La seduzione temporanea di Bangkok sta nella sua capacità di attrarre expat e turisti per le più svariate ragione e riuscire ad accoglierli
Bangkok da piccolo villaggio di pescatori lungo il fiume Chao Praya si è trasformata, a partire da una esplosione di investimenti degli anni 80, nella città di cemento e grattacieli che è oggi.
La metropoli tentacolare e la sua popolazione che raggiunge i dodici milioni di abitanti produce tra il 15 e il 35% del PIL Thailandese. L’animata città è una destinazione favorita dei turisti e famoso punto di entrata per le decine di milioni di visitatori che ogni anno vi giungono.
Ha templi, grattacieli, traffico e sole. E’ una città di contrasti, con templi e cappelle buddiste che sono di fianco agli hotel lussuosi e gioiellerie di fama. Per ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana Bangkok affianca al suo lato rilassato il suo lato febbrile in una transizione facile che rende a molti la capitale della Thailandia un posto attraente da vedere.
Ma trainata da una economia in crescita e dagli investimenti occidentali, giapponesi e sempre più cinesi, Bangkok è una città da vivere, per persone degli affari entusiaste di integrarsi con le vibranti economie asiatiche.
Da centro regionale per le multinazionali straniere, Bangkok attrae una vasta varietà di manager e persone degli affari di una vasta serie di settori quali il turismo, le automobili, elettronica e hardware informatico.
La popolazione straniera della città è dell’ordine delle svariate centinaia di migliaia di persone con decine di migliaia di giapponesi, cinesi, asiatici del sudest ed impiegati occidentali che lavorano con centinaia di migliaia di birmani che per lo più fanno lavori manuali disprezzati dai Thailandesi.
Per quelli avvezzi alla bella vita, la varietà e la qualità della cucina della città è il punto vitale, dice un dirigente che enumera una lunga lista di ristoranti che vanno dalla cucina italiana a quella messicana all’Indiana alla cinese e ovviamente alla Thailandese.
Ci sono tanti ristoranti di fascia alta ma ci sono molti luoghi che offrono pasti al costo inferiore di un panino di asporto a Londra. La stessa vastità di scelte e di prezzi la si può trovare in altre attrazioni. Un altro dirigente straniero residente da lungo tempo qui dice che la città offre uno stile di vita che varia “dal sofisticato al semplice, per il mangiare, per le compere e per la vita”.
Bangkok è il paradiso per quelli che preferiscono comprare nei grandi magazzini di lusso dall’aria condizionata che fa accapponare la pelle. Ma piuttosto che spendere cifre stravaganti ai lussuosi magazzini della città, molti preferiscono il fascino del mercato del fine settimana di Chatuchak, dove a prezzi buoni con un buon mercanteggiare si può trovare quasi tutto.
Ma non sono i magazzini o i mercati i luoghi dove gli espatriati si aggregano per rilassarsi o sistemare delle cose o per mettere iniziare degli accordi. Alison Leary è un direttore dei servizi tecnici della Alltech, un’azienda biotecnologica americana, che ama rilassarsi e connettersi col mondo mentre guarda le trasmissioni sportive di rugby regionale e giochi australiani con un gruppo stretto di amici irlandesi e inglesi.
Le possibilità di fare sport a Bangkok e nella sua periferia sono tantissime e sono in tanti i lavoratori espatriati che sfruttano le opportunità di conoscere offerte dal golf. La Thailandia ha migliaia di corsi che possono dare un breve e ben accetto sollievo dalla caoticità della città che è perennemente in costruzione. “Puoi andare al tuo posto del golf dove parli. E’ calmo ed è meglio di un affollato bar o ristorante.”
Bangkok ha anche i suoi dolori che crescono, come spesso accade alle città i nrtapida crescita di paesi di medie entrate. Alcuni direttori esecutivi perciò la vedono come un luogo dove stare per un breve periodo piuttosto che una vita.
Sarah Huang, australiana ed indonesiana, è in cinta di sette mesi ma dirige ancora tutti i giorni la sede di Bangkok per Exa, un’impresa informatica di Melbourne. Per lei la “città è certo il posto dove voglio stare per i prossimi cinque o dieci anni.”
Cameriere e badanti si trovano facilmente per le giovani donne che lavorano, ma il costo alto per l’istruzione secondaria la fanno riflettere se non sarebbe meglio andare in Giappone (il paese natio del marito) oppure andare in Australia quando suo figlio sarà in età di andare a scuola.
Chi ritornerà molto prima in Australia è la signora Leary. Il calore asfissiante della città e il traffico enorme possono essere una lagna, ma lei dice che le piace vivere qui. Comunque mentre i suoi genitori invecchiano, le sue priorità del lavoro cambiano. E non è solo quello: “Mi manca il cambio delle stagioni che abbiamo in Australia.”
Per Stanley Kang, capo operativo di una compagnia di tessuti di Taiwan in Thailandia, dice che Bangkok è il miglior centro regionale per condurre operazioni multinazionali nel Sudest Asiatico. Anche altri dirigenti condividono questa visione, come Luc de Waegh che si divide tra Bangkok, Singapore e la Birmania, e descrive Bangkok come vitale per gestire gli affari nella nuova economia che si apre in Birmania. “Credo che Bangkok come base per fare affari in Birmania è ideale. I quartieri generali delle maggiori compagnie che hanno affari in Thailandia hanno la base qui.”
Le infrastrutture e le comunicazioni sono migliori in Bangkok che nella maggior parte delle altre nazioni nella regione eccetto Kuala Lumpur e Singapore. Per Sarah Huang la Thailandia si posiziona meglio con gli altri centri maggiori come l’India per il lavoro multimediale che la sua compagnia fa. Un lato negativo comunque secondo la dirigente di appena ventisei anni è piuttosto culturale, perché i thailandesi e gli asiatici non sono soliti trattare con persone così giovani in posizione dirigenziale.
“Ho avuto problemi con persone più anziane ed esperte che volevano venire a lavorare con noi. Non sono mai stati soggetti a qualcuno in una posizione superiore che ha metà della loro età.”
Ma lei dice che la città è un grande posto per il cibo, con ristorantini dai cibi saporiti che non costano nulla lungo le strade che spesso ospitano ristoranti costosissimi. E’ anche un posto buono per bere dice Sarah Young che cita vari posti ben conosciuti nella Thonglor alla moda come nella grossolana Sukhumvit.
“Mi piace trattenermi da Cheap Charlie al soi 11, un bugigattolo malmesso in azione sin dai tempi della guerra del Vietnam.”
Ma Bangkok ha altre attrattive più accoglienti, più semplici come dice Stanley Kang: “La gente Thailandese è molto amichevole. E’ una nazione che sorride.” Quella natura di per sé affabile si diffonde alla comunità degli affari, dice Kang. “Abbiamo una rete con differenti camere di commercio qui” dice citando camere di commercio europee, asiatiche e nordamericane. Buoni posti dive connettersi e socializzare sono anche i numerosi alberghi lussuosi quali il vicino Plaza Athenee e l’Erawan Hyatt, con la sua facciata da colonne greche di fianco al tempio di Erawan, l’icona di Bangkok.
Joe Mannix, capo operativo della United Airlines in Thailandia, sa tutto di questi luoghi centrali di Bangkok, allo stesso incrocio dove le proteste anti governative tennero bloccato il centro della città per due mesi nel 2010.
Ma lui dice che l’economia thailandese e l’ambiente degli affari sono ritornati in piedi dopo i recenti disordini e l’allagamento del 2011, a testimoniare la resilienza della città e la determinazione della comunità internazionale degli affari a restare a Bangkok.