Per i rappresentanti della difesa filippina è stata una replica di un vecchio incubo vedere, all’inizio di marzo, oltre 200 navi da pesca cinese ancorate sulla Whitsun Reef, una barriera corallina a forma di boomerang all’interno della Zona Economica Esclusiva Filippina, ZEE, nelle isole Spratly del Mare Cinese Meridionale.
La flotta di navi ancorate a grappolo lì da varie settimane, senza fare alcuna operazione di pesca, aveva in sé alcune navi della Milizia Marittima delle Forze armate cinesi usate da Pechino per sequestrare territorio di mare in modo non violento.
Pechino ha affermato che le navi si riparavano dal cattivo tempo e che non erano navi delle milizie.
“Le immagini satellitari di pubblico dominio mostrano che le navi entrano ed escono a loro piacere, senza alcun impedimento dallo scorso anno” ha detto Collin Koh della RSIS di Singapore che ha aggiunto che alcune ciurme erano chiaramente delle milizie marinare.
L’incidente ricorda da vicino una azione simile accaduta nel 2012 quando le navi cinese inondarono la Scarborough Shoal all’interno della ZEE filippina bloccando l’accesso ai pescatori filippini. Le navi non se ne andarono più e Manila perse il controllo della Secca come anche del 38% della sua ZEE totale. Secondo gli analisti la Cina costruirà un’isola artificiale su quella secca.
Ma nel caso del Whitsun Reef la Cina è incorsa in una reazione accesa da parte dei militari filippini come anche di altri paesi.
Whitsun Reef è conosciuta come Julian Felipe Reef per le Filippine e Niu’e Jiao per la China, e sono parte delle Union Banks, parte di un atollo sommerso su cui ci sono basi cinesi e vietnamite. Esse fanno parte delle Spratly contese da sei governi.
“Sembra che la Cina voglia usare Whitsun Reef per controllare le acque e lo spazio aereo intorno” dice Greg Poling del CSIS, Asia Maritime Transparency Initiative of the Center for Strategic and International Studies, mentre Koh del RSIS sostiene che la Cina userà Whitsun Reef come “un’ancora per le navi delle milizie e dei guardia coste per dominare la Union Bank”
Non tolleriamo incursioni
Per le forze armate filippine è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“Non tolleriamo incursioni nelle nostre acque territoriali da parte di nessuno” ha detto il capo delle forze armate Generale Sobejana mercoledì scorso, tre giorni dopo la protesta diplomatica di Manila verso Pechino.
Le forze armate poi ha annunciato l’invio sia di aerei militari per monitorare la situazione che di navi per mantenere il pattugliamento di sovranità.
Giovedì Soobejana ha detto che i militari avevano documentato strutture fatte dall’uomo illegali sulla Union Bank.
“Queste costruzione ed altre attività, economiche o altro, sono dannose per la pace, il buon ordine e la sicurezza delle nostre acque territoriali.” ha detto il generale.
Aaron Jed Rabena di Asia-Pacific Pathways to Progress ha definito l’invio degli aerei un segnale forte alla difesa della propria sovranità.
“La decisione del potere della difesa di dispiegare mezzi navali e di guardia coste nell’area significa che il paese è deciso ad affermare i propri diritti” ha detto Sabena. “Manila mostra che è meglio fare il passo piuttosto che essere accusati di non farlo”
Un membro del governo in modo anonimo ha detto agli autori che la risposta della difesa si basava sulle lezioni apprese alle Scarborough e alla Mischief Reef, abbandonate alla Cina nel 1995. “E’ una combinazione di diplomazia e deterrenza”
Sin dal suo arrivo al potere nel 2016 il presidente Rodrigo Duterte ha forgiato una relazione stretta con la Cina nella speranza di ottenere aiuti forti e commercio e quest’anno la donazione di vaccini contro il Covid-19.
Lui fu fortemente antagonista agli USA e disse di volersi allontanare dall’alleato tradizionale filippino avvicinandosi alla Cina. Ha minacciato di cancellare l’accordo delle forze in visita VFA, che permette l’arrivo di soldati americani nel paese, e EDCA, un accordo di cooperazione avanzato alla difesa che permette alle truppe filippine di addestrarsi con le truppe USA.
Le Filippine hanno ricevuto centinaia di milioni di dollari in aiuti militari dagli USA e secondo l’ambasciata USA a Manila le forze armate hanno ricevuto dal 2015 689 milioni di dollari in equipaggiamenti militari. Duterte però ha detto che se gli USA vogliono mantenere gli accordi dovrebbe quadruplicare gli aiuti a Manila.
Il ministro del commercio Ramon Lopez lo scorso mese ha detto che la Cina è ora il partner economico più importante del paese, il più importante fornitore di importazioni ed il terzo paese per le esportazioni.
Alcuni osservatori credono che la propensione di Duterte per Pechino forse ha rafforzato la Cina nel penetrare nel territorio filippino.
All’inizio della settimana il ministro della difesa Delfin Lorenzana ha detto alla CNN Filippine che Duterte aveva incontrato l’ambasciatore cinese chiedendo la rimozione delle navi perché “allarmava il popolo filippino”.
Da allora la maggioranza delle navi sembrava se ne fossero andate. Ma poi la NTF-WPS, Task force Nazionale per il Mare Filippino Occidentale, lunedì ha detto che le proprie pattuglie avevano contato 44 navi delle milizie “ferme, ancorate e stazionarie” a Whitsun Reef.
Koh del RSIS ha detto di credere che le Forze armate “avrebbero preferito una risposta più robusta, quasi al limite di una provocazione del conflitto aperto”
“Ma sono ancora in debito verso Duterte nella sua capacità di Comandante in Capo e considerato il principale architetto della politica estera” ha detto Koh. “AFP resteranno bloccati dai desideri e pazzie della politica dell’amministrazione Duterte verso la Cina .. che siano d’accordo con l’approccio da mano di velluto verso la Cina e le trasgressioni in mare è tutto da vedere”.
Non c’è bisogno di andare in panico
Sebbene Duterte non abbia detto nulla su Whitsun Reef, i suoi amministratori hanno tentato di calmare la gente. L’ambasciatore filippino in Cina Jose Santiago Santa Romana ha detto alla TV filippina che non c’è bisogno di andare in panico e che si stava affrontando la questione diplomaticamente.
“Non voglio dare un quadro temporale perché è questione di scambi diplomatici” ha detto Santa Romana la settimana scorsa. “E’ confidenziale ma mi aspetto che ci sarà un miglioramento della situazione”.
Persino tra gli scambi diplomatici il paese ha ricevuto un sostegno non cercato sulla questione.
L’ambasciata USA a Manila il 23 marzo ha detto che “stiamo dalla parte delle Filippine, il nostro alleato più vecchio in Asia” ed ha accusato la Cina di “usare la milizia in mare per intimidire, provocare, e minacciare gli altri paesi minacciando la pace e sicurezza nella regione”
Questa dichiarazione è stata seguita da dichiarazioni analoghe di Giappone, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
“Le questioni del mare cinese meridionale sono legate direttamente alla pace e stabilità ed è una preoccupazione per tutti. Il Giappone si oppone con forza ad ogni azione che accresce le tensioni” ha scritto su Twitter Koshikawa Kazuhiko, ambasciatore giapponese a Manila. “Sosteniamo l’applicazione del governo della legge in mare e lavoriamo con la comunità internazionale per proteggere i mari aperti liberi e pacifici”.
Il Canada “si oppone alle azioni recenti cinesi nel MCM comprese quelle fuori delle coste delle Filippine che accrescono le tensioni e minano la stabilità regionale e l’ordine internazionale basate sulle regole”
Francia e Germania hanno unitamente espresso la preoccupazione “sui recenti sviluppi nel MCM che ha creato tensioni tra i paesi vicini”
Secondo un rappresentante filippino Manila non aveva chiesto dichiarazioni da altri paesi. “Per quanto ne sappia questi paesi hanno fatto loro dichiarazioni proprie”
L’ambasciata cinese a Manila il 24 marzo ha attaccato vari commenti, descrivendo il Giappone come un vassallo americano, in cui diceva che i paesi devono “comprendere e rispettare i fatti prima di fare commenti”
Koh ha detto che queste dichiarazioni riflettono la coscienza crescente sul comportamento di Pechino nel MCM e la preoccupazione crescente della comunità internazionale su queste dispute.
“Di certo non assistemmo nel 2012 a tanto sostegno internazionale come in questi giorni”
Il sostegno USA è in contrasto con la sua risposta nel 2012 quando Washington fu incerta nel sostenere Manila nella Scarborough Shoal dicendo che la caratteristica di mare non era parte del territorio filippino.
Collin Koh del RSIS ha detto che, nonostante la posizione antiamericana attuale di Duterte, l’amministrazione Biden “considera probabilmente degno e vitale per gli interessi USA continuare a tenere contatti con le Filippine”
Poling del CSIS ha notato che la prima telefonata del segretario di stato Antony Blinken ad una controparte della regione è stata al ministro degli esteri filippino Teodoro Locsin.
“E ora sia la ambasciata USA che il dipartimento di stato hanno espresso il loro sostegno alle Filippine e la loro opposizione all’uso della Cina di milizie a Whitsun Reef” dice Poling che aggiunge che il loro sostegno si estende al di là delle parole.
“Gli USA offrono alle Filippine un sostegno molto sostanziale di sostegno alla costruzione di capacità di sorveglianza ed aiuto diplomatico”
L’ex ministro filippino Albert del Rosario si è spinto oltre proponendo che Washington e Manila facessero dei “pattugliamenti congiunti”.
Ha rivelato che sotto l’amministrazione Aquino aveva incontrato due volte Blinken, allora vice segretario di stato, per discuterne l’idea. Del Rosario ha detto che fu approvato un accordo ma fu “archiviato dall’amministrazione Duterte per paura di dispiacere alla Cina”
“Potrebbe ora essere imperativo rivedere il pattugliamento congiunto … con il nostro solo alleato di trattato per tenere a bada le tattiche da bulli della Cina”
C’è una sola cosa però secondo Poling che gli USA potevano fare come deterrente dell’aggressione cinese con l’amministrazione Duterte che rifiuta di applicare EDCA e minaccia VFA.
“Primo obiettivo dell’alleanza deve essere far partire EDCA per far operare le forze USA e filippine in modo congiunto dalle basi filippine”.
L’impatto sui legami Cina Filippine
Ci si attende che la disputa su Whitsun Reef si presenti nelle discussioni tra i ministri degli esteri Wang Yi e Teodoro Locsin nell’incontro di venerdì nella provincia Fujian mentre gli analisti si attendono una veloce e rapida risoluzione.
Alla conferenza stampa del ministero degli esteri cinese il portavoce Hua Chunying ha messo in risalto “l’amicizia tradizionale” tra i due paesi nelle aree come il Covid-19.
“Alcune forze non mancano mai di tentare di separare la Cina dalle Filippine. Siamo sicuri che le Filippine sanno distinguere i fatti dagli errori e non cadranno nei loro trucchi”
Alcuni analisti invece credono che la Cina non lascerà andare la cosa facilmente. Sebbene alcune navi ancorate se ne siano andate da Whitsun Reef, altre 200 navi cinesi sono disperse tra le isole Kalayaan nella ZEE filippina.
Cresce nel paese la pressione perché il governo prenda una posizione più ferma contro l’ultimo sciame di navi e quindi se Pechino dovesse pianificare altre mosse ci saranno conseguenze politiche nelle Filippine, secondo alcuni analisti.
Duterte, che non può ripresentarsi alle prossime elezioni del 2022, si trova di fronte a varie crisi nazionali e, se sono vere le dicerie che la figlia Sara sarà in corsa per sostituirlo, avrà bisogno di mostrare che quando necessario riesce a fare la voce grossa alla Cina.
“C’è una pandemia che corre nel paese e Duterte si trova di fronte ad altre questioni domestiche come gli abusi dei diritti umani e gli omicidi extragiudiziali” dice Collin Koh.
“Questo incidente con i Cinesi complica la posizione domestica dell’amministrazione uscente ed aggiunge pressioni affinché mostri che sta facendo azioni reali per impedire ogni penetrazione cinese. Non credo che Pechino voglia che la questione in mare influenzi il risultato elettorale con una potenziale amministrazione ad esso ostile”
Lucio Blanco Pitlo della Asia Pacific Pathways sostiene che Manila non perderà Whitsun Reef “nell’immediato” per non mettere a rischio i legami Cina Filippine.
“La rottura di una relazione bilaterale amichevole che possa essere causata dalla costruzione di strutture cinesi o dall’esclusione dei pescatori filippini dalla barriera è un costo alto che Pechino potrebbe non voler sopportare”.
Manila comunque dovrebbe restare vigile secondo Koh.
“Se le Filippine abbassano la guardia e se continua a persistere un gap di sorveglianza su Whtitsun Reef, ci sarà sicuramente un apertura per un ritorno dei cinesi una volta che credono che il problema sia scomparso”
L’ambasciatore a Pechino Santa Romana dice che le Filippine devono respingere gli amici quando è il caso.
“Su questioni dove ci sono differenze o questioni di sovranità e diritti di sovranità con la Cina, noi affermiamo la nostra posizione e protestiamo quello dobbiamo, respingiamo quello che dobbiamo”
“La vigilanza è il prezzo della sovranità”
Alan Robles Raissa Robles, SCMP