A stragrande maggioranza la Camera dei Deputati thailandese ha approvato la legge di uguaglianza del matrimonio mercoledì scorso facendo della Thailandia il primo paese nel Sud Est Asiatico a legalizzare gli uguali diritti per le coppie di qualunque genere che si sposano.
L’ultima lettura è stata terminata con 400 deputati che hanno votato a favore su 415 deputati, mentre 10 hanno votato contro e 5 si sono astenuti. I 10 parlamentari che hanno votato contro la legge sono i parlamentari musulmani del profondo meridione thailandese.

La legge cambia il codice civile e commerciale nelle parole “uomini e donne” e “marito e moglie” in favore di individui e partner di matrimonio aprendo così l’accesso completo ai pieni diritti legali, finanziari e medici per le coppie LGBTQ+.
La legge così approvata è stata passata al Senato, composto di membri nominati dalla giunta del golpe 2014, che l’ha accettata anch’esso a stragrande maggioranza con solo 1 opposizione e sette astensioni, ma la discuterà a luglio dopo il ritorno in aula dalla sospensione del nuovo anno thailandese, Songkran, proponendo propri emendamenti.
Una volta approvata dal senato la legge di uguaglianza dei matrimoni è portata al re thailandese per l’approvazione reale.
Il presidente del comitato parlamentare che ha proposto la bozza finale ha detto che questa legge è per tutti i thailandesi indipendentemente dal loro genere e non priverà le coppie omosessuali di alcun diritto.
“Con questa legge ridiamo i diritti al gruppo LGBTQ+. Non diamo loro diritti speciali ma i diritti fondamentali che questo gruppo ha perso”.
“L’approvazione della legge del matrimonio di persone dello stesso sesso è stata una data storica non solo per la gente LGBTQ+ ma per la Thailandia e si spera per la regione, dal momento che il regno è la prima nazione del Sud Est Asiatico a riconoscere gli stessi diritti di matrimonio per gay, lesbiche, transgender, queer, intersex e tutti coloro che mettono in discussione il proprio genere o il proprio orientamento sessuale.” scrive Pravit Rojanaphruk che continua:
“La conquista di questo diritto non è avvenuta da un giorno all’altro ma è il culmine di una lotta di decenni per aprire la mente della gente etero e far capire loro che LGBTQ+ sono essere umani e normali come tutti noi… L’approvazione della legge è il riflesso di un consenso sociale crescente che è cresciuto negli ultimi decenni mentre la gente LGBTQ era gradualmente accettata giocando un ruolo sempre più importante e presente in vari settori della società”.
Pravit ci fa sapere che dovranno essere modificate un centinaio di leggi e che tutti insieme bisogna operare per rendere il paese più inclusivo di altre persone e gruppi nella società che restano ancora indietro e tenuti ad un gradino inferiore, come minoranze etniche, persone disabili, gente senza casa, lavoratori della migrazione.
Proprio questo ultimo gruppo citato è spesso quello che porta il peso in settori economici difficili e pesanti dove spesso sono vittime di condizioni di lavoro dure e forzate o di incidenti sul lavoro drammatici.
Un ultimo esempio citato è quello dei lavoratori della migrazione birmana che lavoravano nella provincia di Ranong in un sito di costruzione della Xin Ke Yuan Steel Factory dove è crollata una gru che ha ucciso sette lavoratori birmani e ne ha feriti altri.
Solo dopo molte consultazioni e proteste si è riusciti a stabilire una cifra congrua di risarcimento della vita dei sette lavoratori morti, dopo che in un primo tempo i padroni del sito si erano rifiutati di dare risarcimenti, come già accaduto ad un altro lavoratore morto in precedenza per una scarica elettrica.
“Non si tratta probabilmente di un incidente isolato e i lavoratori della migrazione continuano ad essere invisibili e trattati come cittadini di terza classe, nonostante il loro significativo peso per l’economia thailandese. Significa essere umani e giusti voler assicurarsi che siano trattati meglio e che godano degli stessi diritti nostri” scrive Pravit che conclude:
“Continuiamo a lavorare verso una società thailandese più inclusiva e umana”
Si deve ricordare che la corte costituzionale nel 2020 decise che la legge del matrimonio in vigore riconosce solo le coppie eterosessuali raccomandando di estendere la legislazione ed assicurare così i diritti anche agli altri generi.
A dicembre scorso furono presentate quattro bozze che poi sono state consolidate in una sola poi approvata.

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