La corte costituzionale thailandese ha decretato il capo del Future Forward Party Thanathorn Juangroongruangkit colpevole di aver violato la legge elettorale e la costituzione del 2017 delegittimando così la sua elezione a parlamentare, senza però condannarlo a sentenze di carcere o a lasciare la politica.
Nel giro di cinque giorni entrerà in parlamento un nuovo membro del FFP.
Si deve aggiungere che altri 64 membri del parlamento si troverebbero in condizioni simili a quelle per cui è stato ritenuto Thanathorn Juangroongruangkit colpevole, ma i loro casi non sono stati ancora esaminati dalla corte costituzionale, né sono stati sospesi.
E’ una sentenza che, per quanto attesa e prevedibile, incrina quel pizzico di credibilità della presunta transizione democratica della Thailandia.
Thanathorn è colpevole di non aver venduto per tempo le sue 675mila azioni nella V-Luck Media Co prima di candidarsi alle elezioni di marzo scorso con la conseguenza che la sua presenza nella società risultava ancora ufficialmente a pochi giorni dalle elezioni. Il termine legale sarebbe dovuto essere il 6 febbraio scorso.
Traduciamo un articolo di Pravit Rojanaphruk sulla sentenza.
C’è un futuro dopo Thanathorn e Future Forward Party?
Ora che è stato ritenuto il capo del FFP Thanathorn Juangroongruangkit colpevole di aver violato le leggi elettorali, il futuro del partito e della politica thai diventa ancora più incerta.
La Corte costituzionale ha decretato Thanathorn colpevole di possedere azioni in una impresa dei media V Luck, quando si è registrato per partecipare alle elezioni a marzo. Questo è proibito secondo i regolamenti elettorali. La pena è la sua decadenza da parlamentare.
Che sia stato superficiale o meno, Thanathorn ha deluso sia se stesso che i suoi sostenitori. Le azioni potevano essere trasferite molto prima ed in un modo più trasparente. Quello che si poteva facilmente evitare potrebbe rivelarsi un colpo molto costoso per un uomo che di recente era stato scelto da Time Magazine nei suoi TIME 100 Next, una delle prime cento persone guida dai vari campi in tutto il mondo.
Per mitigare la paura sul futuro di Thanathorn e del suo partito , la portavoce del partito Pannika Wanich ha immediatamente inviato un Tweet dopo la sentenza dicendo che Thanathorn resta capo del partito. E’ anche il loro candidato a Primo Ministro per le prossime votazioni thailandese.
Ma per quanto tempo?
Se si considera che Thanathorn ha numerose altre denunce sulle spalle, 25 in tutto, non è difficile immaginare il giorno in cui il Future Forward non avrà più un futuro.
Il carismatico Thanathorn si è ritagliato uno spazio politico al di fuori del parlamento da sei mesi ormai. Gli è stato vietato di aggregarsi agli altri parlamentari sin da quando il tribunale accettò la denuncia contro di lui sospendendolo da parlamentare a maggio. Thanathorn si è ben adattato alla nuova realtà.
Oltre a dirigere il partito e a seguire il dibattito parlamentare dall’esterno, il politico quarantenne di primo pelo ha dedicato molto tempo ad incontrare i sostenitori del partito in tutto il regno.
Quello non sarà più un ruolo temporaneo per Thanathorn. E dovrà ritagliarsi con forza un futuro ruolo politico al di fuori del parlamento.
E c’è una grande incognita: potrebbe ancora essere incarcerato per dieci anni se il verdetto di oggi è ripreso dalla Divisione per i Pubblici Ufficiali della Corte Costituzionale che potrebbe decidere di dagli una pena maggiore.
Se osserviamo i tanti segnali mandati dal potere verso Thanathorn ed il suo partito che sono considerati una minaccia mortale, come la nota filippica del generale Apirat Kongsompong, è ragionevole predire che le autorità troveranno alla fine un mezzo legale per dissolvere lo stesso partito.
D’altronde è un partito che vuole riscrivere del tutto la carta costituzionale della giunta, che vuole tagliare il portafoglio della difesa, che vuole abolire la leva obbligatoria e spingere per una maggiore decentralizzazione.
Nel giorno in cui dovesse essere messo in carcere Thanathorn e disciolto il suo partito, cosa ne sarà degli oltre sei milioni di elettori che hanno votato il partito alle elezioni?
Chi ha deciso di partecipare alla vita politica non può essere riportato nel sonno felice. Ma cosa faranno del loro scontento? Basterà loro fare rumore e dare sfogo alla rabbia dentro Twitter o Facebook, specie quei giovani che hanno trasformato Thanathorn in una stella di Twitter con 650 mila amicizie?
E’ facile confondere la realtà virtuale dei media sociali per la realtà materiale che è più grande ed includente. Sarebbe anche poco saggio per loro scendere per strada ed iniziare un altro sfogo di rabbia, di prolungate proteste di strada come quelle che la Thailandia ha visto nei passati due decenni.
Ancora più duro sarebbe per loro ritrovare il modo per farsi sentire e per far contare il proprio voto nel caso che Future Forward fosse disciolto e Thanathorn messo in prigione. Potrebbero essere costretti a trovare un partito surrogato, ad usare più immaginazione, volontà e resilienza per mantenere la loro resistenza.
Per proteggere e voci che si sono espresse nell’urna elettorale dovranno essere creativi.
Se i sostenitori del Future Forward desiderano avere un domani politico devono capire che ieri è stato il giorno facile.