Gli USA hanno provato a mantenere le linee tradizionali della antica amicizia con la Thailandia, ma le considerazioni geopolitiche cambiano qualcosa nel calcolo politico.
Quando si formò in Thailandia un governo civile eletto alla fine di agosto 2023 con l’approvazione del Senato dei prescelti, l’amministrazione americana di Biden espresse le sue “congratulazioni” formali .
L’arrivo di una coalizione nuova guidata formalmente dal Premier Srettha Thavisin, e ufficiosamente dall’ex premier Thaksin Shinawatra, presentava a Washington un regime, per quanto sia stato semieletto, potenzialmente più stabile.

Questo è stato un cambiamento importante in particolare per i vari governi thailandesi succedutisi dopo il golpe del 2006, le proteste di massa, l’interferenza diretta dei militari e l’intervento discreto del palazzo reale.
In questo periodo la Thailandia si spostava sempre più verso la Cina.
Quindi l’arrivo di un governo civile nel 2023 è stata una boccata di aria fresca a Washington. Ma nel 2024, è molto chiaro che la politica thai verso gli USA, sebbene di derivazione più civile, ha la funzione di una copertura realista. Questa iniziò nel 2007, l’anno in cui la Thailandia e Cina tennero le loro esercitazioni inaugurali, e segnò il tentativo di Bangkok di bilanciare gli USA contro la Cina per accrescere la sicurezza dello stato.
In altri termini Bangkok fa leva su entrambi gli stati per massimizzare i benefici geopolitici.
Per decenni, la Thailandia e USA hanno avuto una delle relazioni di difesa ed economiche più strette.
Determinato dalla guerra fredda post-1947, dall’anticomunismo, dal libero mercato e dalla politica estera Thai di “piegarsi al vento“, questo legame è rimasto generalmente saldo fino alla fine della guerra fredda nel 1991.
Immediatamente dopo, i politici americani puntarono sulla democrazia e i diritti umani portando gli USA ad opporsi con forza ai golpe del 2006 e 2014 e a sospendere la maggior parte dell’assistenza militare, a ridurre il numero delle esercitazioni militari congiunte e a fermare nuovi grandi accordi finché non fosse tornato un eletto.
Comunque la crescita della Cina, particolarmente dopo l’arrivo al potere di Xi Jinping nel 2013, ha avuto conseguenze sulle relazioni Thai USA.
Ora come ha detto allo scrivente un diplomatico di lungo corso, Washington ha bisogno di bilanciare la promozione delle norme democratiche con il bisogno di curare i propri interessi geopolitici.
Ma l’allontanamento di Washington dalla Thailandia e l’offensiva diplomatica della Cina nei confronti del regno hanno contribuito a far sì che la Thailandia si rivolgesse sempre più alla Cina per aiuti militari, esercitazioni militari congiunte e istruzione militare per i soldati thailandesi.
Con la presidenza Trump Washington sospese il Sistema generalizzato delle preferenze commerciali GSP in favore della Thailandia come ritorsione per il divieto di importazione di Bangkok dei pesticidi e dei maiali americani.
Nel campo della sicurezza gli USA tentarono di riconquistare dalla Cina le coperture con la Thailandia: diminuirono le sanzioni di Washington verso la Thailandia e così migliorarono le relazioni tra i due paesi. Il disgelo si è riflesso nella vendita di armi americane: 140 veicoli di trasporto truppe fanteria Stryker sostituirono i VN1 cinesi. Quando Biden subentrò a Trump, mantenne la politica di Trump di privilegiare gli interessi geopolitici sui valori democratici.
Nel 2022, Bangkok e Washington firmarono il Comunicato USA-Thailandia sull’alleanza strategica e il partenariato. Nel 2023, con l’investimento thailandese di 10 miliardi di dollari negli USA, due personalità del Congresso crearono la US-Thai Alliance Caucus.
Alla fine di febbraio 2024, i rappresentanti thai e USA si sono incontrati per il secondo dialogo strategico e di difesa Thailandia-Stati Uniti (2+2), durante il quale Washington si è impegnata a fornire una sovvenzione per la modernizzazione e la professionalizzazione delle forze armate thailandesi.
Nel frattempo, nonostante il rifiuto della richiesta thailandese di aerei da combattimento avanzati F-35, il Comandante della Royal Thai Air Force si rivolge ora a Washington per ottenere nuovi jet da combattimento F-16.
A marzo, Srettha ha incontrato il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimundo, dicendole che la Thailandia punta a fare degli Stati Uniti il principale investitore in Thailandia. Nel 2023, la Cina era il primo investitore in Thailandia, con Singapore al secondo posto e gli Stati Uniti al terzo, anche se all’inizio del 2024 il Giappone era il leader.
Washington è stata da molto tempo preoccupata che la Thailandia si avvicinasse troppo a Pechino che è ora il maggior partner di importazioni della Thailandia rispetto agli USA che si trovano al quarto posto. Washington è il maggior destinatario delle esportazioni di Bangkok mentre la Cina è al secondo posto.
Su un altro fronte, la Thaiandia ha lavorano sempre più a stretto contatto con la polizia cinese giungendo a discutere la proposta controversa di avere poliziotti cinesi che operino in Thailandia. Inoltre sebbene Srettha abbia sostenuto la costruzione di un ponte continentale nel meridione thailandese per competere per il traffico commerciale che attraversa lo Stretto della Malacca, l’amministrazione Biden considera questo progetto più utile alla Cina e qualcosa che avvicina la Thailandia a Pechino.
Nel 2024 Cina e USA sono i principali fornitori militari e educatori militari per la Thailandia con la quale tengono regolarmente esercitazioni navali, aeree e terrestri. Le esercitazioni Thai-USA sono state particolarmente robuste con Cobra Gold, Cope Tiger, Operazioni Enduring Partners e le preparazioni per le esercitazioni di Cooperation Afloat Readiness and Training.
Sebbene la Thailandia conduca esercitazioni annuali con la Cina, quelle di Bangkok con gli USA sono più grandi , più frequenti ed intricate.
Nel frattempo ci sono alcune attività cinesi che hanno turbato la Thailandia come l’uso dei militari cinesi della base navale cambogiana a Ream, il crescente numero di barche di polizia cinese nel Mekong vicino alla Thailandia e l’esistenza di zone commerciali cinesi facilmente accessibili dai militari cinesi in Cambogia, Myanmar e Laos.
Forse proprio per queste ragioni Bangkok si è opposta ai piani cinesi di far saltare le rapide sul fiume Mekong ed ha approvato la costruzione di un nuovo consolato americano a Chiang Mai nonostante le obiezioni cinesi.
Secondo alcune fonti, mentre i militari thai sono divisi sul sostegno agli USA, i grandi ufficiali del Wongthewan, come il Generale Apirat Kongsompong e l’attuale capo delle forze armate thai Songwit Noonpakdee, sono più inclini verso Washington.
Il governo Srettha continua a trovare un bilancio tra Washington e Pechino sebbene graviti verso la Cina per ragioni economiche. Thaksin stesso ha preferito Pechino e persino la Russia, esprimendo comprensione per l’invasione di Putin dell’Ucraina. Ironicamente anche i monarchici ultraconservatori anti Thaksin hanno sostenuto Putin restando fortemente sospettosi degli USA.
Ancora il grande partito progressista MFP è abbastanza in favore degli USA.
Washington non è contenta delle imprese Thailandesi come PTTEP, United Power of Asia, Allure Group P&E che continuano a collaborare con le imprese sanzionate dagli USA sotto il controllo della giunta militare birmana. Però gli USA non stanno penalizzando queste imprese per paura di spingere ancor di più l’elite thai nell’orbita cinese.
A Washington non piace chiaramente il fatto che il governo di Srettha spinga la Thailandia verso il governo cambogiano di Hun Sen che è alleato della Cina e sanzionato dagli USA, a cui Thaksin è personalmente vicino. La Nipote di Thaksin ha sposato un aiutante stretto di Hun Sen.
Le relazioni USA-Thai nel futuro saranno amichevoli per quanto a volte al limite. La Thailandia guadagna sul piano della sicurezza e dei profitti giocando tra Cina e USA mantenendo relazioni soddisfacenti con la Russia e cooperando economicamente con i propri vicini.
Gli interessi geopolitici hanno calpestato norme della politica americana verso la Thailandia perché Washington è intenta a prevenire un ulteriore spostamento di Bangkok verso la Cina.
In fin dei conti, ciò che più avvantaggerà gli Stati Uniti in questo senso è l’aggressiva espansione dell’influenza militare cinese nel sud-est asiatico continentale, un’espansione che potrebbe a sua volta far sentire la Thailandia minacciata e farla avvicinare a Washington.
Paul Chambers, fulcrum.sg