La resistenza al golpe nella zona secca del Myanmar

La culla storica, la zona secca del Myanmar, mai toccata negli ultimi decenni da conflitti armati, vede l’emergere di due forze armate, il PDF della resistenza al golpe, e i Pyusawhti, milizie armate dal governo militare del Myanmar.

La maggioranza dei regni birmani precoloniali governavano dalle pianure centrali del Myanmar dove i fiumi Irrawaddy e Chindwin attraversano un panorama semiarido, la Zona Secca, dove vivono per lo più contadini.

Con la sua popolazione Bamar essenzialmente buddista la Zona Secca è spesso descritta come la culla storica del Myanmar.

zona secca del Myanmar attenti alla falsa pace myanmar

Prima del golpe del 2021 la zona secca è stata risparmiata dalla violenza armata che ha preso gran parte del paese dall’indipendenza del 1948. Le Organizzazioni Armate Etniche, OAE, non avevano una presenza regolare qui e in risposta i militari birmani la ignoravano.

Diversamente dalle battagliere terre di confine al Tatmadaw mancavano l’esperienza, le basi e la intelligence necessaria alle operazioni offensive nella Zona Secca che però non era una zona idilliaca arretrata.

Covavano le frustrazioni della gente del posto per l’accaparramento della terra, per le politiche agricole fallimentari e la rapace estrazione delle risorse, che spesso erano a beneficio di compagnie legate ai militari e ad imprese cinesi.

Nel portare queste tensioni alla superficie il golpe ha innescato la violenza diffusa nella zona secca.

Non si può dire che non ci siano stati conflitti nella storia moderna del Myanmar: dagli anni 50 centinaia di migliaia di persone nelle aree etniche del Myanmar sono state uccise nelle campagne di controinsorgenza del Tatmadaw.

Quello che però colpisce sulla Zona Secca è una crescita precipitosa nella violenza dal momento del golpe che improvvisamente ha dissolto le linee di demarcazione tra civili e combattenti.

Il conflitto armato su questa scala non è mai avvenuto nella zona secca, né tra la popolazione Bamar buddista del Myanmar dall’indipendenza del paese.

I suoi effetti riverberano attraverso le famiglie e le comunità rendendo così sempre più remota ogni possibilità di un ritorno alla calma tersa del periodo precedente.

La zona secca del Myanmar dove i civili diventano combattenti

Nell’assenza delle Organizzazioni Armate Etniche, gli obiettivi degli agenti in conflitto nella Zona Secca del Myanmar sono relativamente diretti: o si sostiene il golpe o lo si rovescia.

A parte il Tatmadaw, le forze armate del Myanmar, due agenti armati sono significativi qui, i Pyusawhti e Forze di Difesa Popolare PDF. Entrambi sono formati in maggioranza da civili prima disarmati che si uniscono per proteggersi.

Il governo militare del SAC poi ha armato i Pyusawhti, mentre il NUG, governo di unità nazionale, di opposizione ne ha armati alcuni dei gruppi PDF.

Entrambe le parti sono immerse in una guerra con poste esistenziali che hanno comportato danni diffusi contro le vite di civili, contro infrastrutture e legami sociali stabiliti da tempo.

Il Tatmadaw cerca di compensare la mancanza di esperienza di combattimento nella Zona Secca con i Pyusawhti, forze irregolari composte di civili vicini al regime. Il loro nome deriva da un antico re guerriero birmano e a loro il governo militare birmano dà paghe giornaliere, rifugio, armamento essenziale ed un breve addestramento militare.

Da documenti riservati del governo si sa che ci sono almeno 77 milizie nella sola Zona Secca.

A differenza delle precedenti milizie formate per sostenere il Tatmadaw nelle aree etniche, i Pyusawhti si formano alla base dai gruppi di nazionalisti buddisti, membri del partito legato ai militari del USDP e da veterani dell’esercito che si organizzano in reti di autoprotezione.

E mentre il Tatmadaw con la sua artiglieria pesante, i veicoli corazzati e la forza aerea è responsabile del peso della violenza armata contro PDF e civili, la nascita del Pyusawhti ha avuto una profonda influenza sull’organizzazione sociale mettendo i civili l’un contro l’altro.

I villaggi avevano ospitato diverse affiliazioni politiche prima del golpe. Ora la Zona Secca è organizzata in una maggioranza di villaggi contro il governo militare con qualche villaggio che sostiene il regime. La neutralità non è ammessa in questo panorama.

Anche le PDF sono forze di base di guerriglia formatisi spontaneamente. Sono emersi per la prima volta ad aprile 2021 nella Zona Secca quando la repressione contro i manifestanti era al suo massimo.

Finora i PDF hanno usato tre grandi tattiche per stancare il governo: bombe fatte di mezzi esplodenti improvvisati, omicidi mirati e imboscate ai convogli militari. I loro obiettivi non sono solo i soldati ma anche proprietà o persone affiliate alla giunta tra cui gli amministratori nominati dalla giunta, presunti informatori e membri dei Pyasawhti.

Fino al 31 maggio del 2022 il gruppo ACLED ha segnato 463 PDF nella Zona Secca ( 527 al 1 luglio 2022) che sono quasi la metà di tutti i PDF attivi nel Myanmar, ognuno con nomi distinti. La grande differenza dei nomi riflette l’emergenza organica di cellule individuali.

Alcuni riflettono l’aspirazione ad una democrazia federale, al luogo di origine, o qualcosa di insieme. Inoltre alcuni PDF sono coinvolti in un solo evento, spesso con attacchi a proprietà del governo con esplosivi improvvisati, mentre altri attaccano gli obiettivi del governo da mesi. Talvolta i PDF lavorano in solitaria, altri di concerto con altri PDF.

Dopo un anno nel conflitto la mappa del Conflitto del Myanmar del IISS mostra che il governo militare non riesce a mantenere la presa nella Zona Secca. Piuttosto che sottomettersi i PDF si sono adattati con successo: mentre i primi scontri duravano pochi minuti, sono diventati comuni combattimenti di ore. La campagna del PDF contro il governo militare potrebbe prendere due differenti direzioni.

Da un lato, se i PDF migliorano le tattiche di scontro e il coordinamento reciproco, potrebbero essere più persistenti ed essere una possibile spina nel fianco fatale del governo militare. Alcuni PDF hanno già formato coalizioni durature. Il NUG e le OAE hanno un ruolo fondamentale da giocare nel processo.

Ad ottobre 2021 il NUG formò il Comando Centrale e Comitato di Coordinamento C3C per lavorare verso una struttura di comando centralizzata per PDF e OAE alleate. Secondo Ye Myo Hein del Wilson Center il C3C resta un lavoro in itinere, sebbene la sua creazione abbia permesso una migliore coordinazione tra le varie forze di opposizione.

L’esperto afferma che il 75% dei PDF è legato al NUG da maggio 2022 quando era il 40% a novembre 2021, sebbene questi legami non implichino una catena di comando centralizzata.

D’altro canto la sopravvivenza dei PDF dipende dall’accesso alle armi, rifornimenti e reclute.

Ye Myo Hein stima che le piccole armi procurate dal NUG e dalle OAE al PDF rappresentano solo il 25% delle armi di cui hanno bisogno. Alcuni PDF hanno espresso frustrazione verso il NUG per la lentezza degli sforzi di armarli. Per compensare i PDF si costruiscono le loro armi, in maggioranza rudimentali, sebbene i PDF siano innovativi per aver finora sviluppato armi da stampa 3D e droni civili alterati che trasportano bombe. Nonostante la questione dei rifornimenti, i PDF della Zona Secca del Myanmar hanno mantenuto una elevata tempistica delle operazioni.

Il conflitto è ora esistenziale

Le tattiche del Tatmadaw sono cambiate dal golpe a riflettere la sua incapacità a cancellare la resistenza.

La campagna da terra bruciata del Tatmadaw segna una nuova fase del conflitto nella Zona Secca, una in cui i confini tra civili e combattenti non sono solo affievoliti ma del tutto cancellati.

In precedenza la gente prendeva le armi per unirsi ad una delle due forze che poi attaccavano altri individui presunti con legami con la forza avversa. Ma quando bruciano le case il tatmadaw prende di mira intere comunità per complicità con la resistenza. Queste tattiche riflettono le campagne di controinsorgenza dei quattro tagli del tatmadaw contro le OAE degli anni 80 e 90 con cui provava a tagliare i legami tra le OAE e la fonte delle loro reclute, delle forniture di armi, alimenti e intelligence.

Nel 1999 lo storico Martin Smith scrisse nel “For the Tatmadaw”:

“Non esiste una cosa come un villaggio neutrale o innocente. Ogni comunità deve lottare, fuggire o unirsi al Tatmadaw”

Oggi gli abitanti della Zona Secca si organizzano secondo le linee pro-governo militare o contro il governo militare ed il Tatmadaw ha posto un cuneo irremovibile tra questi campi.

L’uso delle serrate sui mezzi di comunicazione da parte del governo militare nella Zona Secca è insolito ed eloquente. Finora il Tatmadaw ha istituzionalizzato la chiusura delle telecomunicazioni solo contro un gruppo etnico dell’Arakan Army, i forti oppositori dei militari nel Rakhine tra il 2018 e il 2020. Allora nel mezzo di due anni di scontri intensi il Tatmadaw definì l’Arakan Army come un gruppo armato NON etnico, quanto organizzazione terroristica con cui si rifiutava di negoziare, laddove il termine OAE assegna ai gruppi armati un grado limitato di legittimazione.

A giugno 2019 il Tatmadaw ordinò in otto città reclamate dall’AA il taglio di internet che è rimasto in vigore fino al cessate il fuoco informale di fine 2020. In modo simile i militari vedono i PDF come “terroristi”, oltre la soglia del dialogo e del negoziato.

I PDF sono stati esclusi dall’invito ai colloqui di pace di maggio 2022, nello stesso mese in cui i militari birmani diedero alle fiamme 1000 case nella sola prima settimana. Con i “terroristi” il Tatmadaw non usa le parole ma tattiche di controinsorgenza che cercano di eliminare le forze della resistenza e le reti sociali in sono radicate.

Nella Zona Secca sono chiare le poste esistenziali del conflitto attuale.

Il governo militare ha promesso di annichilire del tutto i PDF e chi li sostiene secondo la “traduzione ufficiale” di uno dei discorsi di Min Aung Hlaing.

Mentre non è chiaro se i militari del Tatmadaw e i membri del Pyusawhti adottino questa retorica, le ricerche di International Crisis Group dicono che i membri del Pyusawhti si uniscono perché temono per la loro vita in un contesto dove le forze della resistenza prendono di mira chiunque sia sospettato di legami con il governo militare. ICG riporta che tra i soldati di base è basso il morale nella Zona Secca perché combattono per la prima volta nelle loro regioni di nascita.

Molto dipende dal fatto che NUG e forze alleate etniche riescono ad offrire ai disertori delle forze del governo un’alternativa fattibile al richiamo ideologico e alla sicurezza ontologica che il regime promette.

Il NUG ha accresciuto ad aprile scorso il premio per chi diserta. Non è chiaro ancora se questa iniziativa farà crescere il flusso piccolo ma costante di disertori. Da parte loro i membri del PDF secondo quanto detto nei media hanno citato una spinta di opposizione “a combattere contro questa dittatura militare fino alla fine”, secondo le parole di un contadino in un articolo della Reuters.

La culla del Myanmar è un trambusto totale e tutti i segni, dalle case incendiate, alla popolazione divisa e alle poste esistenziali della guerra in corso, indicano l’impossibilità di tornare ad un passato prima del golpe.

Le richieste di autocontrollo non trovano risposte

Da questo punto di vista, le risposte della comunità internazionale al golpe sembrano lontane dalla situazione sul campo, e potrebbero persino infiammare il senso della resistenza di non essere stati compresi. A novembre 2021 il consiglio di sicurezza dell’ONU chiese un “immediata cessazione della violenza” e di “assicurare la sicurezza dei civili”.

Contenersi è un’altra richiesta persistente fatta da ASEAN, Cina e Giappone. Al momento comunque né il governo dei militari né le forze che si oppongono sono disponibili al contenimento, dato che sono impegnati nell’eliminazione dei propri avversari.

Inoltre l’idea del contenimento protegge i civili non comprende le basi su cui i civili partecipano al conflitto.

Chi si unisce al PDF o ai Pyusawhti vede la violenza come un metodo per proteggersi in un ambiente in cui le paure e le lamentele non hanno altro modo di farsi ascoltare.

I combattenti del PDF in particolare che sono spesso stati già manifestanti rispondono a frustrazioni soppresse da decenni e ai loro occhi il golpe di febbraio 2021 con le conseguenti repressioni mostrano la futilità di tutte le altre forme di opposizione.

Prima del golpe il politologo Matthew Walton sosteneva che il Tatmadaw legittimava il proprio ruolo nella politica affermando l’Unità attraverso l’egemonia. Secondo Walton, attingendo alle concezioni di moralità nel buddismo Therawada, il tatmadaw ha articolato il concetto di unità in modo da reprimere il dissenso e porsi come sola istituzione capace di proteggere il paese contro gli elementi di divisione.

Questa visione di unità pone il Tatmadaw come guardiano della nazione Myanmar contro le Organizzazioni armate etniche che rappresentano la popolazione che spesso non è né Bamar né buddista.

Comunque le azioni del governo militare nella Zona Secca del Myanmar sono contrarie alle affermazioni del Tatmadaw di proteggere la nazione.

Più che mai il governo dei militari agisce come una classe che si erge a parte dalla popolazione del Myanmar, compresa la maggioranza Bamar, e vuole mantenere la sua presa del potere a spesa della vita, del sostentamento e dei legami sociali nel cuore del paese.

Shona Loong, IISS Myanmar

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