Uguaglianza di genere a rischio per la strisciante islamizzazione

La strisciante islamizzazione dei paesi del sudestasiatico a maggioranza musulmana minaccia di invertire la marcia nella uguaglianza di genere, dicono vari gruppi femministi che accelerano le campagne per una maggior protezione legale.

uguaglianza di genere nel sudestasiatico

Le recenti controversie, tra le quali il lancio di una applicazione per telefonini per i poligami indonesiani, ha messo in luce come le opinioni culturali e religiose sempre più mettono in pericolo gli sforzi verso l’ uguaglianza di genere nel paese musulmano più popoloso.

L’applicazione AyoPoligami permette a uomini e donne di esaminare profili di utenti, come le altre applicazioni simili, in cui i membri esprimono un interesse romantico oppure rigettano il profilo. Chi ha fatto l’app afferma che da aprile si sono registrati diecimila utenti, in gran parte uomini che cercano matrimoni poligami.

Poiché l’Indonesia ammette la poligamia, gli uomini possono sposare fino a quattro donne. La pratica un tempo era biasimata, ma ora sembra essere in ascesa perché i capi politici apertamente mostrano in pubblico le loro mogli e sostengono la pratica tra i seguaci.

Una società che ammette la poligamia “è maschilista ed insensibile verso le donne” afferma Yuniyanti Chuzaifah vicepresidentessa della Commissione Nazionale sulla violenza contro le donne.

“In realtà molte donne coinvolte nella poligamia ci dicevano che erano trattate in modo ineguale. E’ chiaro che la poligamia è un tipo di violenza contro le donne reso possibile dalla cultura e la religione”

La poligamia è solo una delle tante manifestazioni della mancata uguaglianza di genere nella regione.

In Malesia la legge civile e della Sharia a volte sono in conflitto, specie sul diritto di famiglia.

Il Brunei presto implementerà la legge della Sharia mandando all’aria i diritti delle donne. L’interpretazione della dottrina religiosa proviene di solito da un punto di vista maschile, dicono le femministe.

Le donne nel sudestasiatico se la passano meglio delle donne nel Medio Oriente e nell’Asia del Sud quando si parla di sviluppo umano. L’Arabia Saudita ha solo di recente deciso di eliminare il divieto di guida alle donne che avrà effetto da giungo prossimo.

Le donne nei paesi del sudestasiatico a maggioranza musulmana godono da molto tempo più libertà do mobilità delle altre donne del Golfo o di paesi musulmani.

Brunei e Malesia sfornano più donne laureate che uomini, mentre il tasso è uguale in Indonesia.

La violenza di genere, la discriminazione e la bassa partecipazione delle donne alla politica, resta comunque prevalente. In Indonesia furono denunciati 260 mila di violenza contro le donne nel 2016, in gran parte storie di abusi familiari. Secondo le femministe il numero vero potrebbe essere superiore poiché molt vittime, quelle che vivono nelle aree remote, esitano oppure hanno difficoltà a denunciare tali crimini.

In Malesia il numero di violenze domestiche denunciate è salito dai 3173 casi nel 2010 ai 5796 nel 2016 secondo la Women’s Aid Organisation (WAO) di Selangor.

In Brunei la violenza domestica è un tabù e molte donne e fanciulli spesso ritirano le accuse contro chi li ha abusati per paura.

In Indonesia, secondo la Commissione Nazionale delle Donne, ci sono 421 politiche discriminanti di genere applicate dagli organi locali, tutti provenienti da pregiudizi religiosi. Tra queste politiche vi sono il test di verginità indispensabile per arruolarsi nelle forze armate e il coprifuoco notturno per le donne ad Aceh, la sola provincia ad aver adottato la legge della sharia.

L’Indonesia è stata un’apripista nell’ottenere l’ uguaglianza di genere. Le donne hanno qui libertà di movimento, di espressione ed abbiamo anche molte teologhe musulmane” dice Chuzaifah. “I gruppo conservatori radicali distruggono tutto questo.”

In Malesia “circa il 40% delle donne incinta erano discriminate dai datori di lavoro licenziandole, negando loro promozioni, ponendole in periodi di prova lunghi, demotivandole e terminando il loro impiego” dice Tan Heang-Lee di WAO.

In Brunei le donne non possono fare sport, come il calcio, tra le varie proibizioni.

“Perché non possiamo giocare a calcio? Perché le parti del nostro corpo che si muovono sono considerate promiscue. Perché le donne non possono assumere ruoli guida? Perché non potremo prenderci cura dei figli a casa. Perché non possiamo condividere opinioni ed essere indipendenti? Perché non troveremmo marito” dice Nur.

Le donne sono di rado dei capi in Malesia e Brunei, e quindi hanno raramente la parola sulle leggi e le politiche che afferiscono alla loro vita. In Malesia solo il 10% dei parlamentari sono donne e 9% hanno posizioni ministeriali, mentre in Brunei non possono assumere cariche ministeriali, sebbene compaia di tanto in tanto il dibattito per permetterlo.

Questo è in forte contrasto con le Filippine, nazione a maggioranza cattolica, dove lo scorso anno quasi il 30% dei seggi del parlamento erano occupate da donne e più del 40% della burocrazia è fatta da donne.

La disparità di genere lo si nota anche livello di grandi imprese, dove il divario di genere va dal 30 al 40% a favore degli uomini. Su 144 paesi, Indonesia, Brunei e Malesia si erano sistemate al 88°, al 103° e 106° posto nel rapporto sul divario di genere globale del WEF.

Questo è di certo molto costoso per le economie. La Banca di sviluppo asiatico stima che le entrate procapite in Asia potrebbero crescere del 30% se salisse la partecipazione delle donne sui posti di lavoro dal 57.7% al 66.2%.

Sebbene tutti i membri del ASEAN abbiano ratificato o accettato la Convenzione dell’ONU sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, devono ancora accettarlo nelle leggi nazionali che privano le donne delle protezioni legali in casi di discriminazione e violenza sessuale.

lotta per l uguaglianza di genere

Nonostante questi limiti i gruppi di difesa dei diritti delle donne promettono di continuare a combattere. La commissione delle donne indonesiana si batte per migliori protezioni legali per le lavoratrici domestiche e le vittime di violenza sessuale, e chiede che sia resa penale la pratica della mutilazione degli organi genitali femminili.

In Malesia WAO e gli altri gruppi delle donne cercano una legge sull’eguaglianza di genere per proteggere le donne dalla discriminazione.

Nel frattempo queste campagne sarebbero più efficaci se i legislatori maschi affrontassero i pregiudizi culturali e religiosi radicati dentro i sistemi che rappresentano il principale ostacolo all’eguaglianza di genere.

“La velocità con cui le donne infrangono le barriere in Brunei non è in linea con la velocità con cui possiamo cambiare le attese culturali.” dice Nur del Brunei. “Credo che in alcuni campi importanti come l’educazione, il posto di lavoro e l’assistenza sanitaria, le nostre politiche di genere si sono diffuse bene, ma poiché il Brunei è un paese piccolo simile ad una comunità la nostra cultura comanda le nostre azioni più della legge”.

RESTY WORO YUNIAR, SCMP

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