La giunta birmana designa CRPH, NUG e altre associazioni come terroristi, ma il popolo birmano sa chi sono i veri terroristi
Il regime militare del Myanmar ha definito formalmente il parallelo governo di unità nazionale NUG, che lo sfida e lo vuole abbattere, come organizzazione terrorista con un’azione simbolica mirata a screditarlo.
Sabato, il comitato centrale dell’Antiterrorismo del Ministero degli Interni ha dichiarato il CRPH, Comitato rappresentativo del Parlamento Birmano, il NUG e l’appena formata Forza di Difesa Popolare, terroristi, secondo la legge del 2014 contro il Terrorismo.
La notifica formale afferma che “sono accaduti molti disordini nel paese a causa del loro incitamento. Hanno commesso attentati, incendi, stragi ed intimidazioni per sfasciare la macchina amministrativa dello stato a causa dell’influenza dei capi del CRPH e NUG”.
C’è un’ironia crudele nella dichiarazione a causa della violenza di massa commessa dai militari, il Tatmadaw, da quando prese il potere il primo febbraio formando il Consiglio di Amministrazione dello stato.
L’articolo 3b della legge indica 18 atti specifici di terrorismo contro il sequestro di aeroplani e navi, prendere ostaggi, attaccare strutture nucleari ed altri punti direttamente connessi al quadro di trattati internazionali che affrontano il terrorismo negli scorsi 50 anni.
Il comma 13 della legge in modo più vasto afferma che “atti che causano la morte o ferite gravi a civili o ogni altra persona che non partecipa alle ostilità in situazione di conflitti armati con l’intento di creare la paura nella gente, per costringere il governo o ogni organizzazione interna o internazionale a fare atti illegali o a impedire dal fare atti legali”
La legge antiterrorismo del 2014 fu stesa e approvata in parlamento, Pyidaungsu Hluttaw, con gran parte della stessa segretezza e opacità che è parte del processo legislativo del Myanmar. Fu scritta consultandosi con UNODC, Ufficio ONU delle Droghe e del Crimine nel biennio 2013-14, sebbene siano difficili da confermare il livello di consultazione e assistenza tecnica.
Di recente UNODC è stato criticato per aver avuto rapporti con il governo della giunta, SAC, perché il viceministro della giunta degli interni, generale Than Hlaing, partecipò alla 64ma sessione online della Commissione sui Narcotici dell’ONU. La posizione verosimile dell’ONU è di non dare riconoscimento al governo birmano, eppure c’era un ufficiale importante responsabile della repressione assassina trattato normalmente.
L’intenzione dell’amministrazione dell’allora Thein Sein di fare una legge antiterrorismo fu annunciata ad ottobre 2013 dopo piccoli attentati nel paese a Mandalay, Sagaing, Taungoo e a Nangkam nello stato Shan, con la morte di due persone e ferendone alcune altre, ed una piccola bomba al Traders Hotel a Yangon dove fu ferito un turista americano. I media statali si riferirono a tali attentati, i cui legami non si riuscì a stabilire, come mero terrorismo.
L’allora viceministro degli interni generale Kyaw Kyaw Tun disse ai giornalisti vicino al parlamento che il governo avrebbe preparato una legge antiterrorismo, “poiché questa cosa è legata alla comunità internazionale, faremo questa legge secondo le indicazioni della comunità internazionale. Varie organizzazioni ci hanno suggerito di fare una legge che fermi il terrorismo”.
La bozza fu introdotta al parlamento nel gennaio 2014 ed approvata con vari emendamenti che secondo il presidente della commissione parlamentare di allora Saw HlaTun doveva “andare incontro alla standardizzazione internazionale, conformarsi agli accordi e convenzioni che Myanmar ha ratificato come anche alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza ONU”. La legge passò nel giugno 2014.
A criticare quella legge c’era tra i tanti anche la studiosa di legge Melissa Crouch. Se da un lato era ciò che ONU disse era una legge modello perché era fatta nel quadro dei trattati esistenti antiterrorismo, quasi tutti firmati e adottati dal Myanmar, la legge conteneva articoli troppo vaghi, il Comitato Centrale dell’Antiterrorismo era parte del Ministero degli interni sotto il controllo del Tatmadaw, e le pene legali includevano la pena di morte.
Nel 2017 la Crouch scrisse:
“Ci sono alcune clausole di immunità totale per i militari e per i membri del comitato che non possono essere del tutto perseguiti.”
Questa è solo la terza volta che si usa pubblicamente la legge per designare gruppi, sebbene molti individui siano stati perseguiti e condannati secondo questa legge.
Il primo gruppo ad essere definito terrorista fu ARSA, esercito di liberazione Rohingya dell’Arakan il 25 agosto 2017, poche ore dopo l’attacco alle forze di sicurezza nel Rakhine del nord. Ne seguì una campagna di pulizia etnica di massa con migliaia di civili uccisi, incendi di massa e violenze sessuali che cacciarono 700 mila Rohingya nel Bangladesh.
Tatmadaw e il governo del NLD di Aung San Suu Kyi sostennero di aver agito per fermare il terrorismo, ma invece commisero crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
ARSA resta ancora classificata come organizzazione terrorista nonostante l’attività dei suoi militanti da oltre quattro anni siano imboscate transfrontaliere o presunti attacchi con bombe. Se li si paragona agli altri conflitti armati nel Myanmar le attività del ARSA erano inesistenti.
La seconda organizzazione ad essere dichiarata terrorista fu ULA/AA, Arakan Army, nel marzo 2020. Giunse nel mezzo di un conflitto violento nello stato Rakhine tra AA e il Tatmadaw e polizia che andava avanti da vari anni e che si era intensificato alla fine del 2018. Poi il conflitto decrebbe nel novembre 2020 dopo negoziati a sorpresa tra i capi del AA e del Tatmadaw.
Questi negoziati, su cui il capo del Arakan Army generale Tun Mrat Naing si è rifiutato di esprimersi, citavano l’obiettivo di creare una patria autonoma etnica Rakhine come obiettivo ultimo. Il conflitto era stato il più mortale del Myanmar da anni con migliaia di combattenti probabilmente uccisi, oltre 300 civili assassinati ed oltre 200 mila dislocati internamente.
Le tattiche del Arakan Army cambiarono pericolosamente vicino ad atti comunemente associati con i terroristi. Civili nello stato Chin furono rapiti e tenuti in ostaggio, come anche impiegati del governo, ingegneri indiani di cui uno morì in prigionia e tre candidati del NLD prima delle elezioni del novembre 2020.
Il Tatmadaw rispose arrestando vari sostenitori del AA tra cui il fratello e la sorella di Tun Mrat Naing accusandoli di reati della legge antiterrorismo.
Come parte del negoziato AA fu rimossa dalla lista delle organizzazioni terroriste del Tatmadaw l’11 marzo a dimostrare chiaramente la malleabilità politicizzata non solo della legge antiterrorismo ma di tutto il sistema legale del Myanmar.
E’ probabile che alcune delle armate etniche del Myanmar, tra cui quelle alleati con CRPH e NUG, sono state designate terroriste senza alcuna notifica.
Un giorno prima di firmare l’accordo di cessate il fuoco nazionale ad ottobre 2015, i capi delle Organizzazioni armate etniche lessero sui media statali che le loro organizzazioni erano state rimosse sia dai gruppi terroristi che dalle associazioni illegali, e fu per molti una sorpresa.
Definire CRPH, NUG e Forza di Difesa Popolare come terroristi è una etichetta brutale che il Tatmadaw ha spesso posto sulle Organizzazioni armate etniche per anni. Ma aggiunge anche un altro strumento diretto agli strumenti legali della giunta per reprimere i propri oppositori e potrebbe avere potenzialmente impatti internazionali sul movimento dei rappresentanti di queste organizzazioni, oppure spingere chi in esilio a nascondersi per evitare arresti e deportazioni se la giunta riesce a convincere i governi cauti di stare dando rifugio a terroristi.
Si può dubitare che la vasta comunità internazionale riconoscerà o seguirà questa designazione di terrorismo. La cosa democratica da fare è costruire i rapporti con CRPH e NUG e con i vari comitati spontanei, partiti politici etnici e gruppi della società civile del Myanmar che per associazione possono essere attaccati con la stessa designazione della giunta birmana.
Il Consiglio di amministrazione dello stato del Myanmar è preoccupato dalla formazione di un governo parallelo credibile, con un braccio armato e vasto sostegno popolare, un consolidamento di potere che aiuterà a sostenere la rabbia e la resistenza generale contro il Tatmadaw e quello una maggioranza in Myanmar considera un golpe illegale e illegittimo.
Dopo 100 giorni di carneficina di stato con quasi 800 civili uccisi, migliaia di feriti e oltre 3000 arrestati, dopo le operazioni aeree contro le aree civili e la distruzione e saccheggio della proprietà privata, è chiaro alla maggioranza chi sono i veri terroristi nel Myanmar.
David Scott Mathieson Asiatimes
una perfetta diesamina, grazie per la chiarezza.
Contento che le sia piaciuto l’articolo. L’autore e David Mathieson che abbiamo tradotto