La quotidianità di una tazza di caffè che allieta la giornata di milioni di persone al mondo è sempre più minacciata dagli eventi avversi del cambiamento climatico che porta sempre più in alto i prezzi dei chicchi del caffè mentre fa affievolire il loro aroma.
Ma le conseguenze del cambiamento climatico con la crescita delle temperature, le piogge sempre più imprevedibili, a cui si aggiungono siccità prolungate, pongono grossi problemi alla quantità e qualità della produzione.

Si prevede che entro il 2050 si rischia di perdere, a causa del cambiamento climatico, anche il 50% delle terre adatte alla coltivazione del caffè che si trovano nella cintura del caffè compresa tra i 20 gradi nord e 30 gradi a sud dell’equatore.
Questo fa prevedere che nei prossimi anni l’offerta di caffè tenderà a diminuire, mentre allo stesso tempo la domanda di questa bevanda che diventa sempre più popolare crescerà dal 2024 al 2032 al 5,4%.
Nel Sudest Asiatico il Vietnam e l’Indonesia sono due grandi produttori di caffè a cui si aggiungono Thailandia, Laos e Filippine dove cresce la produzione di questa bevanda.
I prezzi della qualità robusta per esempio in Vietnam sono quasi raddoppiati nel 2023 a causa della siccità.
Questa tendenza la si nota anche in altri paesi produttori di caffè come il Sud America e si prevede una riduzione significativa della fornitura globale di caffè con l’espulsione dal mercato dei piccoli produttori che non siano capaci di fare investimenti significativi o che non facciano una diversificazione dei raccolti.
Sono anche le stesse pratiche sostenibili ad andare incontro a costi maggiorati.
Il 70% della produzione del caffè è prodotto da piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo e sono 120 milioni le persone che vivono con la produzione di caffè.
Sebbene ci siano le speranze sui miglioramenti genetici sulle piante di caffè e sulle nuove varietà che portino maggiori rese, i piccoli coltivatori spesso non hanno le informazioni sui nuovi ibridi ed sui costi relativi potrebbero impedire gli investimenti necessari per portare i nuovi ibridi nelle aree di coltivazione.
E’ tutta l’industria del caffè a doversi ristrutturare con conseguenze grandi per produttori e consumatori e sarà importante l’intervento di governi, organizzazioni internazionali e grandi imprese di caffè per coordinare gli sforzi per aiutare i coltivatori ad adattarsi.
Saranno importanti gli investimenti nella ricerca e sviluppo di varietà resistenti delle piante di caffè, l’assistenza tecnica e finanziaria ai produttori e il miglioramento delle infrastrutture e la gestione delle risorse acquifere.
Importante è capire che la tazza di caffè oltre ad essere un’abitudine giornaliera per prepararsi o per rilassarsi è anche il sostentamento per quelle 120 milioni di persone che lavorano nei campi di caffè.
Una tazza di caffè tra i Kedai Teh del profondo meridione della Thailandia
Un cambiamento culturale si sta avendo a Yala, una delle province della regione di confine meridionale della Thailandia, dove i negozi di tè profondamente radicati si scontrano con una maggiore presenza di caffè più moderni.
Nei tradizionali Kedai Teh di Yala si vedono uomini anziani leggere i giornali sorseggiando il te, o sono incurvati nel giocare a dama con i tappi delle bottiglie di soda usate al posto delle pedine.
Questi antichi negozietti del tè sono il centro di sempre della vita della comunità, spazi sociali dove la clientela per lo più maschile si ritrova per condividere e discutere delle notizie in compagnia.
Ora però devono affrontare la competizione dei caffè che hanno il wifi per i più giovani e per nuovi clienti con differenti modalità.
“I negozietti del tè erano spazi sociali fondamentali per noi” dice a Benarnews un docente di storia Ihsan Tuwaeside. “Difficile immaginarsi la nostra comunità senza di loro”.
“I nostri negozi di tè utilizzano filtri di stoffa con varie miscele di tè e hanno sul tavolo bricchi di acqua calda mescolata con tè leggero che i clienti possono riempire. Alcuni negozi offrono anche acqua infusa di zenzero o pandan, a seconda della ricetta”.
Secondo gli osservatori, lo scontro culturale tra i negozi di tè e le caffetterie riflette i più ampi cambiamenti sociali in atto in questa regione a maggioranza malese musulmana lungo il confine con la Malesia e sullo sfondo di una lunga insurrezione.
Alcuni negozietti di tè restano aperti fino a notte fonda o fino alla prime luci e raccolgono clienti storici che vengono a guardare notizie, incontri di boxe o di calcio. Altri negozi aprono dopo le preghiere del mattino e servono anche colazioni come piatti di riso, il pane o il riso fritto.
“Prima che entrassero in scena gli smartphone in questi negozietti c’erano i giornali ed erano lo spazio per discutere. Talvolta agivano persino come spazio neutrale per la riconciliazione politica durante le elezioni” racconta Sulaiman Maja, cliente del Keday Teh.
La cultura dei negozietti del tè è così radicata nella città di Yala che ci sono oltre 50 strutture in quasi ogni angolo della città.
“Gli spazi offerti dai negozietti di tè, come uno spazio per costruire reti che diano sicurezza e salvaguardia di vita, servono non solo per rilassarsi ma anche come fonte di speranze e percorsi per creare sicurezza per la gente della regione meridionale” scrisse l’architetto e sociologo Purin Ruenghiran nella sua tesi del master per la Silpakorn University nel 2022.
Cambi generazionali tra caffè e tè
Con l’arrivo di internet si è aperta la strada ai caffè moderni che attraggono nuove generazioni e professionisti che lavorano.
“Abbiamo ora 100 caffè a Yala. La gente li considera delle aree sicure specialmente in un ambiente così sensibile alla sicurezza come il nostro” racconta Kittisak Pattani, anche conosciuto come Ma Fu, proprietario del The Hooman, nato un decennio fa ed uno dei caffè storici di Yala.

Questi caffè sono diventati dei posti dove ritrovarsi per liberi professionisti e scrittori e per chi si vuole aggiornare degli ultimi sviluppi politici e sociali. Offrono accesso ad internet e aria condizionata per attrarre clienti molto variegati che fanno una pausa dal lavoro e dallo studio.
La scena delle caffetterie a Yala si è diversificata, ed offre di tutto, dalle macchine da caffè espresso standard agli allestimenti lenti da bar che utilizzano le moderne caffettiere Moka, le macchine da caffè espresso pressate a mano e i metodi a goccia. I negozi offrono una varietà di bevande a base di caffè, dall’espresso al latte e alla moka, oltre ad altre bevande e snack.
Mentre una bevanda media in un negozio di tè tradizionale costa circa 10-20 baht (30-60 centesimi di dollaro), le nuove caffetterie offrono bevande che costano in media 50-70 baht (1,40-2 dollari).
Ma Fu ha detto che il suo negozio, The Hooman, vendeva in media dalle 100 alle 200 tazze di caffè al giorno, con un guadagno di circa 10.000 baht (305 dollari). Nonostante il numero crescente di caffè a Yala, The Hooman vende almeno 40-50 tazze al giorno.
A favorire questa tendenza del caffè ha contribuito anche l’università Rajabhat a Yala. Un gestore di un piccolo caffè dice che i suoi clienti più importanti sono studenti, militanti e chi fa vendite di vestiario online.
“Quando le vendite online vanno bene anche il negozio è affollato. Questi caffè sono spazi primari per chi vende online” dice Asan Doni.
Ad aprile, i funzionari locali hanno ospitato il primo festival Coffee Run di Yala, che ha riunito proprietari di caffetterie, coltivatori e torrefattori di caffè. Circa 10.000 residenti hanno partecipato alla corsa di beneficenza, a testimonianza della crescente popolarità dei moderni caffè.
L’ascesa della moderna cultura del caffè a Yala non riguarda solo il cambiamento di preferenze nella scelta di bevande, ma rappresenta anche un cambiamento significativo nelle dinamiche sociali, in particolare per le donne.
Nel corso degli anni, le donne del sud della Thailandia hanno lavorato sempre più spesso fuori casa, rendendo cruciale la necessità di spazi per incontrarsi, scambiare idee o semplicemente esprimersi.
Questi moderni caffè sono emersi come luoghi pronti ad accogliere questi tempi che cambiano, portando a un rapido aumento del loro numero negli ultimi tre o quattro anni, secondo i clienti che hanno parlato con BenarNews.
A paragone, le norme culturali del meridione thailandese hanno reso i negozietti del tè spazi a predominanza maschile marginalizzando così le donne, dice Ma fu, il gestore del The Hooman.
“E’ visto con stranezza che delle donne entrino in un negozietto del tè. C’è questa nozione che lo spazio delle donne sia la cucina. I negozietti del tè con le loro teiere restano il dominio dei maschi e dei vecchi. I caffè invece sono diventati gli spazi per le nuove generazioni e le donne e sono visti come la nuova moda”.
Asma Tanyongdaoh, che lavora nel volontariato e gestisce un caffè, é d’accordo e dice che i negozietti del tè e i caffè rappresentano spazi socioculturali differenti della città.
“Da piccola ricordo che andavo nel negozietto del villaggio con mio nonno e mio padre. Crescendo qualcosa mi fece sentire di non dovermi sedere nei negozietti del tè. Anche se tutta la mia famiglia beve tè e mi interessa la politica, c’è la sensazione che i negozietti del tè sono per gli uomini e il fare politica sembra essere un argomento da uomini”.
Mentre Yala attraversa questo cambio di cultura, il futuro dei negozietti tradizionali del tè resta incerto.
Alcuni hanno chiuso ed altri si sono trasformati in caffè per attrarre le nuove generazioni, ma un commerciante sostiene che i Kedai Teh possono coesistere con i moderni caffè per servire demografia e settori sociali differenti.
“Secondo me i Kedai Teh non sono in competizione con i caffè perché hanno la loro clientela specifica che non cambia. I caffè hanno aperto spazi per la nuova generazione e servono da punti di incontro per le donne. Sono spazi che sembrano sfuggire alla norma culturale per cui le brave donne devono stare a casa. Sono così due spazi differenti” dice Ihsan il gestore di un negozietto del tè.
Asmadee Bueheng, Benarnews