Terza serrata nazionale in Malesia per evitare una nuova India

Il primo ministro malese Muhyiddin Yassin ha annunciato che la Malesia inizierà la sua terza serrata nazionale dal 12 maggio al 7 giugno dopo la settimana peggiore per numero di infezioni da quando è iniziata l’epidemia di COVID-19.

L’annuncio della terza serrata nazionale è stato dato alla televisione nazionale.

terza serrata nazionale
Photo: EyePress Newswire/FL Wong

“Ci sono ora varianti del virus del COVID-19 che sono più infettive mentre la capacità del sistema sanitario diventa sempre più critica. Ci sono anche debolezze nell’adesione al protocollo sanitario da parte di alcuni. Questi fattori richiedono delle azioni drastiche da parte del governo” ha detto il Premier malese.

A marzo fu lo stesso premier ad escludere l’imposizione di una terza serrata nazionale, MCO o anche ordine di restrizione dei movimenti.

Secondo gli esperti sanitari a causare la crescita dei casi gravi di Coronavirus è stata la mancanza di un adeguato controllo sanitario che ha portato le unità di cure intensive del paese ad essere quasi interamente occupate col rischio di finire in condizioni sanitarie in stile indiano.

Durante l’ultima serrata di sette settimane da gennaio a marzo dello scorso anno per combattere la terza ondata virale, si ebbe una iniziale diminuzione di infezioni giornaliere che poi tornarono a crescere agli inizi di aprile. L’indice effettivo della malattia Rt è rimasto sopra 1 per oltre un mese consecutivo ed ora indica una recente crescita esponenziale.

I casi attivi sono più che raddoppiati da metà aprile salendo dai 15mila casi ad oltre 37300. Secondo il ministero della sanità malese, crescono anche i casi di infezione grave che richiedono il trattamento con ossigeno o con ventilatori anche nei soggetti più giovani e che hanno portato finanche ad avere oltre 400 pazienti nelle terapie intensive la scorsa settimana.

“Un numero significativo di varianti del virus sono responsabili di una diffusione più rapida e di una versione più virulenta della malattia.” ha detto Amra-Singh HSS, pediatra e consulente nella città malese di Ipoh. “Se le varianti significative si diffondono potrebbero ostacolare gli sforzi della vaccinazione e peggiorare l’attuale epidemia”

La Malesia ha trovato il primo caso della contagiosissima variante indiana all’inizio di maggio ed ha vietato i voli con la più popolosa nazione dell’Asia Meridionale. L’OMS ha definito il 10 maggio preoccupante la variante indiana per il fatto di essere una delle quattro mutazioni legate ad una forma più trasmissibile di malattia simile alla polmonite.

Il ministero della sanità malese ha anche trovato le varianti inglese e sudafricana tra i casi interni, mutazioni che dice sono responsabili della crescita del 35,2% nei sintomi gravi da gennaio ad aprile.

Nella prima settimana di maggio in Malesia sono morte 150 persone di COVID-19 insieme con più alto numero di pazienti, 216, che sono ventilati.

Il numero totale di casi dall’inizio della pandemia è di 444484 con 1700 morti che pone la Malesia al terzo posto per il numero più alto di infezioni dopo Indonesia e Filippine.

Visto che la capacità degli ospedali è al limite in tutto il paese, le autorità sembrano essere ritornati alla terza serrata nazionale o MCO come ultimo sforzo per prendere tempo per il sistema sanitario.

E’ stato un annuncio sorprendente dato l’annuncio precedente del governo per cui avrebbe usato serrate locali e mirate, come fatto a Johor Bahru, Selangor e nella capitale Kuala Lumpur, che sono state posto sotto serrate specifiche fino a due settimane.

A causa del danno economico delle due precedenti serrate e dato che lo stimolo economico aveva messo sotto stress le finanze del paese, il governo era riluttante ad imporre restrizioni peggiori dopo la seconda serrata rigettando persino le richieste dei governi degli stati di misure più dure per la paura che sarebbe stata colpita negativamente l’attività economica.

Il governo si è trovato in un ciclo di restrizioni allentate prematuramente a causa dell’impatto economico, mentre successivamente mostrava esitazioni a intraprendere misure da serrata nazionale in risposta ai focolai crescenti, per giungere ad annunciare una terza serrata nazionale solo quando gli ospedali si son trovati al massimo della capacità.

“Tutti i settori economici” potranno operare durante la serrata, sebbene resteranno chiuse scuole e centri di cura dei bambini, ha detto Muhyiddin. Saranno vietate tutte le forme di adunanza sociale, sport e attività educative, insieme ai movimenti tra distretti e tra stati.

La terza serrata nazionale inizia un giorno prima della festa religiosa musulmana del Eid al-Fitr che segna la fine del mese di digiuno del Ramadan, Hari Raya Aidilfitri malese.

Circa il 60% dei 32,7 milioni di cittadini malesi sono musulmani. Per il secondo anno di fila sono stati vietati le visite nelle case e ai cimiteri per le restrizioni dovute al COVID-19.

Il governo si stava apprestando a permettere le visite in casa fino a 15 persone nel primo giorno del Aidilfitri contro il parere degli esperti sanitari.

“Nella crisi attuale è fortemente dovuto fermare gli incontri al chiuso, i raduni religiosi e le attività di qualunque grandezza; solo loro i grandi diffusori dell’epidemia” aveva detto Amar-Singh.

Khor Swee Kheng, esperto malese di politiche sanitarie e salute globale, in un webinar del 10 maggio del ISIS Malaysia, metteva in guardia sugli eventi super diffusori legati tipicamente a raduni che iniziano “una reazione a catena di eventi” che soffocano le capacità delle terapie intensive e il sistema sanitario complessivo.

“Il panorama attuale malese proprio ora potrebbe diventare molto molto velocemente disastroso, e nessuna resilienza potrà essere capace a prepararci a qualcosa che potrebbe essere un disastro” ha detto Khor. “Se non vogliamo diventare una seconda India, per esempio, o l’Italia di marzo 2020, dobbiamo essere consci che ci sono molti modi per diventarlo”

Tra i rischi citati c’erano eventi politici o economici inaspettati che potrebbero minare la risposta pandemica del governo, come anche un programma vaccinale lento che porta ad una situazione di fuga dall’immunità laddove le persone immunizzate o precedentemente infettate potrebbero tornare a reinfettarsi per effetto di varianti più contagiose.

La Malesia iniziò il programma vaccinale a febbraio con i vaccini Pfizer-BioNTech e Sinovac, riuscendo però ad inoculare appena il 2% della popolazione totale con due dosi, meno di 680 mila persone, mentre il governo vuole immunizzare 80% della popolazione entro dicembre, obiettivo che alla velocità attuale sembra essere lontano.

Il governo di Muhyddin è criticato da opposizione e nella società per la lentezza del suo programma vaccinale, sebbene abbia lo scorso mese approvato una legge di emergenza per usare i fondi petroliferi e del gas per pagare i vaccini. L’obiettivo è di accelerare il programma ed acquistare abbastanza dosi per il 120% della sua popolazione.

Khor ha detto che la Malesia si trova ora nella media nella velocità di vaccinazione e nei successi degli altri paesi.

“Considerata la forza, la sofisticazione e le capacità del nostro sistema sanitario, potremmo essere se non al di sopra della media, almeno ad inseguirla. Possiamo fare un po’ meglio in alcuni casi” ha detto il medico.

“Dopo sedici mesi di pandemia l’obiettivo della risposta pubblica del governo malese deve essere nel cambiare i comportamenti non nel restringere le attività. MCO oppure SOP sono misure di restrizione piuttosto che modulare i comportamenti”

Le autorità hanno messo in funzione un sistema di avviso iniziale per impedire i gruppo di infezione potenziali in luoghi previsti, che manda una notifica a cittadini affinché evitino siti particolare e che cerchino di farsi l’analisi se hanno visitato luoghi con alti tassi di trasmissione prevista.

Il sistema HIDE, ingaggio dinamico di identificazione di zona a rischio, che fu mostrato dal governo all’inizio di questo mese usa i grandi dati e l’intelligenza artificiale ricavati da dati immessi sulla app del governo di tracciamento MySejahtera per determinare dove potrebbe aversi il focolaio.

“HIDE e sistemi simili vogliono guidare la popolazione per non giungere al punto di dover dichiarare la serrata” dice Wan Nadiah Wan Mohd Abdullah Yaakob del Thomson Hospitals Sdn Bhd. “HIDE è molto importante per modulare il comportamento. Quella è la questione che abbiamo di fronte ora”

Il dispiego del nuovo sistema è stato incerto, dal momento che le autorità hanno dato dichiarazioni in conflitto sul fatto che i luoghi indicati da HIDE sarebbero stati chiusi.

L’opposizione ha anche domandato della metodologia del sistema governativo ed ha espresso preoccupazioni di possibili ripercussioni negative non volute sulle imprese.

La maggioranza dei siti indicati da questo programma finora sono stati centri commerciali, mentre sin dall’inizio dell’epidemia, secondo molti critici, la maggioranza dei casi proveniva da luoghi di lavoro nelle fabbriche, nelle piantagioni, nelle scuole, nelle imprese private e agenzie dello stato.

“In termini del suo algoritmo, credo che nessun sistema sarà preciso all’inizio ma diventa più preciso con il suo uso” ha detto Wan Nadiah nel webinar di ISIS Malaysia. “Con HIDE speriamo di minimizzare il numero di siti che diventano un tipo di sito catalitico dei focolai o luogo di superinfezione.”

Secondo il pediatra Amar-Singh il livello attuale di analisi, da 80 mila al giorno, è troppo piccolo per avere un impatto mentre il numero di casi continua a crescere. Secondo lui la questione è che il governo continua ad usare il lento ma affidabile sistema molecolare piuttosto che i più veloci ma meno accurati test antigenici, RTK-Ag

“I test antigenici hanno una accuratezza inferiore ma compensano per velocità ed impatto” ha detto Amar Singh il quale raccomanda che si usino i test molecolari solo per l’ammissione in ospedale.

I test di massa permettono un’individuazione precoce e il trattamento dei casi, mentre una tardiva individuazione porta ad eccesso di capacità e tassi maggiori di morti simile a quello che la Malesia vive ora.

“Si profila un disastro di COVID-19 in Malesia e lo vediamo dai numeri che crescono. Se l’onda attuale cresce i servizi sanitari potrebbero avere problemi ad affrontarla. Non stiamo controllando l’epidemia … sarebbe stupido pensare che non potremmo raggiungere lo stato in cui si trova l’India oggi” ha detto Amar Singh in una dichiarazione scritta all’autore.

Nile Bowie, Asiatimes

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