Sono passati 35 anni dalla fine della guerra in Vietnam, 39 da quando l’ agente arancio è stato dismesso nelle pratiche militari. Era costituito dalla miscela di due erbicidi, due acidi clorofenossi acetici, usati per il controllo delle piante a foglia larga se usati singolarmente: in Vietnam è stato usato per anni come defoliante, per distruggere immense quantità di foresta dove i Vietcong si nascondevano durante quella interminabile guerra.
Sono note da tempo memorabile le ricadute che questi erbicidi hanno sull’uomo: malattie e difetti alla nascita, proprietà cancerogene e teratogene.
In un rapporto de National Academy of Sciences (Accademia Nazionale delle Scienze), si accertò che più di tremila villaggi furono irrorati direttamente con l’agente arancio, esponendo una popolazione vasta dai 2 ai 4 milioni di persone ai danni e alle conseguenze di questo erbicida. Furono versati su un territorio di un quarto del vietnam del sud circa 75 milioni di litri di agente arancio tra il 1962 e il 1971 distruggendo 2 milioni di ettari di foresta e 200mila ettari di raccolti.
Anche le truppe statunitensi e sudvietnamite risultarono danneggiate da questo uso di massa. I suoi residui sono rimasti intatti dopo decenni nelle piante, poi sono passati agli animali e poi trasmessi all’uomo, anche ora che la guerra non c’è più.
Dopo tanti anni dalla fine di una guerra persa, finalmente il governo di Washington sta cominciando ad affrontare le conseguenze, dalla bonifica dei siti ai danni ai cittadini vietnamiti (quelli americani sono stati già rimborsati se si possono rimborsare mai certi danni). Un gruppo misto vietnamita americano ha stabilito che sono necessari dieci anni per ripulire il Vietnam dell’agente arancio come delle varie diossine usate durante la guerra, e che ci vogliono 30 milioni di dollari ad anno, una cifra molto piccola se paragonata ai danni che la British Petroleum sta facendo nel Golfo del Messico.
Questa cifra sembra sufficiente anche per trattare le varie persone disabili esposte ai vari veleni, soprattutto se si considera che questo problema è un’eredità pesante che è di ostacolo ad un normale rapporto diplomatico tra USA e Vietnam. Nel rapporto del Gruppo Americano Vietnamita su agente arancio e diossine, si afferma che sono necessari 100 milioni di dollari per ripulire l’ecosistema e ripulire i siti contaminati quali le basi aeree di Danang, i punti di stoccaggio di Bien Hoa e Phu Cat dove tanta diossina è penetrata nell’ambiente.
Altri 200 milioni servono al trattamento delle disabilità delle persone colpite dalle sostanze chimiche anche a distanza di decenni.
Il finanziamento dovrebbe riguardare per metà il governo americano e per metà varie fondazioni e altri enti donatori.
«La guerra è finita ma le sue ferite rimangono ancora in tante parti del paese» sostieneNguyen Van Son, presidente dell’assemblea legislativa vietnamita. «Molti sono morti, ma molte altre vittime come bambini nati con disabilità varie stanno lottando con queste disabilità in un ambiente estremamente duro e hanno un grande bisogno di cure e aiuto».
Infatti i livelli di diossina, che causa tra l’altro cancro e malformazioni alla nascita, in alcuni campioni di latte umano prelevati in donne che avevano vissuto nella zona di Danang sono 100 volte superiori al normale; la diossina nel suolo, nei sedimenti e nel pesce sono da 300 a 400 volte gli standard internazionali, con tutti i rischi potenziali ancora presenti per almeno 100 mila persone che vivono attorno alla base. Infatti, data la lenta decomposizione della diossina, arriva all’uomo attraverso la catena alimentare: dai sedimenti, al pesce e alle anatre giungendo poi all’uomo. Finora la Croce Rossa ha stimato che le persone che hanno avuto problemi dall’agente arancio siano almeno 3 milioni, mentre il governo statunitense considera che la malnutrizione e altre ragioni ambientali siano anche da prendere in considerazione .
Dal 2007 il governo USA ha stanziato 9 milioni di dollari per il problema dell’agente arancio mentre altri 12 saranno disponibili come parte di una legge da essere discussa al Congresso e si spera di trovare altri finanziamenti per progetti legati alla diossina. Chissà che con la prossima celebrazione di 15 anni di rinnovate relazioni diplomatiche non si riesca a mettere da parte questa spinosa questione.