Il dibattito sulla modifica della legge di lesa maestà, conosciuto come articolo 112 del codice penale, ha portato ad una nuova radicalizzazione della società che rischia di cadere in un nuovo scontro anche violento.
Gli ultra realisti, quelli più realisti del Re che nel 2005 ha detto che il Re è un essere umano e può sbagliare, stanno facendo una campagna di odio contro chi manifesta il semplice pensiero, lontano dall’essere repubblicano, che una monarchia in salute non ha bisogno di una legge draconiana applicata in modo ultradraconiano, con lo scopo di punire il dissenso.
Sono anzi queste cose a minarla dal profondo nel cuore dei Thailandesi. Quello che si sta scatenando contro il gruppo di Nitirat, accademici illuminati che propugnano una riforma della legge di lesa maestà aprendo una discussione sul ruolo della monarchia in un paese democratico, è quanto di peggio possa accadere.
Non bastano i proclami del governo di Yingluck a garantire che non si farà alcuna riforma, che le persone saranno perseguite come prima ma solo da un governo diverso, che anche Twitter sarà censurato in Thailandia per tutto ciò che riguarda la monarchia. Una giovane ragazza è perseguitata da anni dalla stampa fascista delle magliette gialle, chi non ama la monarchia come la si propone non è Thai e dovrebbe emigrare. La richiesta di sangue è sempre più forte da parte degli ultrarealisti.
Una domanda sorge: ma il governo eletto con pienissimo mandato cosa fa? Cosa dice? perché si piega sempre ai voleri dei realisti? Cosa c’è nella sua agenda, oltre agli affari di famiglia e del rientro in patria del più famoso e pratico Thaksin (che non ha mai brillato nella difesa della democrazia e dei diritti umani)?
Di seguito proponiamo un articolo di Titipol Phakdeewanich, un accademico thailandese. dell’università di Ubon, sulla lesa Maestà.
La democrazia richiede un dibattito sulla lesa maestà.
L’istanza delicata dell’articolo 112 è attualmente legata nelle discussioni alla questione attuale della promozione della libertà di parola e di espressione in Thailandia. Essenzialmente ci sono due prospettive fondamentali legate all’argomento della riforma dell’articolo 112 conosciuto come la legge di lesa Maestà: sostenere la riforma oppure opporsi alla riforma.
Quelli che sostengono la riforma hanno sostenuto che nella riformare l’articolo si sostiene un ambiente più favorevole al processo di democratizzazione.
La Thailandia dovrà in modo inevitabile scegliere una via o l’altra, accettare interamente un principio fondamentale della democrazia che è la libertà di espressione e di parola. Nessun paese può vantare di essere entrata nella democrazia mentre continuava a scegliere come e quando tali principi democratici si confanno ai prevalenti interessi nazionali.
La promozione delle libertà di parola e di espressione incoraggia i cittadini ad esprimere i loro punti di vista. Migliora anche la loro capacità di poter entrare in modo costruttivo nell’area della politica. Lavorare verso questo fine aiuterà a spostare molti cittadini thailandesi dalla loro mentalità passiva ed obbediente, che è una eredità storica, verso il diventare cittadini più attivi all’interno di un vibrante sistema democratico che cambia, maturo e più dinamico.
La legge 112 definisce la lesa maestà come la diffamazione, l’insulto e la minaccia nei confronti del Re, della Regina, dell’Erede o del reggente. La pena massima è di 15 anni per ogni singola offesa. Questo potrebbe apparire come un problema importante ed un ostacolo in relazione alla realizzazione complessiva della libertà di parola in Thailandia, poiché i suoi sostenitori affermano che la legge punisce solo quelli che la violano.
Benchè questa tesi sembri giusta e ragionevole, ha senso solo se la legge non fosse stata usata in modo opportunista per motivi politici. E ci deve essere la presunzione che non resti molto spazio per l’interpretazione da parte dell’autorità, il che può essere una area decisamente grigia quando si arriva a simili questioni.
Vari gruppo specie dal campo anti Thaksin hanno tentato di legare la mobilitazione per la modifica dell’articolo, guidata da lgruppo di giuristi di Nitirat e formata da studiosi universitari, al sostegno implicito di Thaksin e dei suoi alleati politici.
Ma è un errore logico tentare di legare i riformatori della legge direttamente all’agenda di Thakisn, dal momento che un certo numero di studiosi sono stati critici aperti e diretti di THaksin.
L’intezione dei riformatori trascende il paradigma classico magliette rosse contro magliette gialle, e cerca di contribuire verso il sostegno coorente delle riforme della monarchia.
Questo è per facilitare la transizione dell’istituzione verso il XXI secolo, in un momento quando l’informazione cresce dovunque. Sta diventando sempre più difficile aggrapparsi alla nozione di poter gestire l’espressione dell’uomo sotto il peso dell’articolo 112 e della legge contro il crimine informatico del 2007.
E questo, di conseguenza, non è più una realistica opinione. Il punto raggiunto è quello di una svolta.
Affermando che la riforma dell’articolo 112 porterà inevitabilmente alla distruzione e rimozione della monarchia, i gruppi contro la riforma stanno di fatto rallentando ulteriormente il processo di democratizzazione.
L’emendamento proposto a questa legge non è concepito con l’intenzione di dare a chiunque la licenza di mettersi ad offendere la monarchia. Piuttosto, cercherà di fornire abbastanza spazio di respiro all’interno di un discorso per un dialogo completo e appropriato in relazione al ruolo della monarchia. Come capo dello stato, il nostro amato Re è ben amato e rispettato dai suoi sudditi e la monarchia resta importante indipendentemente dalla lesa maestà.
Sua Maestà e l’istituzione della monarchia sono già cambiati in qualche modo dalla loro posizione verso una «monarchia pratica». Nel contesto della percezione pubblica thailandese rispetto ai pre cedenti Re, dove i Re rappresentavano le persone, questa sensazione vive oggi col risultato del sostegno della legge 112 nella maggioranza dei media. Promuovendo lo sviluppo rurale, Sua Maestà ha creato una connessione profonda con la gente della Thailandia, aiutando ad assicurare che l’istituzione della Monarchia sia rimasta importante per la Thailandia fin dentro il 21° secolo. Continuare in questo è per la monarchia un modo più efficace di tenere alta l’istituzione di ogn tentativo di mantenere intatto l’articolo 112.
Come affermato dal Nobel per l’Economia Amartya Sen: «Un paese non deve per sua natura essere adatto alla democrazia, quanto lo deve diventare attraverso la democrazia. E’ davvero questo un momento di cambiamenti che estendono la democrazia per raggiungere miliardi di persone, con le loro differenti storie e culture e differenti livelli di ricchezze.»
Se si vuole che i Thailandesi credano dal profondo nell’idea di democrazia, allora ciò richiede inevitabilmente che ci dedichiamo davvero alle riforme che sono necessarie per incoraggiare la vitalità del processo di democratizzazione.
Questo ci lascia con la domanda se vogliamo sostenere il ruolo della monarchia perché rimanga importante e integrale nel paese, attraverso la promozione costante della libertà di parola e di espressione. O permettiamo una enfasi eccessiva sulla tradizione e sui condizionamenti culturali per impedire il processo di riforma e, facendo così, consentiamo a forti interessi di sfruttare l’istituzione della monarchia?
Attualmente la retorica de «Essere thailandesi» utilizza affermazioni quali:
«Dobbiamo proteggere l’istituzione della monarchia. Se non fai così, allora tradisci la tua patria, e dovresti abbandonare il paese.» Questo invia un messaggio alquanto forte sul rifiuto di qualcuno di accettare un tipo di differenze che sono di necessità accomodate in una democrazia matura. Questo tipo di retorica può quindi agire per mobilitare il sostegno tra i gruppi più conservatori e offuscare la linea nel dibattito tra chi è a favore o contro l’articolo 112, mentre nel processo si frammenta ulteriormente la società thailandese.
Dal momento che deve essere ancora fornita una prova che suggerisca che le proposte principali di modifica dell’articolo 112, in qualche modo, sono intese ad abbattere la monarchia, o ad indebolirla nel tirarla in ballo nella politica quotidiana, sarebbe di gran lunga molto più produttivo restare nei problemi che richiedono un adeguato dibattito.
Quando ci sono delle divergenze genuine su una istanza come la lesa maestà, allora il fuoco non è perso. Altrimenti la discussione potrebbe scendere in una alimentazione frenetica di accuse e distorsioni, che riescono solo a rinforzare un senso di alienazione e divisione nella società Thailandese.
Questo è il punto che i cittadini thailandesi devono comprendere, senza riguardo al fatto che questa lezione la sia apprenda prima piuttosto che poi.