Visita di Hegseth a Manila, ministro della difesa USA, serve a generare lavoro e opportunità di affari per le compagnie americane
Aerei militari USA F-16 saranno disponibili per le Filippine per accrescerne le capacità militari di fronte alla presenza minacciosa della Cina nel Mare Filippino occidentale, secondo una dichiarazione dell’agenzia di cooperazione alla sicurezza e difesa americana.

La dichiarazione giunge dopo la visita del ministro della difesa Pete Hegseth a Manila in cui è stato riaffermato il “legame ferreo” tra Manila e Washington alla luce del trattato tra i due paesi.
Il Sommo Commerciante di armi, come un giornalista filippino ha definito Hegseth, ha promesso di “ristabilire la deterrenza nella regione dell’Indo-Pacifico” ed ha annunciato che il finanziamento per acquisto di sistemi d’arma da 336 milioni di dollari sarà mantenuto.
“Non arriveranno contanti a Manila” scrive il giornalista filippino Manny Mogato. “I fondi invece saranno versati a chi venderà gli equipaggiamenti e servizi della difesa americana alla sua ex colonia generando lavoro e opportunità di affari per le compagnie americane.”
Sono in ballo oltre l’acquisto degli F-16 elicotteri, aerei C-130 e sistemi missilistici HIMARS e missili tattici per le forze armate filippine.
Washington ha anche adocchiato il piano decennale dell’amministrazione Marcos da 19 miliardi di dollari per la difesa su cui è in competizione con molti paesi europei ed asiatici, avendo però il vantaggio sia di essere alleato storico e di offrire vari progetti del Dipartimento di Stato o del Pentagono per poter finanziare i vari acquisti.
“Le Filippine saranno un mercato lucrativo simile a Taiwan che sta migliorando le proprio forze di superficie ed aeree per prepararsi al piano di invasione cinese di cui si parla nel 2027” scrive Mogato.
Le Filippine cercano aerei multiruolo, fregate, corvette, mezzi di pattugliamento in mare, droni, sottomarini elettrici convenzionali e sistemi missilistici.
“Il giro di Hegseth per l’Indo-Pacifico potrebbe essere come prendere due uccelli con una pietra sola, riaffermare l’alleanza di sicurezza con le Filippine ed aprire opportunità di affari e investimenti. Non ci saranno più pranzi gratis perché Trump vuole che gli alleati e partner spendano di più per la loro difesa e condividano il peso di rendere il mondo sicuro”.
La Cina non l’ha ovviamente presa bene ed il portavoce del ministero degli esteri cinesi Guo Jiakun ha dichiarato:
“Qualunque cooperazione della difesa o della sicurezza tra Filippine e gli altri paesi non devono individuare una terza parte né inficiare i loro interessi, e ancor meno minacciare la pace e sicurezza regionali nella regione. Chi attizza le fiamme? Chi sta istigando ad un confronto miliare? Chi sta trasformando l’Asia in una polveriera? I paesi della regione non sono ciechi”.
La visita di Hegseth a Manila
La visita di Hegseth a Manila, segretario americano alla difesa, ha portato un po’ di sollievo a chi lo ha accolto a Manila ma anche una nuova causa di preoccupazione in Cina.
Si è discusso moltissimo per mesi sulla possibile rottura e declassamento delle relazioni strategiche visti i segni di una svolta isolazionista nella politica estera di Washington con Trump.
Lo scorso mese Jose Manuel Romualdez, ambasciatore filippino a Washington mise in guardia pubblicamente sulla possibilità che il paese dovesse prepararsi al giorno in cui non avrebbe potuto fare più affidamento sul suo storico alleato.
Questa visita di alto profilo che sarà presto seguita dall’arrivo di Marco Rubio, segretario di stato USA, ha forse allontanato questi dubbi strategici.
Durante la visita di cortesia al Palazzo Malacañang, Hagseth ha detto al Presidente filippino Ferdinand Marcos Jr che il Presidente Trump gli manda i suoi auguri e che “pensa con molto affetto a questo grande Paese”.
In particolare, Hegseth ha sottolineato come sia il Presidente degli Stati Uniti che lui “vogliano esprimere il ferreo impegno che abbiamo nei confronti del Trattato di mutua difesa (MDT) e della partnership, economica e militare, su cui i nostri staff hanno lavorato diligentemente per settimane e settimane e mesi”.
In risposta, il leader filippino ha lodato come la visita sia stata “un’indicazione molto forte e un messaggio molto forte dell’impegno di entrambi i nostri Paesi a continuare a lavorare insieme, per mantenere la pace nella regione indo-pacifica all’interno del Mar Cinese Meridionale”.
Al di là dei convenevoli diplomatici, Hegseth ha anche annunciato aggiornamenti cruciali alla cooperazione militare bilaterale per “ristabilire la deterrenza” alla luce delle crescenti tensioni tra Manila e Pechino sui territori contesi nel Mar Cinese Meridionale.
In particolare, Hagseth ha annunciato il dispiegamento del NMESIS, Navy-Marine Expeditionary Ship Interdiction System, un veicolo terrestre senza pilota equipaggiato con missili d’attacco navali in grado di colpire obiettivi fino a 100 miglia nautiche di distanza, per l’edizione di quest’anno dell’esercitazione filippino-statunitense Balikatan.
Il capo della difesa statunitense ha anche annunciato l’impiego di non meglio precisati “veicoli di superficie senza equipaggio ad alta capacità” per le previste esercitazioni congiunte nel Mar Cinese Meridionale. Probabilmente si riferiva ai MANTAS T-12 della Maritime Tactical Systems e ai droni Devil Ray T-38 di fabbricazione statunitense, già utilizzati dalle truppe americane dispiegate nelle Filippine.
Inoltre, le forze speciali di entrambe le parti dovrebbero condurre esercitazioni congiunte a Batanes, la provincia più settentrionale delle Filippine che si affaccia su Taiwan. Nonostante il congelamento degli aiuti americani all’estero, Hagseth ha anche rassicurato i suoi ospiti sull’impegno di 500 milioni di dollari in finanziamenti militari esteri per quest’anno per aiutare a modernizzare le Forze Armate delle Filippine (AFP).
Le due parti hanno anche annunciato ulteriori miglioramenti nelle strutture militari usate dalle forze americane in rotazione nel paese secondo EDCA, Accordo di cooperazione accresciuto della difesa.
“Valorizzeremo le nostre attuali posizioni dell’EDCA e faremo miglioramenti. Si badi che queste sono basi filippine su cui investiamo. Le valorizzeremo per il sostegno logistico” ha detto Gilberto Teodoro Ministro della difesa Filippina nella conferenza congiunta con Hegseth.
Soprattutto, in una mossa che irriterà deliberatamente la Cina, la visita di Hegseth ha spianato la strada al Comando indo-pacifico degli Stati Uniti (Indopacom) per dispiegare una seconda batteria del sistema missilistico Typhon a medio raggio nelle Filippine per le prossime esercitazioni congiunte.
L’attuale sistema Typhon è in grado di colpire obiettivi strategici entro un raggio d’azione compreso tra i 500 e i 2.000 chilometri, il che significa che potrebbe colpire molte delle basi militari cinesi del sud. È stato dispiegato per la prima volta nelle Filippine nell’ambito di esercitazioni congiunte lo scorso anno, ma non è stato rimosso al termine delle esercitazioni.
La Cina ha fatto proteste forti contro il dispiegamento del sistema mobile nelle Filippine ed ha affermato che gli USA alimentano una corsa alle armi nella regione. Il WSJ ha notato che si segnava la prima volta dalla Guerra Fredda che i militari USA hanno impiegato all’estero un sistema di lancio terrestre a lungo raggio.
Il sistema della Lockheed Martin, dotato di quattro lanciatori, un centro operativo di batteria, rimorchi modificati e prime mover, vanta un sistema di lancio verticale che utilizza missili Tomahawk e Standard Missile-6 di Raytheon.
In caso di conflitto nel Mar Cinese Meridionale o nella vicina Taiwan, il missile Typhon potrebbe contrastare i famosi lanciatori di missili balistici anti-crociera (ASBM) “DF” della Cina.
Perciò, il famoso sistema missilistico mobile a medio raggio americano offre un enorme effetto deterrente, soprattutto se dispiegato su larga scala e in luoghi strategici delle Filippine.
“È uno sviluppo gradito per le Forze Armate delle Filippine. Possiamo dire che più siamo meglio è. Più mezzi abbiamo, più siamo in grado di addestrare più personale da parte nostra. Quindi accettiamo di buon grado”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce dell’AFP, colonnello Francel Margareth Padilla, dopo l’annuncio del possibile dispiegamento di un’ulteriore batteria di missili Typhon nell’ambito delle esercitazioni congiunte di quest’anno.
“Accogliamo con favore eventi come questo perché aiuterebbero il nostro personale ad addestrarsi più velocemente. Quindi accogliamo con favore il suo arrivo”, ha dichiarato il colonnello Louie Dema-ala, portavoce dell’Esercito filippino. L’anno scorso, i funzionari filippini hanno accolto con favore lo stazionamento “permanente” del sistema d’arma nelle strutture dell’EDCA e, in prospettiva, persino l’acquisizione diretta per l’AFP.
Anche il 3° MDTF dell’esercito americano, con sede alle Hawaii, riceverà presto la sua batteria Typhon, sottolineando la crescente importanza dei sistemi missilistici avanzati nella strategia di difesa regionale americana.
“Siamo costantemente alla ricerca di opportunità per esercitare capacità come questa in campo… Impariamo enormi lezioni portando capacità in campo”, ha dichiarato di recente ai giornalisti il col. Michael Rose, comandante del 3° MDTF.
In particolare, il funzionario statunitense ha confermato che il dispiegamento di Typhon sosterrà l’Operazione Pathways, una serie di esercitazioni annuali volte a stabilire una strategia di “deterrenza integrata” con gli alleati asiatici per contrastare la crescente potenza della Cina.
Prima della visita di Hegseth, la Cina sperava di allontanare la seconda amministrazione Trump da una più stretta cooperazione di difesa con Manila.
In una conferenza stampa della settimana scorsa il portavoce del ministro degli esteri cinesi, Guo Jiakun, ha avvisato le Filippine che “non porta nulla di buono aprire la porta al predatore (America)” e che chi vuole essere uno strumento nella competizione tra grandi potenze “alla fine sarà abbandonato”.
Le dichiarazioni cinesi sono giunte tra i dubbi crescenti sull’impegno americano verso i suoi alleati di frontiera, tra cui le Filippine. La comparsa di figure isolazioniste nel Pentagono è stata una fonte grossa di preoccupazioni tra gli alleati tradizionali degli USA non ultima Manila.
Andrew Byers, ad esempio, in un saggio pubblicato mesi prima della sua nomina a capo del Pentagono per il Sud-Est asiatico, sostiene che Washington deve abbandonare di fatto l’alleato filippino in cambio di piani di cooperazione con la Cina per attenuare le tensioni nel Mar Cinese Meridionale.
Un alto generale degli Stati Uniti ha inoltre alimentato le ansie dei filippini annunciando che le forze americane non avrebbero condotto un’operazione di fuoco vivo del suo sistema missilistico Typhon durante le prossime esercitazioni nelle Filippine.
“Non pensiamo di condurre operazioni con munizioni vere proprio ora” ha detto il generale Jeffrey Van Antwerp, vice comandante di stato maggiore delle operazioni, piani e addestramento del US Army Pacific, prima della visita di Hegseth. I suoi commenti hanno fatto nascere paura a Manila di un potenziale ritiro del Pentagono in cambio di relazioni migliori con Pechino.
Ma la visita del capo della difesa americano ha dissolto per lo più queste paure mentre i piani dell’amministrazione Trump di confrontare la Cina nel Pacifico iniziano a profilarsi più chiaramente.
Richard Javad Heydarian, Asiatimes