Una nuova visione per Singapore, oltre il successo economico

Singapore nei 50 anni della sua storia dall’indipendenza ha fatto passi da gigante in campo economico. Vanta un PIL di 55 mila dollari procapite e secondo questa misura è il paese più ricco al mondo. Eppure piuttosto che essere prodi delle conquiste del proprio paese la misura dell’armonia sociale e della felicità indica che i suoi abitanti sono tutt’altro che compiaciuti dello status quo.

Se si guarda oltre le cifre, sembra che il successo economico della città stato ha creato guai su aspetti della vita meno quantificabili ma non per questo meno importanti: libertà, compassione ed uguaglianza.

Ed è proprio il degrado di questi valori che ha contribuito in modo significativo al disincanto dei suoi cittadini verso il sistema attuale.

Persino in anticipo dell’era neoliberale di Reagan e Tatcher, Singapore ha adottato un approccio guidato dal mercato in cui sono stati mercificati persino il sistema dei valori e la vita sociale. Quando il governo voleva negli anni 70 un numero minore di nascite, pagò le donne perché avessero la chirurgia dell’utero. Quando cambiò idea e chiedeva più figli diede incentivi fiscali alle coppie perché avessero più figli. Quando voleva che i ragazzi mostrassero un carattere più forte compensava i caratteri più desiderabili con somme in contante.

Monetizzare le cose che non dovremmo, specie quando sono coinvolti valori sociali, porta a conseguenze deleterie.

Porta i cittadini ad abrogare la propria responsabilità morale devolvendo il proprio potere di decisione alle norme del mercato stabilite dai pochi della elite.

Abbiamo bisogno di ripensare a come perseguire la ricchezza e, più importante ancora, a quale fine. Abbiamo bisogno di chiedere che tutte le decisioni decisive che il filosofo di Harvard, Sandel, ha posto in modo così pungente: quale è il prezzo da pagare quando cediamo i nostri valori ai meccanismi di mercato?
Sfortunatamente senza democrazia gli abitanti di Singapore non possono dibattere sul futuro del proprio paese. La discussione sulla libertà politica ed i diritti è impedita dalle minacce del governo secondo cui la democrazia minaccia il PIL.

E tuttavia Singapore corre il rischio di rimanere indietro. Un’indagine mondiale rivela uno spostamento distinto verso forme democratiche di governo. Tante transizioni politiche hanno portato maggiore e non minore prosperità. L’adattamento al cambiamento è necessario per le società per mantenere la propria importanza nella comunità globale e Singapore non fa eccezione.

L’isola ha bisogno di una visione alternativa che spingerà il paese verso una nuova fase di sviluppo: c’è bisogno di imprese piccole e medie provate invece di conglomerati di stato che siano i principali motori della crescita; la struttura del salario deve assicurare che il lavoratore povero non veda decrescere la sua entrata reale anche mentre crescono i milionari reali del paese; i vechi non devono fare lavori brutti solo per potersi nutrire; i media devono essere liberi dal controllo dello stato; e cosa più importante, il sistema politico ha bisogno di cambiare per permettere elezioni davvero libere ed eque, dove la libertà politica dei cittadini è rispettata.

Singapore si trova ad un crocevia. Saranno le scelte della gente e dei suoi capi a decidere il futuro del paese. Gli incentivi che la gente al potere ha messo nel sistema determinerà se il paese farà progressi o stagnerà. A quel fine è essenziale l’abilità dei singaporeani a fare domande all’autorità e a costruire una capacità di ragionamento collettivo.
E’ vergognoso vivere in uno stato dove i valori di mercato guidati da un sistema autoritario calpestano i valori morali guidati da un processo democratico. Il pericolo è di diventare accecati da cose che vogliamo e di ignorare le cose di cui abbiamo bisogno. In fin dei conti il successo di una nazione non si misura dal suo PIL ma dal numero di menti che non sono toccate, dal numero di giovani a cui dà speranza e dal numero di poveri a cui dà potere.E’ questo genere di ricchezza quella che davvero importa e che deve accumulare Singapore.

Ora più di prima abbiamo bisogno di conversare in modo genuino sul futuro di Singapore, di una forte nuova visione per Singapore.

Chee Soon Juan, Partito democratico di Singapore

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