Tornerà ad essere un hub navale americano Subic Bay?

In una visita recente del capo della difesa americana Lloyd Austin alla base navale a Subic Bay, gli USA hanno dato segnali di interesse a fare di questa struttura un hub navale americano in Asia nel crescente groviglio di tensioni del Mare Cinese Meridionale.

La visita alla base di Subic Bay nella provincia di Zambales è stata l’ultima di un viaggio di undici giorni nell’Indo-Pacifico con il segretario di Stato Blinken ed è la sua seconda visita dopo aprile 2023.

Tornerà ad essere un hub navale americano Subic Bay?

Secondo il ministero della difesa americana la visita è stata un modo di “illustrare le opportunità lì per la cooperazione industriale alla difesa da parte di USA, Filippine e alleati e partner regionali”. Subic è stata la maggiore struttura navale americana finché Washington non fu costretta a ritirarsi da tutte le sue basi militari nel 1991.

Da allora le forze armate filippine e americane usano la vasta area per facilitare il rifornimento e la riparazioni di navi oltre ad essere punto di arrivo dell’equipaggiamento militare USA per le esercitazioni bilaterali.

La visita giunge dopo i colloqui che Blinken ha tenuto con i ministri filippini Manalo e Teodoro per discutere dei legami alla difesa e delle dispute territoriali con Pechino, durante la quale hanno annunciato altri 500 milioni di dollari in aiuti militari per le Filippine.

Al momento non ci sono basi legali perché Washington possa ristabilire la sua base a Subic Bay anche se sarebbe possibile con cambi negli accordi esistenti e nel quadro legale filippino che dipendono largamente dalla volontà politica a Manila.

Secondo l’analista Chester Cabalza del IDSC gli USA potrebbero fare di Subic un hub navale americano se solo il presidente Marcos figlio lo volesse.

Subic fu presa dagli USA durante la guerra Filippina Americana nel 1899 controllandola fino al 1991 quando il senato filippino votò per rigettare il rinnovo dell’accordo delle basi americane a causa delle preoccupazioni di sovranità nazionale.

“Dal momento che Marcos Figlio è il comandante in capo delle forze armate, ha la prerogativa di dare un trattamento preferenziale agli USA, il nostro alleato più vecchio” sostiene Cabalza il quale nota che Marcos ha già dato maggiore accesso agli USA alle strutture militari delle Filippine secondo l’ ECDA che permette la rotazione delle truppe nel paese e permette a Washington di costruire ed operare strutture nelle basi filippine designate.

Subic Bay comunque non è tra le strutture indicate da Marcos tra le nove basi indicate nell’ECDA lo scorso anno.

Secondo Cabalza, se gli USA vogliono Subic Bay per riparare le proprie navi e le navi degli alleati ciò sarebbe possibile anche per la crescente cooperazione navale tra Manila e Washington.

Sherwin Ona, politologo presso l’Università De La Salle di Manila, concorda sul fatto che l’aumento della presenza di Washington a Subic Bay ha senso dal punto di vista strategico, in quanto gli Stati Uniti potrebbero utilizzarla come area di sosta naturale per le operazioni navali grazie alle strutture di manutenzione esistenti.

Inoltre Subic Way ha una capacità di porto profondo che rende l’area ideale per operazioni navali su larga scala, sia di superficie che di sottosuolo.

“Può ospitare anche un vasto arsenale di operazioni navali ed è ideale per operazioni multinazionali. Credo che gli USA sfrutteranno la struttura di Subic per le loro esigenze di manutenzione e riparazione navale. Subic può anche essere utilizzato come deposito logistico per sostenere le operazioni navali”, ha dichiarato Ona che aggiunge:

“Comunque non sarà per il loro uso. Non possono operare legalmente perché non esiste un accordo di basi permanente. Sarebbe più simile ad un accordo di forze in visita, rotazionale e più per manutenzione e di riparazione”.

Secondo Abdul Rahman Yaacob del Lowy Institute a Sidney la conversione di Subic Bay in base esclusivamente militare è poco probabile perché gli USA preferiscono accedere ad un più vasto campo di basi piccole affinché le loro forze siano disperse e meno esposte alle azioni militari di avversari.

“Ma un accesso a strutture di manutenzione a Subic Bay è fondamentale perché è vicino al Mare Cinese Meridionale. Nel caso che gli USA pensino ad accrescere la loro presenza nel Mare Cinese Meridionale, ha senso avere strutture per fare riparazioni e di rifornimento più vicine all’area delle operazioni. Subic è strategicamente posta da questo punto di vista”.

Abdul Rahman Yaacob ha anche aggiunto:

“Se Subic diventerà un centro di riparazione per le navi da guerra statunitensi e dei partner affini, sarà un segnale dell’approfondimento delle relazioni di Manila in materia di difesa con gli Stati Uniti e i suoi partner affini. Dimostrerà anche il desiderio di Manila di ancorarsi a potenze esterne nel sud-est asiatico per controbilanciare l’esercito cinese”.

Questo sviluppo secondo Yaacob farebbe preoccupare molto la Cina che ha sempre provato ad allontanare dal Sudest Asiatico le potenze esterne.

Secondo Ona Pechino vedrebbe questa azione come una provocazione di Washington al pari dell’impiego prolungato dei missili di medio raggio nelle Filippine.

Ad aprile gli USA posero il sistema missilistico Typhoon a Luzon settentrionale da dove potrebbe lanciare i missili Tomahawk che hanno un raggio di 1600 chilometri.

“Non sarà difficile immaginare che la Cina accuserà gli USA di accrescere le tensioni nella regione e parlare delle Filippine come di una pedina americana. Pechino userà questo sviluppo per accrescere ulteriormente le sue attività nelligeranti nel Mare Filippino Occidentale” ha detto Ona riferendosi al modo in cui Manila chiama la zona economica esclusiva filippina che cade nel Mare Cinese Meridionale.

“Pechino deve capire che questo accade a causa delle sue rivendicazioni esagerate e alle sue attività illegali” ha aggiunto Ona.

Manila e Pechino sono coinvolte da diversi mesi in una disputa territoriale sempre più accesa nel Mar Cinese Meridionale, che ha portato ad una ultima scaramuccia del 17 giugno tra la marina filippina e la guardia costiera cinese presso la contesa Second Thomas Shoal.

Molti analisti considerano quello scontro un punto di svolta nell’escalation del conflitto, poiché ha provocato il ferimento di diversi marinai filippini, tra cui uno che ha riportato la frattura di un pollice.

Ona ha dichiarato che l’Amministrazione Marcos sarà molto cauta su qualsiasi decisione di aumentare la presenza delle forze armate statunitensi sul suolo del suo Paese, dato che il tema delle basi straniere è diventato controverso per alcuni segmenti dell’opinione pubblica.

“Credo che uno dei motivi principali che spinge Manila a chiedere sicurezza a potenze esterne sia l’incapacità dell’Asean (l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico) nel sostenere Manila nelle sue attuali dispute con la Cina nel Mar Cinese Meridionale. Ci sono frustrazioni all’interno delle comunità diplomatiche e di difesa delle Filippine, che sembrano essere paralizzate nel trattare con la Cina nelle dispute sul Mar Cinese Meridionale”, ha sottolineato.

Jeoffrey Maitem SCMP

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