THAILANDIA: Cosa succederà ora? Alcuni commenti

La vittoria schiacciante del Puea Thai e la nomina di Yingluck Shinawatra a capo del governo aprono scenari nuovi nella vita politica thailandese, sia rispetto alle aspettative del moviemtno e di chi ha visto una vittoria della democrazia e della libertà, sia rispetto alle aspettative economiche di gran parte della popolazione e dei settori economici. Qui esaminiamo due articoli apparsi online sul problema della legge di lesa maestà e della redazione di una nuova costituzione a partire da un articolo dell’ Observer e di un blog Bangkok Pundit.

Sono passati solo alcuni giorni dalla sua incredibile vittoria nelle elezioni politiche thailandesi, ma la donna, destinata a diventare il primo capo del governo donna nella storia del paese, è già sotto pressione affinché incrimini il primo ministro uscente Abhisit di omicidio e riformare la dura legge di lesa maestà. Anche prima della nomina formale a primo ministro, Yingluck Shinawatra sta afrontando le richieste del movimento politico delle Magliette Rosse, che ha contribuito alla vittoria del Puea Thai, di spingere con le politiche controverse che potrebbero creare qualche nuovo problema. rischiando anche di dirottare la sua vittoria elettorale.
Da quella vittoria enorme, Yingluck ha proiettato un’immagine moderata e conciliatoria, affermando che le sue priorità saranno una serie di misure economiche e la riunificazione della nazione. Ma è chiaro che le sue priorità e dei consiglieri del suo partito differiscono un po’ da quelle delle magliette rosse, le cui proteste antigovernative dello scorso anno hanno portato ad un blocco di Bangkok e che il 3 luglio si sono presentante in gran numero ai seggi elettorali.
Tra le tante differenze, la più grande ha a che fare con gli eventi della primavera scorsa quando più di 90 persone furono uccise negli scontri tra le magliette rosse e le truppe governative. La Yingluck ha detto di sostenere la continuazione e l’espansione del lavoro di una commissione di verità e riconciliazione che affronti le corcostanze attorno alle morti. Ma i militanti sono molto più spavaldi e chiedono che il primo ministro uscente, Abhisit, sia portato in tribunale per il suo presunto ruolo nella repressione dello scorso anno.
In alcune interviste ai gironali stampati la Yingluck ha riconosciuto le grandi aspettative che ora ha di fronte.
«Dobbiamo dire alla gente quali sono i progetti» ha detto «Credo che i Thailandesi sono pazienti e che mi abbiano dato una possibilità per provare la mia capacità di aiutarli.»
Sul problema della legge di lesa maestà, una legge che permette l’incarcerazione fino a 15 anni per commenti ritenuti infamanti della monarchia, ha detto che si potrebbe rivederla. I gruppi dei diritti umani hanno spesso affermato che la legge era sempre più usata, sotto l’amministrazione di Abhisit, per mettere il bavaglio agli oppositori e ai dissidenti, ed alcuni capi del movimento delle Magliette Rosse sono imputati di lesa maestà mentre uno di loro, Jatuporn, è agli arresti.
«Credo che sia un problema molto sensibile. Abbiamo bisogno che ne discutano gente esperta. Non vogliamo che la si usi troppo spesso e non vogliamo che la gente ne abusi.» ha detto Yingluck suggerendo anche che l’attuale costituzione, seguita al golpe del 2006 che cacciò dal governo suo fratello maggiore Taksin, possa essere modificata dopo una consultazione popolare. «Chiederemo alla gente quale versione vogliano, dobbiamo fare delle pubbliche audizioni in merito. Non ne discuteremo agli inizi. La mia prima priorità è la risoluzione dei problemi economici»
Negli uffici delle Magliette Rosse, la responsabile Tida Tawornseth, nel leggere su un giornale thailandese le sette priorità del Puea Thai, ammette che non le condivide.
«La prima cosa che serve alla riconciliazione è la verità che dovrebbe essere la prima cosa a venir fuori. Tutti dovrebbero andare davanti ad un tribunale. Non accetterò una amnistia, la riconciliazione è una cosa differente dall’amnistia.» dice Tida aggiungendo di voler riscrivere la costituzione e esaminare la legge di lesa maestà. «Vogliamo che una commissione e rappresentanti studino la costituzione e discutano una nuova costituzione. Non è solo la legge di lesa maestà. Quella è uno dei punti.»
Un altro influente sostenitore delle Magliette Rosse, Giles Ungpakorn che attualmente vive nel Regno Unito per sfuggire alla repressione, ha scritto «la questione importante del dopo elezioni è se il Puea Thai rispetterà gli impegni sulla libertà e la democrazia chiesti da chi li ha votati.»  aggiungendo che altri punti importanti sono la libertà di tutti i prigionieri politici, l’eliminazione della legge di lesa maestà, il licenziamento del generale Prayuth e la sua incriminazione insieme ad Abhisit.
Dopo una vittoria elettorale sono ovvi i disaccordi sulle priorità politiche e sul ritmo del cambiamento politico tra moviemnti e partiti politici, ma essi mettono in luce anche le sfide che la Yingluck, che ha appena 44 anni, deve affrontare mentre giostra con interessi in competizione. Soffre nel minimizzare la prospettiva di un imminente ritorno in patria del fratello Taksin che per molti analisti è ancora colui che tira le fila del Puea Thai. «Mio fratello ha una grande esperienza politica ma ho buone capacità per prendere le mie decisioni. Perciò credo che sarò io stesso il capo.»
Dopo oltre un anno dalle violenze che sconvolsero Bangkok, la commissione incaricata delle indagini sulle circostanze deve ancora scrivere il rapporto finale. Uno degli incidenti più contesi avvenne nel tempio Wat Patum dove si erano rifugiati centinaia di manifestanti dopo che le truppe avevano smantellato il campo a Ratchaprasong. Sei persone furono uccise ed altre ferite. Da un rapporto non ufficiale della polizia, è trapelato che truppe delle forze speciali avevano sparato nel tempio stando su un raccordo della metropolitana sopraelevata.
Mentre le indagini continuano secondo un membro della Commissione, l’esercito non ha reso disponibili i soldati in questione, un membro della Commissione ha detto che i soldati risultano in forza ad una base nel sud Thailandese.

Dal blog Bangkok Pundit ci sono alcune riflessioni sulla legge di lesa maestà e sulle prospettive prossime. Mentre la storia ci rammenta che l’ultima volta che la legge di lesa maestà fu cambiata accadde negli anni 70 ad opera di un governo militare, un immediato cambio favorirebbe la tesi secondo cui Taksin vuole sovvertire la democrazia. la vaghezza con cui la Yingluck parla della legge e della costituzione, fa pensare che il tutto sarà lasciato ad esperti che potranno essere la Commissione nazionale sui diritti umani o un’altra commissione già al lavoro su questo.
Dal momento che l’economia viene prima, ci vorrà almeno un anno per il primo rapporto della commissione. Come si porrà il governo di Yingluck se nel frattempo ci saranno altri arresti secondo la legge di lesa maestà o secondo la legge di sicurezza informatica? Cosa succederà se qualcuno di alto profilo va sotto processo?
Cosa farà inoltre il ministro per le Tecnologie informatiche dei vari gruppi messi in atto per scovare i commenti offensivi su internet alla monarchia ? li smantellerà?Forse molto dipenderà da chi sarà il ministtro e del come saranno forniti i finanziamenti ai gruppi anche in relazione alla finanziaria prossima. Finché nulla di rilevante accade, il bilancio tra chi vuole un progresso e chi vuole mantenere lo status quo potrebbe essere facilmente gestito dalla Yingluck, ma un eventuale caso fatidico di arresto o di processo potrebbe cambiare velocemente questo equilibrio.

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