Gli scienziati hanno scoperto una nuova prova che sta crescendo la resistenza ai trattamenti immediati contro la malaria, confermando che ceppi resistenti del parassita della malaria sulla frontiera tra Thailandia e Birmania sono stati individuati a 800 chilometri di distanza dai siti precedenti.
Per i ricercatori l’insorgere della resistenza significa che sono seriamente compromessi gli sforzi per eliminarla. Questo è quanto appare nel giornale medico The Lancet.
Da alcuni anni la medicina più efficace contro la malaria è stata ricavata dalla pianta cinese Artemisia. Nel 2009 i ricercatori scoprivano ce la maggioranza delle specie di parassiti mortali della malaria, diffusa dalle zanzare, stavano facendosi più resistenti alle medicine in alcune parti della Cambogia occidentale, e questi nuovi dati confermano che i parassiti del Plasmodium Falciparum che colpiscono i malati a più di 800 chilometri dal confine thai birmano stanno crescendo sempre di più resistenti.
I ricercatori della Unità di ricerca della Malaria di Shoklo hanno misurato il tempo necessario perché l’artemisina ripulisca dei parassiti dal circolo sanguigno di 3000 pazienti. Nei nove anni dal 2001 al 2010 hanno scoperto che la droga diventava meno efficace che il numero di pazienti che mostravano resistenza saliva del 20%, una tendenza descritta come molto seria dal capo del gruppo della ricerca Francois Nosten. “Certamente compromette l’idea di eliminare la malaria traducendosi anche in una rinascita della malaria in molti posti.”
Per un altro scienziato americano della Texas Biomedical Research Institute “La diffusione di parassiti resistenti all’interno del sudest asiatico e la sua diffusione nell’Africa Subsahariana dove accadono la maggioranza delle morti sarebbero un disastro sanitario che comporterebbe milioni di morti.”
Gli scienziati non riescono a stabilire se la resistenza si è spostata poiché le zanzare che trasportavano i parassiti si sono spostati o se è nata spontaneamente tra le popolazioni lì. Comunque sia, sta nascendo lo spettro di una malaria intrattabile.
“O la resistenza si è spostata e continuerà a spostarsi raggiungendo eventualmente l’Africa; oppure se è emersa ora che l’artemisina è la medicina standard nel mondo, significa che potrebbe emergere dovunque.” ha dichiarato il prof Nolsten alla BBC.
“Se dovessimo perdere l’artemisina, non abbiamo nessun’altra medicina che la rimpiazzi. Potremmo ritornare indietro di 15 anni quando i casi erano molto difficili da trattare per la mancanza di una medicina efficace.”
L’artemisina è di rado usata di per sé ma combinata di solito con vecchie medicine per aiutare a combattere l’insorgere della resistenza. Queste terapie combinate di artemisina sono ora raccomandate dall’Organizzazione Mondiale per la Salute come trattamento da prima linea contribuendo ad un declino sostanziale dei casi di malaria in molte regioni. Il prof Nolsten sostiene che l’attuale diffusione di resistenza potrebbe essere simile a quanto accaduto negli anni 70 con la clorochina che fu al tempo un trattamento di prima linea contro la malattia.
“Quando la resistenza alla clorochina raggiunse l’Africa negli anni 70 si tradusse in un aumento di numero di casi e di numero drammatico di bambini uccisi.”
In un’altra pubblicazione scientifica si è identificata la regione del genome del parassita dove è codificata la resistenza all’artemisina. Secondo Tim Anderson che ha condoto questo studio mentre è una grande impresa mettere sulla mappa la diffusione della resistenza, al contempo sarebbe di un beneficio immenso.
“Se riusciamo a identificare i determinanti genetici della resistenza dovremmo essere capaci di confermare casi potenziali di resistenza più rapidamente. Potrebbe essere importante nel limitare l’ulteriore diffusione della resistenza.”
Secondo il rapporto mondiale del 2011, sono 655000 persone ad essere state uccise nel 2010 dalla malaria, uno al minuto, per lo più bambini e donne incinta. I sintomi della malattia, sono febbre, mal di testa e vomito. Se non è trattata distrugge le cellule rosse del sangue. E’ causata dal parassita Plasmodium trasmesso attraverso le punture delle zanzare infette, e nelle specie falciparum e Vivax può essere mortale.