THAILANDIA: 14 ottobre 1973, celebrazioni divise

Su vari quotidiani thailandesi, si è commemorata un’alta data fatidica per la Thailandia, quella della rivolta popolare del 14 ottobre 1973 che pose fine alla dittatura del generale Thanom Kittikachorn ed aprì un’era nuova per la Thailandia, una vera primavera Thailandese.

Quella primavera che vide la diffusione delle idee democratiche e socialiste all’interno della società del tempo, fu considerata troppo pericolosa dal potere dell’epoca per poterla tollerare ancora e fu soffocata in un altro bagno di sangue quello del 6 ottobre 1976.

A ricordare l’insurrezione popolare del 1973 si sono svolti parecchi eventi a cui hanno partecipato molti degli studenti e militanti dell’epoca che ora hanno posizioni di rilievo in tante università e centri di ricerca. Nel clima attuale della politica thailandese si assiste però ad un cambio notevole con una divisione tra i due campi politici delle magliette gialle e rosse. Scrive Achara Ashayagachat sul Bangkok Post

“A quarantanni di distanza il movimento democratico è evoluto in una politica di differenti colori che portano differenti versioni della democrazia. E’ un’attitudine che sostituisce quella dei vechi attivisti della politica notata in vari esempi che segnano le commemorazioni del 6 ottobe 1976 e del 14 ottobre 1973.

Con l’evoluzione della politica moderna si sente una forte antipatia non solo verso i militari, ma anche il sitema giudiziario come mezzi del vecchio potere. E la cosa la si è vista negli eventi commemorativi della scorsa settimana, specie quelli organizzati dal giornale Fah Diew Gan e dal comitato del 14 ottobre della Democrazia Assoluta. Rispetto agli altri anni, i mmbri della “Generazione di Ottobre” sembrano che non vogliano più romanticizzare il loro impagno politico, attitudine che ha impedito loro dal guardare più a fondo nel loro passato, o di avvantaggiarsi di quelle due sollevazioni politiche.

Gli eventi attuali dimostrano le differenze nelle ideologie tra quelli che guidavano il variegato movimento studentesco che giocò un ruolo nella storica sollevazione contro la dittatura militare del generale Thanom Kittikach14 ottobre 1973orn e del suo clan. Analogalmente per le differenze dopo tre anni quando il movimento studentesco fu represso dalle fazioni di estrema destra. I capi dei quel movimento poi fuggirono nella giungla e si unirono alla guerriglia del partito comunista thailandese ora scomparso.

Quest’ultimo evento è stato visto come una rivoluzione dagli studiosi anche se la convivenza con l’ala maoista del partito non fu mai una cosa agevole.

Con il cambimanento della politica cinese si ebbe il distacco della Cina dal PCT e l’inizio dei rapporti con la Thailandia che comportò la fine della guerriglia. In seguito all’amnistia dell’amministrazione di Prem Tinsulanonda gli studenti abbandonarono la giungla e tornarono a casa agli inizi degli anni 80. Alcuni andarono all’estero per studiare oer ritornare negli anni seguenti come accademici, politici, artisti, uomini di affari e capi di comunità. Ora sono una forza influente nella politica contemporanea e nelle sfere culturali e sociali, anche se con differenti ideologie.

A ricordare però che la democrazia thailandese sia ancora un qualcosa di interrotto ci furono gli incdenti di maggio, quello del 1992 con le rivolte contro i golpisti e quelli di maggio 2010 con la sanguinosa repressione delle magliette rosse. Senza queste date le celebrazioni di ottobre sarebbero celebrazioni solitarie prive di vita, senza il ricordo degli attori tra i sostenitori realisti ed i militari, dietro la cacciata della dittatura di Thanom Prapas e narong.

Fu questo gruppo di potere a sopprimere tre anni dopo “il movimento popolare” che fu considerato la minaccia alla rete dei nobili e dei realisti. A Maggio 2010 la repressione delle magliette rosse ha riportato all’attenzione la “rete della monarchia” ed il suo ruolo nella politica del paese.

Ne consegue che il risentimento per la politica da doppi standard crebbe verso il sistema giudiziario: la dissoluzione del partito di Thaksin Thai Rak Thai (ma non del partito democratico) e l’arresto delle magliette rosse ma non di quelle gialle….

Va comunque notato che i movimenti popolari sin dagli anni 90 non sono andati nella direzione dei cambi di regime quanto una negoziazione con l’apparato dello stato specie la burocrazia.

Oggi qualuqnue differenziazione tra la generazione di ottobre prima assopita ora è diventata esplicita in seguito alla divisione della politica tra colori differenti.

Tanti capi egli studenti considerati parte progressista della società sono diventati conservatori, associati alle elite tradizionali per contenere quello che vedono come capitalismo distruttivo, la politica economica di Thaksin.

Ovvio che le commemorazioni si siano tenute separatamente da qualche anno. Una ha avuto luogo all’Università di Thammasat che ha visto il coinvolgimento delle magliette rosse; un’altra al Memoriale del 14 ottobre sulla Ratchadamnoen che ha viusto le magliette gialle.

E’ una divisione che delude alcuni ma il cambio è normale. Presto la generazione di ottobre scomparirà e cederà il posto a quella di maggio che guiderà l’analisi e la critica ai vecchi poteri che cercano di dominare il popolo”

Sul ruolo e sulla forza del movimento studentesco, Pravit Rojanaphruk sul giornale Thenation offre un’analisi sul suo ruolo alla luce dei social media attuali sui quali la battaglia dei due colori comunque va avanti.

“I giorni quando decine di migliaia di studenti attivisti scendevano per strada per cacciare un dittatore e avevano un ruolo guida nella società, come durante l’insurrezione del 14 ottobre 1973, sono soltanto bei ricordi. Oggi una manifestazione è consierata un successo se raccoglie 500 studenti per affrontare un problema, dice Supat Arsasri della Federazione degli Studenti thailandesi che vanta appena 30 studenti membri.”14ottobre1973a

Gli studenti sembrano più preoccupati della loro vita e della loro carriera e più orientati a guardare le piccole cose che si muovono attorno a loro. “D’altra parte persino la FST fondata nel 1984 si trova sperduta talvolta e cita il sostegno tacito al golpe del 2006 come una delle maggiori sconfitte. Ma questo ritiro nel privato non è una cattiva cosa secondo Supat perché i social media permetton odi sapere ed intervenire con campagne mirate che hanno comunque un impatto nella società”

L’esempio più chiaro secondo Pravit è quello del transgender Aum Neko che attraverso Facebook è riuscita a porre il problema delle uniformi nelle università.

“Aum che ha più di 12 mila sostenitori ha spiegfato che la qualità della militanza non è cambiata sebbene siano diminuiti moltissimo rispetto agli anni 70. Lo attribuisce al fatto che la lotta contro la dittatura non è così chiara come lo era nel passato quando i genrali comandavano nel regno e non c’era la costituzione. La gente comunquenon gode della completa libertà e cita le restrizioni poste dal ministero dell’informazione che continua a bloccare siti critici o offensivi della monarchia. Secondo Aum il governo è più scaltro nello scoraggiare gli studenti dal porsi le domande sulla stirua e sul potere”.

Di fronte al clima di censura e paura che si aggira nel paese per la legge di lesa maestà non è affatto una novità che si preferisca piuttosto affrontare questioni particolari e precise che li colpisce direttamente piuttosto che aderire a battaglie di democrazia.

 

 

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