E’ appena trascorso uno degli eventi più favorevoli dell’anno in Thailandia, il compleanno del Re Bhumibol Adulyadej che è il monarca che regna da più tempo. Nasce il 5 dicembre del 1927, sale al trono nel 1946 in seguito alla morte misteriosa di suo fratello maggiore Re Ananda.
Al compimento degli 86 anni, resta storicamente all’epicentro della politica Thailandese, ma la sua posizione nel decennio scorso è messa alla prova da nuove forze politiche. La crisi attuale, che testimonia un nuovo scoppio di violenze politiche provocate dal movimento antigovernativo, non riesce a nascondere il fatto che la monarchia ancora una volta è la fonte di una polarizzazione politica profonda.
Quando il governo di Yingluck Shinawatra ha proposto la legge dell’amnistia, che avrebbe assolto potenzialmente suo fratello, l’ex premier in esilio volontario Thaksin, delle accuse di corruzione insieme a quelli che sono dietro gli omicidi dei manifestanti delle magliette rosse a Bangkok nel maggio 2010, le forze antigoverntive l’hanno presa come un’opportunità per lanciare proteste ed abbattere il governo eletto di Yingluck.
Il movimento antigovernativo, che è guidato da Suthep Thaugsuban, ex ministro dell’interno del governo di Abhisit, accusa Yingluck di perpetuare il cosiddetto Regime di Thaksin, che deve perciò essere eliminato.
Di fronte alla grande mobilitazione pubblica Yinglcuk decise di archiviare la legge controversa, ma non poteva essere la fine di tutto per Suthep. Incapace di sfruttare altri temi, Suthep ed i suoi sostenitori si sono rivolti alla monarchia come ultima risorsa per buttare giù il governo di Yingluck. La battaglia è stata quindi ridisegnata come lo scontro tra un governo etico centrato sulla monarchia come volto dell’autorità morale contro il supposto regime corrotto di Yingluck.
Suthep condanna Yingluck, e più specificatamente Thaksin, per aver contaminato la politica thailandese con denaro e doni materiali, redarguendo anche i sostenitori di Thaksin nelle aree rurali ed apostrofandoli come vittime di un regime fraudolento, facili da comprare e stupidi ignoranti della democrazia.
Per trovare una soluzione duratura a questa situazione, Suthep se ne è uscito con l’idea di “un parlamento del popolo” i cui membri consisterebbero di cittadini nominati da vari segmenti della società. Non c’è da sorprendere che la lista iniziale riveli un gran numero di personalità note per essere contrari a Thaksin, e Suthep si è nominato segretario di questo parlamento.
Questo rigetto di un governo eletto nel più assurdo dei modi non è affatto nuovo nel contesto della politica thailandese. I nemici di Thaksin promettono di dosare l’influenza politica di Thaksin attraverso colpi di stato militari, o golpe giudiziari o folle di strada, perché lo considerano una minaccia alla loro propria posizione politica e al loro status economico. Cresce perciò notevolmente la richiesta di un primo ministro nominato dal re. Sostengono che il re, nell’esercitare la sua autorità morale, ha un diritto legittimo a nominare una figura di fiducia a condurre il paese nei tempi di crisi.
Il Partito Democratico di Suthep è una parte di una rete di elite più vasta che si è alleata con la monarchia. Nel cercare l’intervento reale nella crisi, il partito democratico svela la sua agenda. Sin dal 1992 il partito democratico non ha mai vinto una maggioranza piena alle elezioni. Nel frattempo dal 2001 fino alle elezioni del 2011, Thaksin ed i suoi alleati politici hanno conseguito forti trionfi elettorali confermando il successo del “regime di Thaksin”.
Nel campo della politica elettorale il partito democratico semplicemente non può competere con la magia di Thaksin, per cui usare metodi extraparlamentari per cacciare il governo Yingluck è la sola opzione.
Non è chiaro perché la crociata contro il governo l’abbia lanciata Suthep da solo. Forse ci sono motivazioni personali. Lui ebbe un ruolo centrale nell’ordinare la mortale repressione contro le magliette rosse e forse cerca una via per cavarsela dalla colpa delle sue azioni. Nel dichiarare guerra contro il “Regime di Thaksin”, Suthep è riuscito ad allontanare lo sguardo del pubblico dalle sue malefatte contro il passato duro di Thaksin. Ha iniettato una grande dose di Thaksinofobia nella società thailandese.
Nelle scorse settimane proteste continue hanno preso la Thailandia e Suthep si è guadagnato il sostegno dalla classe media di Bangkok per destabilizzare il governo di Yingluck occupando gli uffici di stato tra i quali i ministeri delle finanze, degli esteri e il palazzo del governo.
Nel frattempo Yingluck ha deciso di non ricorrere all’uso della forza contro i manifestanti, laciando invece azioni legali e accuse di tradimento contro Suthep e i suoi amici.
L’intervento reale che si ebbe nel 1992, quando il futuro primo ministro Suchinda si scontrò con i manifestanti per la democrazia guidati da Chamlong Srimuang, segnò il picco del poter reale. Da allora è sceso stabilmente sin dall’arrivo di Thaksin in Politica nel 2001.
Il golpe del 2006 che rovesciò Thaksin fu sostenuto dalla monarchia che da allora ha cambiato il suo approccio dall’intervento sottile a quello aperto per difendere la sua posizione politica. La presenza della Regina Sirikit al funerale di un manifestante contrario a Thaksin mostrò che la monarchia non è neutrale. Quell’incidente fece arrabbiare molte magliette rosse.
Ora che il re ha celebrato il proprio compleanno, la Thailandia ancora una volta cadrà in un coma politico. Thaksin tira le file dietro l’attuale governo e Yingluck potrebbe essere bene il suo burattino, ma entrambi sono dei campioni alle elezioni.
Nel frattempo Suthep e il suo partito democratico lottano per riuscir a farsi un’idea della realtà politica in cui non sono più attori credibili di un gioco.
La conseguenza è che la monarchia è stata messa all’angolo dove si deve difendere. La prossima transizione reale non renderà più luminosa la politica del paese poiché l’erede al trono non è popolare tra i realisti. Questa situazione ha già causato qualche ansia. Sfortunatamente questo mostra che la violenza politica sarà sempre parte della politica thailandese.