L’elefante non è semplicemente nella stanza, ma sta anche caricando con le sue zanne una persona anziana con il bastone, lo storico thailandese Sulak Sivaraksa.
Lo si è già detto molte volte: un nuovo giorno, un nuovo racconto di lesa maestà. Questa volta l’interpretazione della legge molto discussa ci riporta molto indietro nel tempo, al 1593 per esser precisi, in un polveroso e sperduto campo di battaglia prima che esistesse la stessa Thailandia.
Questa settimana la polizia ha proceduto ad accusare lo storico thailandese Sulak Sivaraksa per essersi chiesto a voce alta, tre anni fa, se la battaglia di elefanti tra Re Naresuan di Ayutthaya ed un principe birmano del XVI secolo fosse davvero accaduta.
Ad ottobre del 2014, in un seminario sulla decostruzione della storia, Sulak espresse la propria idea su quell’episodio storico, e immediatamente due militari di grado lo denunciarono alla Stazione di Polizia di Chanasongkram per aver diffamato la monarchia, una violazione dell’articolo 112.
Il fatto, allora, catturò i titoli di testa per la sua natura estrema, ma nessuno pensò che sarebbe continuato a vivere fino ad essere ripreso.
Lunedì, lo storico Sulak Sivaraksa ha incontrato l’accusa presso la Corte Marziale, certo quella militare, e la decisione finale se si andrà a processo o meno sarà data il 7 dicembre. Se vanno fino in fondo, come fatto in precedenza con molti altri, Sulak, all’età di 85 anni, rischia 15 anni di carcere.
I nuvoloni neri sono scesi così bassi che pensavamo non sarebbero potuti scendere di più. Si scopre che la Thailandia di questi anni ha un magazzino inossidabile di sorprese spiacevoli.
La vastità dell’interpretazione della legge 112 è stata una delle questioni centrali della politica thailandese moderna, e mentre ci sono stati casi da far alzare il sopracciglio e la temperatura corporea, come quello di Pai Dao Din per citarne uno, questa lettura lettura feroce della legge per includere un fatto di 400 anni fa rasenta la commedia nera.
Sulak, monarchico famoso molto determinato dalla verve pungente, non è affatto nuovo quando si parla di articolo 112. E’ stato accusato quattro volte prima di ora e l’ha fatta franca sempre. Quando è comparso con il suo onnipresente bastone, ha avuto una reazione di accettazione rassegnata, eppure c’è da essere sicuri che la strana applicazione della legge contro cui ha si è sempre opposto deve averlo fatto pensare.
Per noi il caso crea serie preoccupazioni. Possiamo permetterci di discutere di storia? Cosa è la Storia?
Il duello degli elefanti tra Re Naresuan e il principe reale Mingyi Swa è un capitolo che ogni studente legge nei testi di scuola ed ad essere onesto era una delle storie meno noiose. E’ una cronaca ricca di azione di coraggio principesco, guerra di pachidermi e da sciovinismo sanguigno, quando i due pachidermi si scontravano nel mezzo di un campo di battaglia. Ovviamente aiuta il fatto che vincemmo.
Direi che la nostra sfiducia intrinseca ed il senso di superiorità verso la Birmania, entrambe errate, hanno molto delle loro origini in quel capitolo della storia.
Come sappiamo, l’episodio è stato adattato per un film e per la televisione, La leggenda di Re Naresuan, apparsa tra il 2007 ed il 2015. Insieme al libro di testo, la ricca licenza d’azione che raggiunge il suo massimo con la battaglia degli elefanti, che persino Game of Throne infestata da dragoni non osa emulare, riesce a trapiantare la storia in immaginazione popolare, cementando il messaggio sciovinista e confermando l’indiscutibilità di tutto. Il film eguaglia la storia, e la storia eguaglia i film. Per tanta gente è un mondo facile in cui vivere.
L’importanza di quel duello di elefanti nella coscienza storica tradizionale è probabilmente una delle ragioni per cui i militari hanno accusato lo storico thailandese Sulak Sivaraksa.
Ma cosa è la storia se non possiamo scavare per esaminare la trama che si nasconde dentro? Ricordate la teoria delle Montagne Altai, il luogo da dove presumibilmente sarebbero partite le tribù Thai e che fu poi rigettata, ma che fu usata nei libri delle superiori. Oppure l’attuale dibattito, utile, necessario e arricchente, indipendentemente da quello che sarà il verdetto ufficiale, sulla Iscrizione su Pietra di Re Ramkhamhaeng di Sukhothai.
Ponendosi domande Sulak Sivaraksa fa un servigio alla storia thailandese, non la danneggia.
Altrimenti, come in molti casi dell’articolo 112, l’essenza delle presunte violazioni si mischia nel calderone dell’alchimia politica, agitato dall’effetto della paura. E qualcosa di cui non possiamo raggiungere o vedere il suo fondo.
Al momento c’è una campagna online per chiedere allo stato di far cadere l’accusa contro lo storico thailandese Sulak Sivaraksa, mentre varie agenzie di notizie internazionali hanno riportato il caso con un tono di profondo stupore. Times of London scrive: “Pensionato rischia il carcere perché ha dubbi sulla storia Thailandese”
Per quanta paura si abbia, c’è anche molto più imbarazzo. Ed è probabile che non sarà l’ultima volta.
Kong Rithdee, Bangkokpost.com