Con questa analisi, apparsa per la prima volta sul Matichon del 25 settembre 2014, Nidhi Eoseewong ci dà un’analisi comparata del totalitarismo nazionalismo e amore.
Quando la lessi per la prima volta, e poi ancora, pensai immediatamente alla frase famosa del Che “lasciatemi dire fino al rischio di sembrare ridicolo, che il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d’amore” – Tyrel Haberkorn
Il totalitarismo nazionalismo e amore.
Lo scorso agosto il Prachatai aveva un titolo di testa “Gli occhi di una donna nordcoreana si aprono dopo aver visto Titanic”. Corsi a leggere i dettagli dell’articolo. Avendo visto il film ero curioso naturalmente di come avesse potuto aprire gli occhi di qualcuno.
Naturalmente la notizia non diceva che solo guardando il film aveva aperto gli occhi di Park Yeonni, che ora è fuggita nella Corea del Sud. Lei disse che c’è un gruppo di nordcoreani che ama guardare film stranieri, anche se nella Corea Del Nord è un crimine grave. Per un film indiano o russo si possono ricevere tre anni di carcere. Ma se è un film americano, la pena è la morte. Eppure la gente in segreto compra e scambia film costantemente.
La signora Park viveva in un piccolo spazio che, in segreto, si è ricavato in una dittatura che lotta per essere autoritaria della Corea del Nord. Non solo vedeva film stranieri ma suo padre era stato messo in prigione per aver venduto acciaio alla Cina. Forse la donna era coinvolta anche in commerci del mercato nero.
Sul film la Park ha commentato così: “Fui molto sorpresa nel vedere Titanic. Vidi un uomo che voleva sacrificare la sua vita per una donna, come se fosse la nazione… a quel tempo sentivo che c’era qualcosa che non andava con chi era interessato all’amore, indipendentemente dal colore della pelle, della cultura o della lingua. Chiunque fossero erano differenti da me”
Credo che la signora Park dica che l’amore sia naturale per gli esseri umani, e che il fatto che governo nordcoreano costringa e addestri le persone a lasciar perdere l’amore è perciò contro natura.
In Thailandia un gran numero di poeti e scrittori condividono il pensiero della Park per cui l’amore è un sentimento naturale, come aver sonno, fame o paura. L’amore quindi può “sorgere nel cuore di ognuno” senza ragione.
Credo sia una questione di incomprensione. L’amore ha la sua propria cultura, non sorge spontaneamente. Questa stessa incomprensione forse non è di grande importanza, ma ci fa mancare di comprendere perché la dittatura totalitaria deve costituirsi come nemica dell’amore.
Forse dobbiamo iniziare a separare l’amore dalle relazioni. Noi “amiamo” i nostri genitori perché siamo connessi a loro e abbiamo una relazione con loro per tutta la nostra vita. Non siamo solo legati a loro, ma legati a loro e all’accumulazione di molti tipi di relazioni che abbiamo avuto con loro. Siamo legati alle relazioni stesse che è più importante dell’essere legato all’individuo. Perciò amiamo ancora i nostri genitori persino quando scompaiono. L’amore non si allenta o scioglie. O per metterla in altro modo continuiamo a restare legati con la relazione che ora è solo una memoria.
L’amore è un sentimento di un individuo per un altro individuo. Potrebbero non avere ancora una associazione, o potrebbero averne avuta una lunga. L’amore differisce perciò dalla relazione poiché non è necessariamente connessa all’essere associati insieme. E quando è questo il caso è spesso non controllato dalla legge, dall’economia… Ci porta a sentire con certezza che l’amore è molto naturale.
Ma no, non lo è. L’amore è culturale. E’ un’emozione che costruiamo tra le relazioni sociali nel mondo moderno. Il mondo moderno ci ha dato una coscienza della nostra individualità. Non voglio dire che agli antichi mancava questa coscienza. L’avevano anche loro ma non era una coscienza importante, non la usavano come fondamento della relazione con le altre persone.
Senza questa consapevolezza, non potremmo avere l’amore nella forma con cui siamo familiari al momento. Direi anche che non potremmo avere anche una coscienza liberale, perché il liberalismo occidentale si basa sull’individualismo. Vale a dire, naturalmente ogni persona ha uguali diritti ed ogni persona ha la libertà di esprimere la propria individualità e la particolarità che la rende differente da altra gente.
Proprio qui c’è quello che rende l’amore pericoloso per la dittatura. L’amore è specialmente pericoloso ai regimi totalitari come quello che la Corea del Nord prova ad essere, o l’Oceania del 1984 di Orwell.
L’amore o l’individualità dell’eroe e dell’eroina sono al centro di 1984. Si incontrano in un piccolo angolo non raggiunto dalle telecamere dello stato. La crescente coscienza dell’individualità e dell’amore accrescono i loro sentimenti negativi contro lo stato, perché lo stato totalitario non ha dato alcuno spazio per l’individualità di ognuno.
Quando lo stato scopre il crimine della coppia, porta i protagonisti ad “aggiustare il loro comportamento” piuttosto che ucciderli ed eliminarli. Questo perché il pericolo che pongono al totalitarismo non è catturato in questa particolare coppia uomo donna, ma il pericolo è trovato nell’amore e nella coscienza dell’individualità stessa. Lo stato deve uccidere la coscienza piuttosto che le persone individuali.
E lo stato ha successo (in 1984). Quando i due si incontrano di nuovo, sono estranei uno all’altro. Non si incontrano più come Winston e Giulia. Ognuno è un cittadino leale dello stato totalitario nelle proprie azioni, emozioni, coscienza e pensiero. Discutono della loro passata esperienza come se fosse un tipo di informazione. Il passato non ha significato per loro come individui, e resta solo il significato dato dallo stato.
La dittatura totalitaria non riesce ad accettare questo tipo di amore, poiché fonda la coscienza individuale. Titanic è un romanzo ordinario romantico, una storia di amore che attraversa i confini di classe, famiglia e discendenza. La storia finisce con il sacrificio della vita per la persona amata. C’è un romanzo che riesce ad enfatizzare l’individualità dell’amore più di questo?
Perciò il film può essere straordinario per chi vive in società in cui l’individualità è la norma, ma diventa allarmante per chi vive in società dittatoriali in cui lo stato scoraggia e vieta la coscienza dell’individualità. Come notava la signora Park, devono sacrificarsi per la nazione non per un amore o una singola donna.
Un altro punto che mi interessa è il blocco delle notizie da parte del governo nordcoreano. La pena per vedere di nascosto film stranieri è molto dura. Per proteggere la gente dal venire a sapere la verità sul mondo esterno. Cosa ci dice tutto questo? Che la verità creata dallo stato per i cittadini non è forte abbastanza. Lo stato perciò sospetta che la verità da un’altra prospettiva potrebbe minare facilmente quello della verità dello stato.
Una dittatura, in qualunque altro posto, tenterà di bloccare le notizie e le informazioni, ma non è importante per la creazione o il mantenimento del potere dittatoriale, particolarmente quella della dittatura totalitaria.
Secondo Anna Arendth, la dittatura totalitaria è un fenomeno del mondo moderno, non ha precedenti storici. Voglio a partire da Arendt espandere per dire che la dittatura della nuova era è totalmente differente dalla dittatura vecchio stile. Il mondo ha familiarità del tipo di regime che chiamiamo tirannia che esisteva da sempre. Ma la dittatura in questa nuova era, che sia o meno totalitaria, differisce dalla tirannia.
Usiamo la sua teoria della dittatura totalitaria per ragionare su questa cosa. Secondo Anna Arendt, la dittatura totalitaria (o la dittatura della nuova era secondo me) possiede due strumenti importanti: l’ideologia e la costruzione del timore.
Anche i tiranni usano la costruzione del timore, ma lo fanno in modo molto differente dai dittatori della nuova era. I tiranni tormentano o uccidono i loro nemici o chi sospettano tali. Ma i dittatori usano misure che suscitano il timore su tutti, anche chi si trova dalla loro parte. Il loro obiettivo non è solo eliminare i propri nemici ma assicurarsi il dominio totale. Vogliono il dominio sui corpi, le menti, le immaginazioni e i desideri di ogni cittadino.
In Corea del Nord la gente vede film stranieri perché vogliono trovare una gioa nuova, non familiare. Non pensano a sovvertire il potere dello stato, ma devono essere puniti severamente per aver osato ricercare la gioia e per propagare la paura tra le altre persone. (La signora Park parla dell’apertura degli stadi sportivi per le esecuzioni così da poter ospitare tutti gli spettatori.)
Abbiamo perciò un immagine di innocenti, o persino quelli dalla parte della dittatura, che devono fuggire al peso ordinandosi o scappando all’estero, o altrimenti vivendo l’essere incastrato e perseguitato in processi chiaramente fasulli. Le dittature non fanno azioni come questa per distruggere direttamente le loro vittime, ma per creare una paura su vasta scala, per portare tutta la gente a inchinarsi completamente e profondamente.
La dittatura nordcoreana forse non opera con la stessa efficienza di quella staliniana o hitleriana ma l’obiettivo dell’uso ella paura non è differente.
Nel diventare più paurosi perdiamo la nostra individualità, perché, sebbene l’identicità possa essere ancora pericolosa, il maggior pericolo della differenza non ha bisogno di essere enumerata. L’obiettivo della dittatura della nuova era è di incutere paura fino al punto in cui non fuggiamo terrorizzati. Non osiamo usare il nostro intelletto, o fare qualcosa di altro che sentire (come l’amore di cui si è già detto)
Una volta sentii un detto straniero che persino Dio non può cambiare il passato. Ma Mao ambiò la storia cines allo stesso modo in cui Hitler e Stalin cambiarono la storia. Altre nuove dittature provano anche a fare così.
Uno strumento importante della dittatura totalitaria è l’ideologia, che però deve avvolgere nel controllo il passato, il presente ed il futuro dell’umanità in modo completo. Per esempio l’ideologia di una razza superiore che rese possibile il mondo nel passato e determina il futuro. L’ideologia di classe o l’ideologia della lotta di classe che determina chi sarà la classe dominante nel futuro.
In questo senso, non è solo una questione che la dittatura totalitaria faccia inchinare le persone fino a che non resti nulla di loro. La dittatura totalitaria domanda alla gente di inchinarsi per quindi creare nuove persone che differiscano da quelli nel passato. Alla gente si chiede perciò la materia prima da cui costruire la nuova società. Le persone sono solo materiale grezzo da cui produrre nuovi esseri umani. Per questa ragione le persone non hanno valore di per sé per la dittatura totalitaria. Possono essere mandati a morire nelle camere a gas, o nel freddo della Siberia, o resi dei fertilizzanti. Possono essere cacciati dal paese, incarcerati e dimenticati. Il “corpo” delle persone può essere ucciso condannandoli in televisione.
Al momento parliamo spesso, in Thailandia, di flusso relativamente libero di informazioni. Ma credo che l’incapacità del potere a bloccare notizie e informazione di per sé non sia sufficiente a destabilizzare il potere della dittatura totalitaria. L’ideologia è più importante. Sia le dittature totalitarie che quelle non totalitarie devono riuscire a rendere dominante nei cuori e menti delle persone la propria ideologia affinché il flusso di notizie o informazioni diventi meno pericoloso. Perché allora la gente saluta quell’informazione con un tipo diverso di comprensione. Giappone, Francia e Germania sono ricche abbastanza da costruire numerose liee ferroviarie veloci. La gente potrebbe sentire questa notizia e capire che i lavoratori di questi paesi erano molto oppressi finché il paese aha ammassato abbastanza denaro da costruire un treno veloce per l’uso della borghesia.
Se la consideriamo in modo comparativo, in assenza di ideologia, non possiamo dare una ragione del perché non ci sono treni veloci se non perché non siamo pronti. Possiamo provare questa mancanza di prontezza con riferimento alle strade acciottolate o che nn ci sarebbero passeggeri o che servirebbe al trasporto di verdura.
La dittatura nel mondo moderno che non ha raggiunto il livello di totalitarismo deve quindi trovare un’ideologia per rafforzarsi. La loro ideologia non si estende semplicemente con lo stesso largo fascino della dottrina razziare o del marxismo, quindi devono basarsi sui riferimenti all’ideologia nazionalista.
Ma il nazionalismo come ideologia pone un certo grado di difficoltà alla dittatura. Noi possiamo amare la nazione in molti modi. Il mio amore può essere differente dal vostro. Per dirla differentemente l’ideologia nazionalista permette ancora alle persone di usare il loro intelletto o individualità. L’amore per la classe ha in realtà la stessa apertura. Ma la dittatura può facilmente costringere la fedeltà di classe a avere un solo significato determinato dalla dittatura stessa.
Inoltre l’amore per la nazione genera meno obblighi poiché il nazionalismo non mira a costruire un nuovo tipo di società e di persone allo stesso modo della teoria di classe. La dittatura perciò si affida al nazionalismo per intervenire nella vita delle persone in un modo più limitato. Il grande dovere messo sugli individui secondo i principi della classe serve a costruire un proletariato globale. E’ un dovere dell’umanità e riduce ogni persona ad una dimensione piccola. Con questo tipo di ideologia una dittatura può fare sembrare razionali le stragi e l’oppressione. Ma una dittatura che operi solo con ‘ideologia nazionale non può farlo perché sembrerebbe illogica e stupida.
La dittatura nordcoreana è la stessa. Anche se il regime è comunista l’ideologia centrale è il nazionalismo e perciò la dittatura teme il flusso di informazioni e le notizie incontrollate dallo stato.
Le dittature nazionaliste che mancano dell’efficienza nordcoreana quindi vanno incontro a maggiori difficoltà nel controllo delle notizie. Devono perciò usare misure come quelle dei tiranni. Ma i tiranni sono dittatori ormai fuori del tempo nell’era moderna. Se li chiamate col nome del Re Filosofo come Platone o Dhammaraja come i buddisti, il regime stesso è una forma indietro nei tempi, per i quali è difficile continuare ad esistere nel mondo e nello stato moderno senza l’uso della repressione violenta.
Ma la repressione violenta fa sì che l’immagine del Re Filosofo o del Dhammaraja scompaia.
Nidhi Eoseewong, Prachatai.com
traduzione dalla versione inglese di Tyrel Haberkorn