Un salto all’indietro per la democrazia Thailandese

Il mese di agosto ha iniziato a portare nuovi scenari drammatici che rischiano di infilare il paese in un nuovo tunnel oscuro con un salto all’indietro per la democrazia thai.

Dopo lo scioglimento del partito progressista, primo partito per voti e seggi alle ultime elezioni di maggio 2023, domani si avrà un’altra sentenza che vede al centro il premier in carica Srettha Thavisin che rischia di essere cacciato dall’incarico.

L’accusa è di aver violato gli standard etici perché ha nominato a ministro un avvocato di Thaksin Shinawatra che è stato precedentemente condannato al carcere.

Natthaphong Ruengpanyaw

L’accusa è stata fatta da 40 ex senatori che appartenevano alla scuderia dell’ottantenne generale Prawit Wongsuwon che sembra aver perso un po’ di importanza con il ritorno in Thailandia di Thaksin.

Nel caso che la Corte Costituzionale consideri Srettha Thavisin colpevole di aver infranto gli standard etici scritti nella costituzione Thailandese, il parlamento dovrà trovare il nuovo premier tra i possibili candidati premier delle ultime elezioni. Al primo posto ovviamente c’è la candidata preferita dal Pheu Thai, Paetongtarn Shinawatra, che sarebbe dovuto essere premier se Move Forward non avesse preso la maggioranza dei voti su una piattaforma per la modifica della legge di lesa maestà e di taglio del budget ai militari.

Molti analisti non credono alla condanna di Srettha che comunque presiede un governo non ha fatto nulla di straordinario e ha spaventato gli investitori che vorrebbero una prospettiva politica più prevedibile.

Ma questa prospettiva politica sembra allontanarsi grazie alla messa al bando di Move Forward dalle cui ceneri è nato ufficialmente People’s Party, Partito del popolo, guidato da un nuovo leader, dirigente di azienda di 37 anni, Natthaphong Ruengpanyaw, che rimpiazza Pita, il quale a sua volta rimpiazzò Thanathorn.

People’s Party è reminiscènte del partito che si formò durante la rivoluzione democratica del 1932 in Thailandia

Dalle premesse si capisce che Natthaphong Ruengpanyaw e gli altri 147 parlamentari continueranno con la stessa agenda per la modifica della legge di lesa maestà. La risposta che il potere realista e militare si prevede essere la stessa.

“Milioni di thailandesi soffrono insieme a noi, e sono pronti a rivoltare contro il potere il loro dolore per cambiare il paese. So vorrei mandare un messaggio a chi ha il potere di mantenersi in vita e non morire … perché abbiamo appena iniziato” ha detto Pannika Wanich, condannata a non avere cariche politiche insieme a Future Foward.

Sebbene la Thailandia abbia visto dei precedenti scioglimenti di partito, non ha mai visto lo scioglimento per aver minacciato vagamente la corona thailandese, ed eventuali proteste di massa dovranno fare i conti con questa nuova situazione, come si sostiene nell’articolo che traduciamo di Shawn Crispin, Un salto all’indietro per la Thailandia.

Un salto all’indietro per la Thailandia lo scioglimento di Move Forward

Con un salto all’indietro per la democrazia thailandese, un tribunale ha deciso di sciogliere il partito di opposizione Move Forward Party per aver fatto campagna elettorale contro la severa legge dell’insulto ai reali, che nove giudici hanno deciso fosse in violazione delle leggi elettorali ed era un tentativo di rovesciare la monarchia costituzionale.

Questa decisione all’unanimità allontana dalla politica i dirigenti del partito per un decennio ma permetterà ai suoi parlamentari di ricostruire un nuovo partito…

Questo verdetto fortemente previsto e potenzialmente esclusivo toglie dalla scena il partito che ha vinto il maggior numero di voti, che ha preso 151 dei 500 seggi da eleggere con la promessa di fare una riforma profonda e vasta della monarchia, dei militari e dei grandi monopoli.

Soprattutto forse ha preso 32 dei 33 seggi destinati a Bangkok, l’epicentro tradizionale del potere politico ed economico del regno, il centro pulsante di vari movimenti di proteste codificati in differenti colori che per decenni hanno fatto pressione e talvolta rovesciato governi corrotti e autocratici.

L’opportunità di fare il governo è stata impedita a Move Forward da un senato conservatore nominato dai militari per la sua richiesta di far firmare ai potenziali partiti di coalizione un memorandum sulla riforma di lesa maestà, o articolo 112.

Fonti diplomatiche dicono che Pita Limjaroenrat, leader di Move Forward, fosse stato invitato al palazzo qualche sera prima per dissuaderlo dal rendere la modifica dell’articolo 112 centrale alla agenda politica, suggerimento reale che poi non è stato portato avanti.

Le fonti diplomatiche non sanno se poi nella decisione della corte non abbia influito anche questa sequenza degli eventi.

L’articolo 112 protegge re, regina, erede al trono e reggenti da qualunque critica e permette pene fino a 15 anni di carcere per singola accusa nei verdetti di colpevolezza. Non meno di 272 sono i Thailandesi anche minorenni ad essere stati accusati dal 2020 di lesa maestà.

Il secondo partito a prendere il maggior numero di voti Pheu Thai si separò dal Move Forward per formare un governo con i partiti filomilitari e conservatori, un accordo di dietro le quinte che ha trasformato l’antico nemico in un alleato e che riportò a casa con un perdono reale, dopo 15 anni di esilio, Thaksin Shinawatra, il patrono del Pheu Thai già cacciato con un golpe e condannato penalmente.

Il verdetto riprendeva una decisione di gennaio che interpretava la richiesta di riforma della lesa maestà di Move Forward come un tradimento strisciante, ordinando però al partito di cessare l’attività e le dichiarazioni sulla legge.

La commissione parlamentare ha cercato lo scioglimento del partito a partire da questo verdetto precedente.

Questa sentenza incredibile è coerente con gli scioglimenti ordinati dai tribunali di quattro precedenti partiti politici – alcuni per corruzione, altri per violazioni elettorali – che avevano osato sfidare l’élite conservatrice del regno con basi di potere nella burocrazia, nell’esercito e nel palazzo.

Tra questi, la decisione del tribunale del 2020 di sciogliere il partito Future Forward, progenitore di Move Forward, e di bandire i suoi massimi dirigenti, tra cui i fondatori originari del partito Thanathorn Juangroongruangkit e Piyabutr Saengkanokkul, entrambi rimasti influenti da dietro le quinte pur guidando un movimento progressista di base.

La cosa importante è che questa sentenza segna la prima volta che si scioglie un partito politico per aver sfidato il potere reale, tirando la monarchia nell’arena politica in un modo che non ha precedenti.

Re Vajiralongkorn non ha fatto alcun commento prima della sentenza e ha richiamato all’unità nazionale durante il suo messaggio di compleanno.

La dirigenza di Move Forward, prima della sentenza, ha mandato messaggi confusi sul modo in cui il partito risponderà. Pita in una sua lettera ha detto di voler evitare di incoraggiare le proteste temendo che le proteste di strada avrebbero messo in pericolo la vita della gente e dato il pretesto d un nuovo golpe.

I sostenitori di Move Forward si radunarono nel partito piuttosto che davanti la corte per evitare chiaramente l percezione di fare pressioni sulla corte, come invece fatto in precedenza dai sostenitori dei grandi partiti del patrono Thaksin Shinawatra.

Pia nella sua lettera ha detto che il partito è in lotta di lungo termine contro gli interessi conservatori e che il “percorso della Thailandia verso una democrazia migliore sta nella transizione pacifica attraverso elezioni credibili”.

Ha aggiunto che il partito che sarebbe uscito dopo lo scioglimento avrebbe partecipato alle elezioni provinciali, municipali del 2025, a quelle di governatore di Bangkok del 2026 e alle elezioni nazionali del 2027.

Ciò però non esclude che tanti sostenitori del partito a cui è stata tolta la voce non daranno voce allo scontento per le strade di Bangkok, a prescindere dal sostegno del partito. I sostenitori di Future Forward organizzarono dei flash mobs per le strade indetti poche ore prima sui media sociali per anticipare polizia e forze di sicurezza.

Ciò accadde quando i manifestanti progressisti avevano un obiettivo chiaro nel governo militare di Prayuth Chanocha che era al potere dal golpe del 2014 che sospese la democrazia e che poi vinse le elezioni del 2019 in cui era vietato criticare i militari durante la campagna elettorale.

Da notare la dichiarazione di Srettha Thavisin prima della sentenza in cui diceva che il suo governo non era coinvolto nel caso contro Move Forward.

Se questo è probabilmente vero, è anche vero che il suo partito ha tutto da guadagnare politicamente dalla dissoluzione del partito emergente e più giovane trasformatosi da alleato in rivale.

Ciò solleva la domanda di dove potrebbero andare a parare le potenziali proteste arancioni a favore del Move Forward, sia che si tratti di manifestazioni organizzate o tacitamente orchestrate.

Probabilmente il regno non ha mai visto proteste politiche che prendessero di mira i palazzi o i simboli reali, ma d’altra parte non è mai stato vietato il primo voto della nazione per motivi reali.

Shawn Crispin, Asiatimes

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