E’ finito il regno magico del Re thai Bhumibol Adulyadej. Nato nel 1927 ed incoronato nel 1946, Bhumibol, il monarca che più ha regnato al mondo, è scomparso il 13 ottobre, all’età di 88 anni.

Attraverso i sette decenni al trono, ha trasformato una monarchia in declino nell’istituzione politica più potente del paese. Allo stesso tempo, il Re è stato un simbolo dell’unità e della stabilità della Thailandia.
La sua dipartita ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama politico thailandese che ora è pieno di incertezza sul futuro del paese senza un re carismatico.
Re Bhumibol regnò in modo autorevole contendendo con forza ai governi civili il potere politico e la fedeltà dei cittadini. Bhumibol divenne un’entità sacra ed inviolabile, protetta dalla dura legge di lesa maestà, la quale afferma che i commenti di insulto verso il monarca sono passibili di pene fino a 15 anni di carcere.
Tuttavia, la sua immagine divina non gli impedì di agire da re popolare. I suoi progetti di sviluppo reale furono applicati per migliorare la vita dei tantissimi thailandesi. Per loro il Re significava tutto. Dopo l’annuncio televisivo della morte di Bhumibol, il primo ministro Prayuth Chanochoa confermò che il principe ereditario Maha Vajiralongkorn sarebbe succeduto al padre come Re Rama X.
L’annuncio fu accolto con un grande senso di ansia perché molti thai temono che Vajiralongkorn non sarebbe stato in grado di dare quella stessa stabilità che aveva dato suo padre. Nonostante questo, fu ufficialmente proclamato Re Vajiralongkorn.
La comprensione della vita di Vajiralongkorn è paradossalmente facile ed elusiva. E’ facile perché, a differenza del padre, egli ha mostrato negli anni poco interesse per gli affari politici e di palazzo. A dire il vero, la persona del principe ereditario era stata eclissata da quella di Bhumibol che, dopo tutto, ha avuto un regno lungo. La longevità della sua era ha scoraggiato Vajralongkorn dall’intraprendere iniziative in politica. Più importante gli ha impedito di consolidare il proprio potere e ottenere il sostegno fondamentale del cerchio del palazzo.
Allo stesso tempo è difficile per i Thailandesi comprendere la vita di Vajiralongkorn, perché conoscevano poco le sue idee in politica o la sua visione sul futuro della monarchia. La mancanza di addestramento alla guida politica, particolarmente nel suo futuro ruolo di re, ha reso ancor più difficile sia per Vajiralongkorn di dare indicazioni sulle sue capacità, che per i Thai immaginare la natura del suo regno.
L’attenzione ora è sulla personalità di Vajiralongkorn che si erge in un duro contrasto con quella del padre. Alcune sue azioni, che hanno sporcato la sua reputazione, sono servite a desacralizzarlo all’inizio della sua vita, impedendogli di acquisire lo stato di Dhammaraja, re di origini divine. Vajiralongkorn è l’immagine opposta di Bhumibol. Fu un ragazzino viziato e nella vita adulta è stata una figura intimidatoria, poligamo e indulgente, e non ha avuto l’interesse negli impegni pubblici.
Nel contesto thailandese si suppone che un monarca deve fare da re divino. La santità religiosa del trono è indispensabile per l’esistenza della monarchia. Dimostra la relazione stretta di monarchia e religione, e se usata in modo accorto, può migliorare il livello di divinità della monarchia. Ma il livello crescente di sacralità di Bhumibol ha inevitabilmente comportato il fallimento di Vajiralongkorn nel reclamare la sua propria moralità e sacralità. Ha sofferto del riconoscimento della sacralità nelle mani di suo padre, e continuerà a lottare per sfuggirne dall’ombra.
L’opinione generale dei thailandesi del già principe ereditario è stata negativa. Mentre è sempre rimasta un tabù la discussione sulla personalità di Vajiralongkorn, sono salite in superficie dicerie e pettegolezzi sul suo essere un playboy, un reietto della famiglia reale, un principe egocentrico e un mafioso, come anche varie voci contraddittorie sulla sua salute.
Dicerie e pettegolezzi giocano un grande peso in assenza di sacralità da parte di Vajiralongkorn.
Non riuscendo a raggiungere l’alto livello morale fissato da suo padre, Vajiralongkorn di conseguenza è diventato un principe impopolare, non solo agli occhi dei cittadini normali, ma anche dei monarchici. Il suo stile di vita sfarzoso, i suoi umori imprevedibili e l’eccentricità nei gusti sessuali, come chiaramente visibili in un video di una festa di compleanno del suo cagnolino Foo Foo, hanno avuto un costo molto alto sulla sua popolarità.
Con i suoi nemici si è comportato in modo spietato. Uno dei suoi confidenti, il famoso astrologo Suriyan “Moh Yong” Sucharitpolwongse, è morto in circostanze misteriose in carcere. Era stato accusato di aver sfruttato il nome del principe ereditario per suo proprio beneficio. E’ imperativo sottolineare che la popolarità è spesso giudicata in modo comparativo, e Vajiralongkorn si è trovato in una posizione di acerrima competizione non solo col padre, ma anche con la sorella, Principessa Maha Chakri Sirindhorn.
Senza dubbio, Vajiralongkorn si troverà ad affrontare seri problemi nel caso dovesse cercare di seguire le orme del compianto re senza averne le qualità necessarie. Non gode dello stesso amore e rispetto della gente suscitato da suo padre. Gli manca l’autorità morale e il carisma del padre. Vajiralongkorn ha mostrato scarsissimo entusiasmo nel lavorare con istituzioni democratiche o nel sostenere la democrazia.
E’ possibile che, con un re principe più debole ora re, i militari potrebbero diventare gli arbitri soli della politica thailandese. Nel suo regno Bhumibol costruì un’alleanza con i militari creando una “rete della monarchia” che poneva l’istituzione reale all’apice della struttura politica thailandese.
Insieme, monarchia militari disegnarono un sistema politico in cui i governi eletti sarebbero stati mantenuti deboli e vulnerabili. Se i governanti civili avessero rappresentato una minaccia, sarebbero stati abbattuti da golpe militari.
Ma l’incertezza che circondava Vajiralongkorn e la sua capacità di rassicurare i membri della rete della monarchia hanno portato i militari ad interferire nella politica, come mostrato dal golpe del 2014 quando l’esercito thai tentò di prendere il controllo della successione reale.
Comprendendo l’importanza dei militari come alleati fondamentali della monarchia, ha forgiato la sua propria relazione con l’attuale governo militare. Dopo il golpe l’allora principe ha presieduto il parlamento nominato dai militari elogiando l’esercito per aver assicurato la pace e l’ordine nel paese.
Ma questa nuova alleanza tra militari e Vajiralongkorn potrebbe avere un cattivo impatto sulla democrazia della Thailandia. Con Re Bhumibol la monarchia non ha mai operato all’interno della costituzione, fatto che la gente ha accettato poco alla volta come essere parte della cultura politica thailandese. L’alleanza di Vajiralongkorn con i militari potrebbe spiegare perché la transizione reale scorrerà liscia almeno nel breve periodo.
Dopo tutto si suppone che la nazioni entri in uno stato infinito di lutto. Ai Thai è stato detto di vestire di nero per un anno. Lunghi mesi di lutto potrebbero ritardare ogni scontento pubblico rispetto al re in attesa. Potrebbe anche aiutare a legittimare l’ascesa controversa di Vajiralongkorn al trono.
Nel periodo lungo, il cattivo comportamento di Vajiralongkorn potrebbe causare maggiori sentimenti antimonarchici nel regno. Alcuni nel campo delle magliette rosse, sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatra, hanno già flirtato con l’idea del repubblicanesimo. Vedono una fine dell’istituzione reale in Thailandia; Vajiralongkorn rappresenta il fallimento di un modello di monarchia costituzionale.
Persino dentro la fazione monarchica, la scelta di Vajiralongkorn è un delusione. Avrebbero preferito al trono la più popolare sorella Sirindhorn, ma la costituzione obbliga un erede maschio.
Con Bhumibol, i thai hanno vissuto un altro genere di politica: democratica sulla superficie che però era essenzialmente un dominio reale. Con Vajiralongkorn, benché resti incerto il tipo di politica che sosterrà o forgerà, la situazione che lo circonda potrebbe offrirgli qualche aiuto in favore di una maggiore democratizzazione nel futuro.
Non si può negare il fatto che i thailandesi in generale non si sono mai riferiti a Vajiralongkorn in termini favorevoli. Ma lo studioso australiano Andrew Walker sostiene sprezzante che Vajiralongkorn sarà un bene per la democrazia thailandese. Considerato il suo limitato potere simbolico, non riuscirà ad occupare una posizione dominante al centro del sistema di governo thai. Ma, ancora, si deve guardare al ruolo della rete della monarchia e anche a come potrebbe manipolare il nuovo re.
Le condizioni politiche forgiate dalla lunga era di Re Bhumibol lasciano a Vajiralongkorn solo due opzioni.
La prima è di seguire nei suoi interventi in politica le orme del padre, mentre cooperava con attori al di fuori della costituzione per assicurare il controllo del palazzo sulla politica.
La seconda è di intraprendere una riforma della monarchia in cui Vajiralongkorn resti al di sopra della politica e sia un re da cerimonia. A causa della sua mancanza di qualità fondamentali definite dal concetto neomonarchico, Vajiralongkorn non avrà le necessarie risorse. Scegliere quindi di intervenire nella politica potrebbe rivelarsi disastroso, non per la sua posizione ma per l’istituzione reale.
Sembra che procedere alla riforma nella corte reale rappresenti la sola scelta realistica per la sopravvivenza di Vajiralongkorn e del suo regno.
Egli ha bisogno di prendere questa decisione difficile. Il futuro del suo regno di pende da questo. Come anche il futuro della Thailandia.
Pavin Chachavalpongpun, Università di Kyoto, L’incolmabile vuoto della Thailandia