Lo scopo apparente, ormai noto a tutti, è di procedere con le riforme prima di far le elezioni. La realtà è che la Thailandia si avvia verso l’ennesima dittatura totalitaria in cui non ci sia posto né per il dissenso democratico o delle magliette rosse, né per la famiglia Shinawatra. A guidare questa nuova fase sarà certamente il generale Prayuth che, come tutti sanno, non è attaccato alla poltrona, solo che non riesce proprio a lasciarla, ovviamente per il bene del popolo thai. Soprattutto vuole che il popolo thai lo acclami e gli dica di come lui sia indispensabile per trasformare la Thailandia.
Per questo uno dei capi delle manifestazioni di strada che rovesciarono il governo legittimamente eletto di Yingluck, il Monaco Buddha Issara, consegna al governo una petizione, firmata da 50 mila cittadini, dove si chiede che Prayuth resti ancora per altri due anni, il tempo per cancellare la corruzione e fare le “riforme”, e se necessario anche di più.
Allo stesso tempo il Comitato nazionale per la riforma sta preparando un referendum in cui si chiede il plebiscito perché Prayuth resti ancora come primo ministro.
Ovviamente il generale Prayuth è schivo, non cova affatto il sogno di un sistema totalitario e vuole solo emendare la democrazia thai. Tanto è schivo che ha dato mandato ai suoi di avvisare i media a non fare domande imbarazzanti, a non chiedere del referendum, tanto lui ascolta solo “la voce della gente”. E lui poi ha sempre detto che se non c’è riconciliazione, cioè tutti col capo basso a dir sempre di sì, lui non se ne va.
Fortuna vuole che in tanti non credono a queste menzogne e, nel pur limitato spazio libero consentito, fanno sentire la propria voce.
Gli studenti del gruppo Din Daeng di Khon Kaen e tanti cittadini hanno protestato contro il fermo di giovani del gruppo in occasione della ricorrenza del primo anno dal golpe.
Molti gruppi di base hanno protestato contro la legge che caccia le popolazioni povere dalle foreste degradate e le lascia senza neanche un fazzoletto di terra.
Molti giornalisti continuano a testimoniare la loro opposizione e critica al golpe.
Prayuth non deve perdere l’opportunità di uscirsene di scena con stile, Achara Ashayagachat
Non credo che il generale Prayuth Chanocha sia uno dei nostri peggiori primo ministro, ma credo comunque, in principio, che il non mantenere la promessa di non rimanere al potere più di quanto fissato nella sua roadmap originale gli farà più danno che bene.
La scorsa settimana ha lanciato l’idea che potrebbe dover estendere il suo mandato per “fissare certe regole e regolamenti” prima di porre la Thailandia in pieno mandato democratico.
La sua opzione “riforma prima delle elezioni” è giunta ad un momento in cui un membro del Consiglio Nazionale della Riforma, NCR, ha suggerito un altro referendum per legittimare l’estensione del suo mandato, in aggiunta al referendum sulla carta costituzionale, che richiederebbe un emendamento alla costituzione provvisoria del 2014.
Infatti un emendamento alla costituzione provvisoria per ritardare la roadmap è vista come una scusa misera, per lo meno. Ora NRC prova a convincere la gente che hanno bisogno di un capo dell’esercito fatto premier per almeno altri due anni.
E’ qualcosa di più di una coincidenza che certe figure del settore industriale abbiano chiesto la stabilità politica. Queste figure si unirono a migliaia della classe media che si rivolse alla strada nella campagna di Fermare Bangkok guidata dal PDRC, mossa che mirava a cacciare Yingluck Shinawatra e a sradicare il clan degli Shinawatra e che terminò con il golpe militare del 22 maggio 2014.
NRC, gli estensori della costituzione ed altri corpi istituiti dal golpe hanno sempre affermato che non vogliono “sprecare” un golpe, mentre si specula che alcuni membri stiano raccogliendo, o si apprestano a raccogliere, i benefici dei legami con il regime. Si tenta da parte di alcuni nel NRC e CDC di trasformarsi in un nuovo corpo nella bozza costituzionale.
Prayuth ha bisogno di studiare la storia thai contemporanea ed ascoltar i propri critici e non solo le parole coperte di zucchero dei suoi Sissignori. Altri nel NCPO come il generale Prawit Wongsuwong, che è definito dai diplomatici esteri e gente del settore degli affari come il copremier, dovrebbero fare lo stesso.
Molti thai osservano quello che accade in silenzio e non lo fanno perché sono d’accordo con quello che i generali fanno nel mezzo della cattiva gestione dell’economia da parte del regime. Nonostante le violenze e le pressioni, resta forte il loro spirito di sfida, la loro pazienza diventa sempre più fine e si solleveranno se i militari si afferrano al potere.
Alcuni studiosi, come il lettore dell’Università di Chiang Mai Somchai Preechasilapakul e quello della Chulalongkorn Prapas Pintoptang, mettono in guardia che non si debba tenere un referendum su questioni come l’estensione dell’ufficio el premier, e, poiché Prayuth non fu eletto, alcuni notano che voltare per l’estensione del suo premierato lo renderebbe un “presidente di fatto” e potrebbe scegliere chiunque per unirsi al suo gabinetto.
Sarebbe meglio tenere un referendum sulla bozza costituzionale con queste scelte. La prima scelta è: accettare la bozza costituzionale e permettere che i prossimi parlamentari esaminino gli emendamenti. La seconda è di rigettare la bozza e permettere che il governo usi la costituzione provvisoria e indire le elezioni. Il prossimo gruppo eletto deciderebbe il tempo per gli emendamenti o una nuova bozza. Terza scelta è rigettare la bozza costituzionale e scegliere o le versioni del 1997 o del 2007 della costituzione finché non si faccia la nuova costituzione.
In ogni caso gli attuali estensori devono abbandonare il proprio ruolo e lasciare la questione a parlamentari eletti, i quali deciderebbero se volere mantenere questa bozza o nominare nuovi estensori per riscrivere la carta del 2015.
In quello scenario citato, gli attuali leader potrebbero restare al potere per un altro anno o poco più, mentre la rete del golpe avrebbe ancora tempo di trasformarsi unendosi a corpi creati di nuovo come l’assemblea civica provinciale e ed il comitato etico, o accedere a posizioni delle agenzie della costituzione del 1997 come Ombudsman, Comitato della riforma legale nazionale, la commissione dei diritti umani.
Così vedremmo lavorare Prayuth e il suo regime in un chiaro periodo temporale che gli darebbe la possibilità di uscirsene di scena con stile.
Achara Ashayagachat, Bangkok Post.