Col ritorno della stagione delle piogge in Thailandia, gli esperti e i politici guardano all’anno 2011, che portò la peggiore alluvione in mezzo secolo, per racimolare lezioni sul come rimuovere in modo appropriato le acque alluvionali attraverso la capitale thailandese, se dovesse servire.
Uno specialista del clima presso ADPC, centro asiatico di preparazione ai disastri, Chusit Apirumanekul dice: “Una cosa che abbiamo capito dall’alluvione scorso è che la capacità di drenaggio della città non è sufficiente e che c’è bisogno di fare qualcosa.”
L’allagamento è un accadimento annuale in Thailandia che resta per la maggior parte nel bacino di drenaggio del fiume Chao Praya che fluisce dalla confluenza dei fiumi Ping e Nan nel nord. Nel 2011 morirono oltre 500 persone nell’alluvione che raggiunse il centro del regno con un costo che la Banca Mondiale mette a 45 miliardi di dollari.
Ad ottobre il dipartimento della prevenzione dei disastri riportava che oltre 2,4 milioni di persone in 28 delle 76 province erano state colpite, ma quello che ha colpito di più i ricordi della gente è stata la durata dell’alluvione che è cominciata nel tardo luglio e non è scomparsa fino al gennaio 2012.
Le forti piogge stagionali nel nord collinare ha nutrito un’ondata di raccolta che lentamente è scivolata giù le province centrali fino al golfo della Thailandia.
A Bangkok con più di dieci milioni di abitanti ed il cuore industriale del paese, le acque hanno incontrato un sostanziale collo di bottiglia che hanno impedito di fluire verso il mare. Da allora il governo Thailandese ha speso milioni di dollari per misure di prevenzione per impedire un simile disastro mediante la ripulitura dei canali e costruzione di dighe e mura di protezione attorno alle zone industriali. Agli esperti in Thailandia e all’estero è stato chiesto cosa si potrebbe fare per portare via queste acque se le misure prese non dovessero bastare.
“A Giacarta abbiamo un grande allagamento ogni cinque anni” dice Doddy Suparta, un esperto delle acque presso Mercy Group, una ONG di soccorso nei disastri di stanza sulla città da mega delta in Indonesia, i cui oltre dieci milioni di abitanti hanno familiarità col rischio di alluvioni. Nella stagione delle piogge l’acqua giunge fluendo fino a Giacarta dalle regioni collinari che si trovano ad est ed ovest: “Avemmo un grosso alluvione nel 1997, poi nel 2002 e poi nel 2007.” Per affrontare il problema ricorrente le autorità di Giacarta hanno messo su il Progetto del canale alluvionale orientale, con la costruzione di un canale di 23,5 chilometri per trasportare l’acqua in afflusso dai sette grandi fiumi, Ciliwung, Cililitan, Cipinang, Sunter, Buaran, Jati Kramat e Cakung, fino al mare. In aggiunta sarà completata per marzo 2017 il Jakarta Emergency Dredging Initiative per rendere più profondi e riabilitare 11 grandi vie d’acqua e canali nella città. La Banca Mondiale fornisce 14o milioni di dollari per il progetto mentre il governo mette i rimanenti 50 milioni.
A Bangkok i canali che le autorità gestiscono sono più di 1100. “Il sistema di drenaggio non fu costruito per affrontare inondazioni come quella del 2011. I canali che usiamo per portare l’acqua fuori dalla città furono originariamente costruiti per scopi irrigativi quasi 200 anni fa. Se vuoi drenare velocemente l’acqua dalla città bisogna accrescere la capacità di drenaggio dalla parte a monte del bacino del Chao Praya al Golfo della Thailandia”.
Presso l’Università di Bangkok della Chulalongkorn l’unità per il Disastro e gli studi di informazione del suolo, guidato da Thanawat Jarupongsakul ha proposto 200 chilometri di una “super autostrada dell’acqua” di canali allargati per proteggere parti della nazione da futuri possibili disastri di alluvione , e fornire una via veloce di emergenza per l’acqua in eccesso permettendo di passare attraverso la città fino nell’oceano.
Il costo estimato del progetto è di 1 miliardo di dollari e unirebbe gli attuali canali di irrigazione per aiutare il drenaggio delle acque di drenaggio, come pure alzerebbe di sei metri le strade che vanno e vengono da Bangkok per funzionare come dighe, prevenendo la fuoriuscita del canali. Jarupongsakul ha stimato che questa soluzione potrebbe contenere 1,6 miliardi di metri cubi d’acqua e potrebbe drenare 500 milioni di metri cubi al giorno.
Questo sistema oltre ad essere più economico della costruzione di una via espressa per le acque sarebbe più efficiente dal punto di vista energetico poiché usa le forze naturali per movimentare le acque.
Comunque un responsabile del dipartimento di irrigazione reale fa notare che “il governo ha un piano per usare aree vaste di ritenzione delle acque nella parte superiore del bacino Chao Praya per immagazzinare l’acqua in eccesso e far sì che l’acqua nei fiumi non superi l’altezza delle dighe e chiuse.”
Sia a Bangkok che a Giacarta si usano pompe giganti per accelerare il drenaggio. “La parte nord di Giacarta è la parte più bassa e l’acqua finisce per andare a finire lì, dove abbiamo installato varie pompe centrifughe. Quando l’acqua supera una certa altezza le pompe entrano in funzione automaticamente e la spingono fino al mare.” dice Suparta del Mercy Group.
Nella Bangkok centrale è installato un sistema analogo che spinge verso il mare, attraverso un canale sotterraneo, l’acqua accumulata in un bacino più piccolo da dove l’acqua non riesce a fluire verso il mare.
“Quando l’acqua entra un’area dentro le chiuse che proteggono la parte centrale di Bangkok, il solo modo per rimuoverla è mediante delle pompe. Hanno una buona capacità ma quando l’acqua raggiunge le pompe c’è stato già qualche danno significativo.” dice Adri Verwey, consulente olandese dei governi brasiliano e vietnamita.
Al massimo dell’alluvione del 2011 alcuni residenti della Bangkok periferica, dove l’acqua è rimasta alta per mesi, hanno chiesto la rottura delle dighe che proteggevano il centro della capitale per permettere che il drenaggio si portasse via l’acqua verso l’oceano.
“Bangkok è più bassa del livello medio del mare, che vuiol dire che se l’acqua entra nel centro della città non se ne andrà facilmente”. E poiché l’acqua della città drena attraverso il Chao Praya, se il livello del fiume al momento è alto, i vorrebbe molto tempo e potrebbe causare dei grandi danni.” dice Apirumanekul.
IRIN,