldati. Correvo tra gli alberi per dar loro la caccia”

soldati bambino del gruppo Maute

Parlava degli scontri dello scorso anno a Butig dove il gruppo Maute riuscì ad issare la bandiera nera dello stato islamico. Ci vollero tre offensive militari per cacciarli fuori.

“Svuotai il mio caricatore nella mia prima battaglia. Fu intensa. Mi dicevo, morirò in questa guerra e andrò in paradiso. Se muoio sul campo di battaglia Allah mi saluterà nei cieli” raccontò. “Ero pronto a morire. Se sparavano i cannoni e arrivavano gli aeroplani, non mi sarei nascosto”.

Il ragazzo non è morto a Butig. Né ha ucciso alcun soldato. Non ebbe l’occasione di provare le sue abilità di tiro. E poi accadde qualcosa che gli cambiò la vita e gli fece comprendere quanto sbagliati fossero quegli insegnamenti ricevuti. Non sveleremo questi dettagli per proteggere la sua identità.

Oggi il ragazzo dice che legge ancora il Corano da solo. “Leggo il Corano e quando lo faccio mi sento molto meglio” racconta.

Ascolta gli scontri a Butig e sa che alcuni suoi amici lottano per andare in cielo. “Proprio tutto sbagliato”

I militari sono sorpresi dalla resistenza del gruppo Maute a Marawi perché i banditi di solito corrono verso le montagne e scappano quando ricevono il fuoco dell’artiglieria pesante.

Gli scontri sono nella quarta settimana e i combattenti resistono ancora.

Se sono stati davvero addestrati come il giovane ragazzo significa che sono tutti pronti ad uccidere e sono tutti pronti a morire.

Carmela Fonbuena, The Rappler. Video Youtube

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