Nella corsa al voto del 2011, c’erano grandi discussioni secondo cui i militari avrebbero lanciato un golpe nel caso il partito Puea Thai dell’ex premier Shinawatra avesse vinto le elezioni. Un accordo fatto dietro le quinte, comunque, tra Thaksin, il palazzo reale e i grandi generali tenne le truppe nei campi militari quando la giovane sorella di Thaksin, Yingluck Shinawatra, giunse al poter con una grande vittoria elettorale.
L’accordo elettorale creò le premesse per un a calma relativa per oltre due anni, sottolineati dalla riverenza di Yingluck verso l’autorità reale, il non intervento negli affari militari e la separazione dagli elementi radicali antirealisti presenti nell’UDD, mobilitati e finanziati da Thaksin per abbattere il governo di Abhisit nel 2010 dopo che una corte sequestrò oltre 1 miliardi di dollari di proprietà personali.
Capeggiato da un ex membro del partito democratico, Suthep Thaugsuban, e sostenuto tacitamente dal poter reale con i suoi centri di poter nella burocrazia, corti, militari e monarchia, il PDRC ha lanciato manifestazioni, a volta di massa, in una scommessa che ha paralizzato la capitale nazionale di costringere Yingluck alle dimissioni e liberarsi dell’influenza della famiglia di Thaksin. Il PDRC sostiene che devono essere fatte da un consiglio del popolo nominato le riforme democratiche con forti misure contro la corruzione e ed una revisione delle forze di polizia, prima di poter tenere elezioni.
Thaksin e Yingluck considerano una soluzione immediata alla crisi montante, una prescrizione democratica sostenuta dai governi occidentali ma scoraggiata dalla Commissione Nazionale che deve guidare il processo elettorale. In precedenza Yingluck ha rifiutato una richiesta della Commissione di posticipare le elezioni a causa della instabilità politica. Senza alcun accordo tra Thaksin e il potere reale, al contrario del 2011, le elezioni saranno macchiate inevitabilmente dalla violenza ed annullate dalle agenzie e dalle corti allineate al potere realista.
In linea con la posizione del PDRC l’opposizione del partito democratico boicottano le elezioni. Il blocco del PDRC delle stazioni di registrazione dei candidati significa che non potrà essere raggiunta la quota del 95% dei parlamentari eletti, come richiesta dalla costituzione, a 30 giorni dalle elezioni. E’ anche dubbio che il Puea Thai possa conquistare in molte zone del meridione la percentuale del 20% di tutti gli elettori registrati come richiesto dalla legge per conquistare un seggio. Altri scontri e violenze si sa che accadranno nel giorno della votazione specie nella capitale e nelle province del meridione dove il partito democratico comanda.
Elezioni senza risultati daranno altre munizioni all’opposizione per mettere Yingluck sotto accusa e rovesciare il suo governo provvisorio accerchiato. Altri procedimenti penali, tra i quali la mozione di messa sotto accusa contro Yingluck, per il suo ruolo presunto nell’osservare un progetto di sostegno al prezzo del riso gestito male e largamente criticato, e per altri 250 deputati del Puea Thai per aver provato a modificare la costituzione, minacciano di creare un vuoto politico prima che la commissione elettorale, come largamente atteso, annulli ufficialmente il risultato elettorale. Yingluck potrebbe essere messa sotto accusa per la questione del prezzo del riso per metà febbraio.
Mentre il piano elettorale della coppia Thaksin Yingluck ha conquistato considerevole sostegno elettorale, ha esaurito le opzioni di sopravvivenza contro un potere reale in opposizione mentre la protesta e le misure legali montano contro il governo della loro famiglia. Il boicottaggio del PDRC delle elezioni porrà la sua agenda di riforma sotto una luce internazionale fioca, mentre farà splendere i proclami di difesa della democrazia della coppia Thaksin Yingluck.
Ma mentre gli elettori vanno incontro al voto del 2 febbraio, la Thailandia sembra più propendere verso un periodo di governo nominato piuttosto che di eletti, uno spostamento che le istituzioni realiste giustificheranno secondo discussioni legali e saranno sostenuti, benché non direttamente orchestrati, dai militari.
Mentre la copertura dei media ha centrato le azioni di strada del PDRC e le risposte del governo provvisorio e dei suoi sostenitori, il tira e molla è un riflesso di negoziati ancora in corso, dietro le quinte, tra Thaksin e vecchi realisti composti da generali in pensione, stando a diplomatici, mediatori ed altra gente ben posta nella situazione. Questi negoziati non sono ancora riusciti a raggiunger una nuovo accomodamento stabilizzante.
Il Generale Prawit Wangsuwan, ex ministro della difesa e guardia della regina, è il più visibile di quelli a cui alcuni diplomatici si riferiscono come un amorfo “consiglio degli anziani” che ora negozia con Thaksin attraverso vari canali ed intermediari. Altri vecchi includono uno dei golpisti, Winai Phattyyakul, un ex capo del NSC e amico di Thaksin Prasong Soonsiri, e il generale in pensione Siyud Kerdphol, ex comandante supremo e padre di Askra Kerdphol, capo dello staff dell’esercito.
Le richieste del PDRC affinché si dimetta Yingluck, di una epurazione della famiglia di Thaksin e della sua influenza politica e imprenditoriale, e una nomina di un consiglio del popolo nominato sarebbero tutte in linea con la posizione del negoziato della linea dura. Sin dalla dissoluzione del parlamento del 9 dicembre, i capi dei realisti hanno scommesso di fare leva su una morsa fatta di manifestazioni di strada contro gli Shinawatra e della pressione della messa sotto accusa per costringere Yingluck a dimettersi e avere un Thaksin arrendevole alla formazione di un consiglio di governo nominato.
In cambio i negoziatori del potere realista hanno offerto di sospendere le indagini per un anno sulle proprietà di Thaksin e della sua famiglia, per dare tempo a lui e ai membri della famiglia della sua ex moglie Pojaman di liquidare tutto prima di andarsene in esilio. Un approccio del potere offrirebbe a Thaksin, attraverso dall’intermediazione del suo ex primo ministro Suwat Liptapanlop, una certa discrezione su una minoranza delle nomine del proposto consiglio. Quella offerta è stata respinta dopo la granata del 17 febbraio sulla marcia del PDRC secondo una fonte.
Diversamente dall’accordo del 2011, a Thaksin è offerto ora da parte del potere guidato dai militari una proposizione a perdere. Un comitato di indagine sulla proprietà, dopo il golpe del 2006, aprì la strada al sequestro ordinato da un tribunale, nel febbraio 2010, di 1,2 miliardi di dollari di proprietà personali di Thaksin. Nel caso e quando il governo di Yingluck cadrà un consiglio del popolo potrebbe mirare a nazionalizzare le proprietà e affari controllati dagli Shinawatra, compresa l’azienda di Yinglcuk della SC Asset, in nome della riforma contro la corruzione.
Un diplomatico di base a Bangkok pose delle preoccupazioni che le imprese da cui gli Shinawatra hanno già disinvestito, come la impresa di telefonia mobile AIS, potrebbero essere a rischio di nazionalizzazione con un consiglio del popolo ultrarealista. Il capo di ricerca di una banca di investimento a Bangkok ha posto le questioni sulla possibilità che la parziale privatizzazione del gigante del petrolio PTT fatte in velocità da Thaksin ed acquisite dai suoi alleati potrebbero essere invertite da un governo nominato che si dediche all’epurazione dell’eredita di Thaksin.
Una epurazione forte e visibile degli interessi della famiglia Shinawatra servirebbe allo scopo parallelo del potere di spingere membri del Puea Thai, per paura di un analogo trattamento delle proprietà, ad abbandonare Thaksin ed ad unirsi agli altri partiti, guidati dagli ex Banharn Silpa-archa, Suwat Liptapanlop e Newin Chidchob. Un governo del Consiglio del Popolo mirerebbe a riordinare la politica nazionale per evitare che si raggiunga il dominio di un partito come fatto da Thaksin e restaurare il vecchio ordine di coalizioni deboli, rissose guidate manipolate da dietro le quinte da forze realiste.
L’agenda più vasta non detta del potere realista è assicurarsi che un governo ed una legislatura guidati da Thaksin non siano al potere nel momento della successione reale. Molti realisti credono che Thaksin potrebbe mirare a complicare la transizione attraverso il controllo dell’assemblea nazionale che gioca un ruolo nel processo di successione, compreso quello che vede la principessa piuttosto che il principe in linea per la successione alla corona da parte de Consiglio Privato della Corona.
In precedenza alcuni analisti discutevano della possibilità che i militari realisti potessero sospendere la democrazia ed usurpare il potere alla morte del Re Bhumibol per assicurare una transizione reale normale e desiderabile. Ora il PDRC sta dando i metodi preventivi per assumere il potere attraverso amici e epurare la minaccia percepita di Thaksin prima di quel giorno delicato, nominalmente per la riforma democrazia e senza un aperto intervento militare in politica. Una epurazione dell’influenza di Thaksin servirebbe anche per alleviare le paure di certi realisti sulle potenzialità di un perdono reale di Thaksin dopo la successione.
Sin dal ritiro del re e della regina da un ospedale di Bangkok al palazzo reale di un luogo di mare ad Agosto, il principe ereditario Vajiralongkorn ha reclamato la sua autorità reale con una richiesta di stabilità prima delle proteste del PDRC e attraverso la formazione e il reclutamento della sua propria guardia reale dedicata.
Mentre le proteste contro Thaksin guidate in precedenza dal PAD giravano attorno al tema della democrazia, il PDRC si è allontanata dall’aperto simbolismo del giallo ed ha adottato i colori della bandiera thailandese per la propria “bloccar Bangkok, far ripartire la Thailandia”. Ancora di recente, la più giovane figlia di Bhumibol, principessa Chulabhorn, ha posato in varie foto con i nastrini della bandiera nazionale e con messaggi diretti contro le minacce recenti del governo verso i manifestanti, dicendo che essa stessa potrebbe essere chiamata traditrice per usare i colori nazionali. Altri notano che lo stadio di protesta a Pathum Wan è posizionato simbolicamente di fronte al palazzo personale della principessa Siridhorn, sorella più giovane di Vajiralongkorn.
Non c’è ancora comunque un segno che Thaksin si arrenda senza combattere. Secondo alcuni analisti Thaksin è stato forse attirato in una trappola realista, laddove l’ex premier era stato condotto a credere che i militari ed il palazzo, come ricompensa dei gesti conciliatori della sorella verso le istituzioni reali, non avrebbero fatto resistenza all’approvazione di un’amnistia completa che lo assolveva dall’accusa di corruzione. La risposta popolare di massa finanziata dai ricchi ha smascherato la menzogna e chiuso discutibilmente qualunque canale legale per un perdono reale a Thaksin.
Un’altra teoria su un chiaro calcolo sbagliato di Thaksin afferma che il trasferimento di giugno di Chalerm da vice primo ministro al meno influente ministro del lavoro avesse tagliato canali di informazione fondamentale, mentre consiglieri meno esperti raccomandavano che Thaksin andasse avanti con l’amnistia nel mezzo dei problemi del palazzo e con scompiglio nelle file dei grandi generali per l’assenza della guida reale di alto livello.
In un cambio, il duro Chalerm fu nominato a guidare il nuovo centro di Yingluck per rafforzare il decreto dell’emergenza imposto il 21 gennaio dopo le recenti violenze. Mentre il precedente CAPO prometteva di non usar la forza per sopprimere la protesta che si estendeva, una strategia mirata ad evitare la responsabilità del governo per morti di manifestanti, Chalerm ha annunciato piani per arrestare i capi del PDRC e riprendere gli uffici governativi occupati e gli spazi pubblici.
Mentre le sue opzioni strategiche si restringono, Thaksin si è ritirato e ha chiuso i canali di comunicazione che ha usato con i mediatori esterni, stando a fonti legate alla situazione. Alcuni si domandano se non significhi voler dare un segnale di accelerare la violenza, sia per impaurire i sostenitori della classe media dai siti del PDRC e prefigurare una risposta armata se Yingluck è alla fine cacciata dal potere con metodi giudiziari o extra legali.
Sono stati lanciati una serie di attacchi con granate e armi da fuoco da figure in ombra contro le manifestazioni del PDRC e le residenze private dei capi, con dieci manifestanti morti e centinaia di feriti. Entrambi gli schieramenti si sono accusati l’un l’altro, sebbene molti analisti indipendenti e diplomatici esteri credono che molto probabilmente sono stati lanciati da sostenitori del governo.
Una fonte militare afferma che le granate del 17 e 19 contro il PDRC siano stati fatti da elementi della mafia coinvolti nel gioco d’azzardo e con legami con la polizia della provincia di Pathum Thani. Elementi impazziti della polizia avrebbero assoldato persone per vendicarsi degli assalti del PDRC al suo personale e alle proprietà, mentre si evitano confronti diretti con membri dei militari, come soldati in abiti civili che fanno da guardie del PDRC in certi siti della protesta. Si sa che Thaksin ha legami forti nei ranghi della polizia.
Ufficiali della polizia hanno suggerito che il PDRC, o colpevoli alleati e legati a militari, abbiano fatto gli attacchi per incastrare il governo e far riprendere il momento in un momento di debole sostegno popolare alla protesta. Gli arresti della polizia di membri dei navy Seal vicino al sito della protesta e la cattura di un sospetto legato ai militari nel trasporto di armi da guerra da una base di Lopburi ad uno sconosciuto alimenta la narrazione. Comunque sia entrambi gli schieramenti hanno un incentivo nascosto a far crescere la violenza in ombra.
Persino con il maggior numero di attacchi armati e costi umani crescenti, è improbabile che il generale Prayuth lanci un golpe controverso e impopolare mentre ci sono varie leve giudiziarie a disposizione dei realisti. Per tutta la protesta Prayutj ha mantenuto la neutralità dei militari, una scommessa per metter i generali come mediatori piuttosto che partecipanti alla crisi.
Mentre il PDRC ha rifiutato pubblicamente la richiesta di protezione dei siti di protesta da assalitori sconosciuti, pochi analisti prevedono uno scenario in cui Prayuth dispieghi le truppe per sopprimere le proteste, come fece con effetti letali, nel 2010 in tandem con Suthep, allora vice primo ministro. Mentre Bangkok e le aree circostanti sono ora sotto l’emergenza, le truppe, che si sono posizionate sui perimetri delle proteste del PDRC, sono ora più chiaramente designati a protezione contro attacchi di sconosciuti che a smantellare le barricate improvvisate.
Gli analisti della sicurezza soppesano l’abilità di Thaksin a creare una risposta di insorgenza con la mobilitazione e trasformazione delle magliette rosse in una forza che lotta nel caso Yingluck sia cacciata dal potere. Lo scenario da guerra civile che divide il paese tra un nord e nordest a favore di Thaksin e sud e capitale a favore dei democratici, lanciato da alcuni studiosi e diffuso dai media stranieri, sembrano comunque sovrastimati alla luce delle recenti deboli mobilitazioni dell’UDD.
Le manifestazioni organizzate dall’UDD nelle roccaforti di Thaksin non sono riuscite a galvanizzare grandi numeri, a causa del disincanto con la scommessa di Thaksin per l’amnistia che avrebbe assolto i generali e i capi del partito democratico coinvolti nella morte delle magliette rosse nel 2010. Molti dei germogli fioriti durante la lotta contro il partito democratico sono stati lasciati languire dopo l’elezione di Yingluck in relazione anche ai termini di ingaggio con il potere reale.
Gli esperti della sicurezza affermano che se Thaksin avesse la capacità o volontà di lanciare un’insorgenza nelle campagne guidate dall’UDD per dividere il paese, lo avrebbe fatto a ridosso della repressione del maggio 2010 in un momento fortemente carico. La sola risposta apparente fu una campagna debole di bombe anonima a Bangkok che misteriosamente terminò con le parti che riprendevano colloqui sulle nuove lezioni. Ora i termini di quell’accordo si sono rotti e non si vedono i segni di un nuovo accomodamento di poteri prima delle fatidiche elezioni di domenica e di una crescente ondata di violenze.
Shawn W Crispin Asia Times Online’s Southeast Asia Editor.