Mentre la Thailandia istituisce il coprifuoco ed ha chiuso tutti gli arrivi dei passeggeri anche thailandesi da sabato a lunedì prossimo, il BRN che è il gruppo armato più attivo dell’insorgenza malay del profondo meridione thai dichiara un cessate il fuoco unilaterale per poter aiutare la popolazione di Patani a combattere l’epidemia del Coronavirus.
La dichiarazione del coprifuoco in Thailandia giunge dopo una situazione creatasi all’aeroporto di Bangkok in cui 152 thailandesi che arrivavano dall’estero si sono rifiutati di entrare in quarantena.
Il governo è stato costretto ad ammetterli alla quarantena in casa con l’obbligo però di presentarsi alla polizia entro le sei del pomeriggio di sabato per non essere incriminati.
Se lo scopo di questo divieto è quello di limitare l’epidemia del coronavirus in Thailandia, è anche vero che i thailandesi di ritorno per partire si son dovuti procurare, in qualche maniera, certificati medici attestanti dell’assenza del virus ed una serie di documenti presso le ambasciate thai all’estero.
Le misure di contenimento si basano sul restringimento dei movimenti, il distanziamento sociale e la dichiarazione dello stato di emergenza ed ora del coprifuoco che è entrato in vigore venerdì dalle 10 di sera fino alle 4 del mattino.
Questo coprifuoco potrebbe essere esteso a 10 ore nel caso di un peggioramento della situazione oppure se la gente non cooperasse, cosa molto probabile.
Da notare un video surreale apparso su Khaosodenglish in cui polizia e militari celebrano l’inizio del coprifuoco con canti ed assenza di distanze di sicurezza. (video https://twitter.com/i/status/1246365105358397441), mentre è fatto divieto ai giornalisti di lavorare sul campo durante le ore del coprifuoco.
Sono anche da notare le procedure di richieste di estensione del visto negli uffici thailandesi, dove ci sono file interminabili senza distanza di sicurezza e senza la possibilità di poter effettuare la procedura online https://pbs.twimg.com/media/EUpdXXEUEAA-M2A?format=jpg&name=large https://twitter.com/RichardBarrow/status/1245910911954509824?s=20 ).
Sembrerebbe che, da un lato, non si vogliono thai che tornano a casa per non pesare sulla struttura sanitaria e, dall’altro, non si vuole che rimangano occidentali e stranieri in Thailandia costringendoli ad estenuanti code e richieste di certificati.
Come in tanti paesi del mondo, il lavoro da casa è stato facilitato per molti, ma chi invece lavora in modo precario trova enormi difficoltà nel sopravvivere ed ha preferito tornare nelle province di nascita.
Restano senza lavoro e senza alcun aiuto le migliaia di persone che lavorano nei tanti locali a luce rosse nelle tantissime zone della Thailandia, da Bangkok a Pattaya a Chiang Mai.
Scrive Pravit Rojanaphruk
“Anna è una delle centomila lavoratrici del sesso che saranno tra le persone più colpite dalla chiusura dei locali causata dalla pandemia del Coronavirus. Non possono neanche chiedere il risarcimento del governo per i lavoratori informali perché il loro lavoro non è considerato legittimo legalmente nonostante la loro onnipresenza nel paese.”
Al giornalista thai un membro del Service Workers in Group Foundation dice che gli veniva da piangere quando Bangkok Metropolitana annunciò la chiusura dei locali:
“Il 17 marzo mi veniva da piangere. Non è solo per la pandemia pericolosa ma non siamo riusciti a prepararci nel cuore per quello che veniva. Non so proprio come riusciranno a guadagnarsi da vivere da ora in poi e poi non esiste per loro il welfare. Piansi tutto il giorno quando Patpong si oscurò…. Sono le prime ad essere abbandonate e per il periodo più lungo. E’ il periodo più nero per la gente in questa professione”
Oggi sabato in Thailandia, dopo altri 89 nuovi casi, ci sono 2067 casi di coronavirus confermati e 20 persone sono morte. Degli 89 casi, 31 sono di Bangkok, 13 a Nonthaburi, 8 a Phuket, 5 a Chonburi e 5 a Pathum Thani.
Da notare la presenza nelle province del meridione thailandese di Yala Narathiwat e Pattani, chiamata Patani di 108 persone infettate di cui a Pattani 41, a Yala 35, a Narathiwat 9 e a Songkhla 23.
In base a questa situazione sanitaria venutasi a creare nell’estremo meridione thailandese il gruppo dell’insorgenza malay musulmana di Patani ha fatto una dichiarazione che riportiamo in seguito in cui proclama un cessate il fuoco per sostenere la popolazione nella lotta al COVID-19 che varrà fino a che non subisce attacchi dalle forze di sicurezza.
Venerdì, proprio quando era stato annunciato il coprifuoco, un uomo di 57 anni che tornava dal Pakistan è stato ultimamente è morto in treno sulla linea Bangkok verso Narathiwat proprio nell’ultimo giorno di funzionamento della linea ferroviaria. L’uomo poi è stato diagnosticato avere il COVID-19.
L’uomo si era imbarcato sul treno dopo essere sbarcato all’aeroporto di Bangkok ed era stato trovato per terra nel bagno del treno. Si è saputo poi che altre tre persone ritrovate positive al virus a Phuket avevano avuto contatti con questo uomo.
“Anant Saho è morto alle 3,15 del pomeriggio del 30 marzo… l’ospedale di Thap Sakae ha mandato le analisi ad un laboratorio che ha trovato che l’uomo era positivo al COVID-19”
Nel frattempo le ferrovie thailandesi hanno inviato alle autorità i nomi delle 15 persone che erano nello stesso compartimento con Anant Saho ma di cui al momento non si conosce dove si trovano.
Altri 11 sono stati messi in quarantena di quello stesso treno che erano vicino l’uomo insieme ad una guardia di sicurezza, a nove del personale ferroviario ed un poliziotto. L’uomo ha comprato il biglietto il 29 marzo ed è partito il giorno successivo, tossendo e vomitando durante il percorso verso Narathiwat.
In quello stesso giorno di venerdì un altro uomo era morto a Pattani, di ritorno dalla moschea di Sri Petaling a Kuala Lumpur, per le complicazioni del COVID-19 ed altre malattie pregresse.
Proprio l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria nel profondo meridione, il gruppo armato più forte sul campo dell’insorgenza nazionalista malay musulmana ha fatto la seguente dichiarazione ritrovabile al seguente indirizzo
Il fronte rivoluzionario nazionale malay, BRN riconosce che l’epidemia da COVID-19 o Coronavirus rappresenta una grave minaccia a tutta l’umanità del mondo, Patani compresa.
Al momento il numero di infezioni e morti cresce e ci si aspetta che crescerà se le misure sanitarie non sono prese seriamente, particolarmente dalla gente di Patani.
In accordo con l’annuncio del Dipartimento di Informazione del BRN su Youtube del 26 marzo 2020, 6 Sya’ban 1441, vogliamo di nuovo sottolineare che è nostro dovere impedire che la nostra nazione ed i suoi discendenti siano colpiti da questa epidemia.
L’attuale clima di ansia e durezza che vive la gente di Patani è ulteriormente aggravato dalle crescenti operazioni militari che sono inumane e stupide. Queste includono operazioni di assalto, assedio delle case di sospettati, arresti e la detenzione di gente malay sospettata di essere in associazione con questo movimento.
Tutte queste azioni chiaramente esasperano una situazione già tesa in cui la gente di Patani deve confrontarsi con due paure allo stesso tempo.
Per creare un ambiente più sicuro e più adatto per la gente di Patani che possa essere raggiunta dalle agenzie sanitarie ed altre organizzazioni che hanno il compito di prevenire e contenere l’epidemia, il BRN sta prendendo le misure che portino a cessare tutte le attività allo scopo di dare accesso umanitario, avendo in mente che in questo momento il nemico principale della razza umana è il COVID-19.
Questa dichiarazione entra in azione da venerdì 3 aprile 2020, 9 Syaaban 1441, fintanto che il BRN non sarà attaccato dal personale del Governo Thailandese.
BRN riafferma il proprio impegni nella lotta contro l’epidemia da COVID-19 e, da difensore della Nazione di Patani, chiede all’intera nazione di Patani di lottare per proteggersi l’un l’altro e le proprie famiglie quanto più possibile e pregare il Creatore.
Che possa essere felice il vostro digiuno e possa Dio Onnipotente darci la forza e la perseveranza mentre affrontiamo questo momento tragico”