Nella provincia di Bokeo nel triangolo d’oro nel Laos settentrionale vi è un paradiso incontrastato di attività criminali che vanno dal traffico di droga e di donne alle truffe online in cui le autorità laotiane sono essenzialmente senza alcun potere di interferire.
Il paradiso incontrastato di attività criminali ha il suo epicentro nella Zona Economica Speciale del Triangolo d’oro, un centro di turismo e di gioco d’azzardo riservato alla clientela cinese, localizzata al confine di tre paesi del Sud Est Asiatico, lungo il fiume Mekong: Birmania, Laos e Thailandia.

Questa assenza di potere pubblico in questo paradiso incontrastato è denunciata sia dai lavoratori che dalle autorità statali laotiane che hanno un accesso a causa della natura speciale dell’area.
Basti pensare che le autorità devono richiedere il permesso di entrare ai responsabili del Kings Roman Casino, gestito da cinesi di Hong Kong del gruppo Dok Ngiew Kham Group che detiene 80% delle azioni su 3000 ettari mentre il governo laotiano ne ha il 20%.
Sono in molti ad aver descritto questa situazione come quella di una colonia cinese di fatto.
“Se i lavoratori hanno un problema in quella zona, devono chiamare solo le autorità della zona e la polizia di Bokeo non può aiutarli perché non hanno alcun potere” dichiara un lavoratore a Servizio Laotiano di RFA, cosa confermata da polizia e lavoratori stranieri lì impiegati.
“Normalmente ci sono le unità della zona economica speciale che sono le sole a risolvere i problemi che accadono dentro. Se ci sono casi gravi fanno il rapporto alle autorità di più alto livello dentro la zona”.
Zona Economica Speciale del Triangolo d’oro fu creata nel 2007 e come tutte le aree economiche esclusive sono esentate da gran parte dei regolamenti economici nazionali, ricevono sconti fiscali e hanno in vigore differenti leggi sul lavoro.
Nel 2018 il Tesoro Americano ha definito la rete di affari del presidente del Dok Ngiew Group, Zhao Wei una organizzazione criminale transnazionale a cui ha posto varie sanzioni.
Secondo il Tesoro Americano, l’attività di Zhao “sfrutta questa regione attraverso il traffico di droga, il traffico umano, riciclaggio di denaro sporco, traffico di animali selvatici con la facilitazione del casinò Kings Roman che si trova nella Zona Economica Speciale del Triangolo d’oro”
Tutta l’area del triangolo d’oro è famosa da decenni per il suo ruolo nella produzione, commercio e traffico di eroina e di altre droghe tanto che negli scorsi 12 mesi nella provincia di Bokeo sono stati arrestati 393 spacciatori, mentre sono state sequestrate 23 milioni di pillole di YaBa, 866 chili di Crystall Ice e 60 chili di eroina.
Nei 12 mesi anteriori erano state sequestrate 49 tonnellate di Ya Ba, secondo il vice capo di polizia della provincia Chanphonephet Khamsy.
“Si traffica sempre più droga nella regione ed è molto difficile per noi” dice un anonimo poliziotto di Bokeo a RFA Laos, il quale spiega che la droga arriva dal Myanmar a Bokeo e poi verso la capitale Vientiane attraverso tanti percorsi anche nella giungla, inaccessibili alle autorità.
Si possono leggere sui quotidiani laotiani di sequestri di metanfetamine dell’ordine di vari milioni di pillole ogni mese, mentre sarebbero oltre un migliaio le vittime del traffico umano tra cui 493 donne finite nella rete del traffico sessuale.
Si legge su Laotiantimes.com:
A causa del punto geografico con Myanmar a nord e la Thailandia a meridione, il Laos è molto toccato dal traffico umano perché le persone possono attraversare le frontiera abbastanza facilmente. Questo è particolarmente vero a Bokeo che si trova nell’area del triangolo d’oro.
Ci sono tanti che vengono attirati nel lavoro forzato e specie le donne sono costrette a fornire servigi sessuali, a farsi fotografare nude e a trasmettere dal vivo le loro prestazioni. Nel salvare le vittime la polizia ha scoperto che alcuni non erano pagati a dovere per il lavoro. Alcune imprese vendevano i lavoratori dal contratto scaduto ad altre imprese… Alcuni lavoratori senza passaporto erano nel paese illegalmente perché non erano passati dai posti di frontiera nell’arrivare in Laos rendendo più difficile lasciare così il paese….”
Sempre sullo stesso giornale si legge che secondo il sito ufficiale australiano smarttraveller.gov.au l’area della provincia di Bokeo è stata riconsiderata alla luce delle attività criminali, del traffico di droga e di altre attività.
“Abbiamo rivisto le nostre raccomandazioni per il Laos. Esercitate la massima precauzione nella provincia di Bokeo lungo la frontiera tra Myanmar, Thailandia e attorno alla Zona Economica Speciale del Triangolo d’oro” dove si registrano truffe di lavoro e attività criminali nelle aree di frontiera”
Secondo varie fonti anonime le droghe vengono dal Myanmar da gruppi etnici armati ed il Laos al momento è la rotta preferita a causa della repressione del traffico in Thailandia e a causa della Zona Economica Speciale del Triangolo d’oro dove le autorità non hanno accesso.
Qualche settimana fa si sarebbe tenuta una riunione delle polizie dei tre paesi, Laos, Thailandia e Myanmar a Luang Prabang per discutere la cooperazione della lotta al traffico di droga a cui la Thailandia avrebbe offerto la cooperazione per il traffico umano.
E’ noto che varie imprese dentro la zona, come anche nel Myanmar e in Cambogia, abbiano attirato lavoratori di molti paesi con il miraggio di paghe elevate in Call Center per operazioni di truffe online e di traffico umano a carico dei lavoratori stessi che al loro arrivo si trovano a doversi pagare cifre esorbitanti per le spese di viaggio e di addestramento.
Dai lavoratori sfuggiti da questi centri di reclutamento sono partite varie indagini in Cambogia con grave rischio per la loro vita e tanti di loro sono finiti bloccati nelle carceri dell’immigrazione accusati di aver violato le leggi e sono ricattati dalle autorità per poter essere liberati.
“Ci sono ancora call center e non riusciranno mai a cancellarli. Ci sono imprese che reclutano lavoratori laotiani, thai e di altre nazionalità. Reclutano tutti, malesi, indiani”.
Nella zona economica laotiana ci sono altre truffe dei call center su cui la polizia laotiana non può fare nulla per reprimerli: “Non può multarli o arrestarli perché non possono entrare nella zona. Quindi non possono indagare nulla”
Chi vive vicino a questa zona vorrebbe che le autorità agissero con maggiore efficacia ma dubita che questa sia una priorità per il Laos e i paesi vicini che sembrerebbero ignorare quanto accade.
Anzi il primo di ottobre il presidente Zhao Wei avrebbe ricevuto una onorificenza dal governo laotiano che lo ringrazia per il suo contributo alla difesa nazionale e alla sicurezza pubblica dentro la zona.
“Tutto il mondo sa che il Laos non lo toccherà mai”