Presidente Aquino ha firmato, rendendola così attiva, la legge che rende penalmente perseguibile le scomparse forzate nelle Filippine.
E’ la prima legge del genere in Asia e una pietra miliare nella lotta alle violazioni dei diritti umani.
Questa legge riflette strettamente gli standard legali internazionali ed era stata approvata dal congresso ad Ottobre, mentre nel paese continuavano i rapporti sui militanti di sinistra che scomparivano. Le scomparse forzate sono definite come la detenzione di una persona da parte di forze dello stato o di loro agenti seguita dal rifiuto di riconoscere la detenzione o di rivelare il destino o le circostanze della persona. Le persone così tenute sono soggette spesso a tortura ed altri abusi mentre le famiglie soffrono per la mancanza di notizie.
“Il presidente Aquino ed il congresso meritano credito per aver agito per porre fine alla piaga delle scomparse forzate nelle Filippine. E’ un testamento alle migliaia di vittime ‘scomparse’ sin dalla dittatura di Marcos le cui famiglie sono ancora alla loro ricerca. La sfida ora è affinché il governo si muova subito per applicare la legge” ha detto Brad Adams di Human Rights Watch.
La legge riflette le raccomandazioni di sempre delle organizzazioni dei diritti umani fatte al governo per affrontare le detenzioni non riconosciute. Chiunque sia ritenuto colpevole di scomparsa forzata può ricevere una sentenza fino all’ergastolo e non può ricevere l’amnistia. Gli ufficiali di alto grado che ordinano o sono altrimenti implicati possono ricevere la stessa sentenza di quelli direttamente implicatinel portare avanti il crimine.Il governo non può sospendere la legge persino in tempi di guerra o di emergenza pubblica.
Un punto della legge dice che quelli accusati di scomparse forzate non possono invocare ‘ordini di battaglia’ cioè documenti militari che identificano presunti nemici, a giustificazione o come una circostanza che esime dalla legge. Molte vittime di scomparsa forzata o di omicidi extragiudiziali nelle Filippine sono stati messi in liste, o almeno se ne è parlato, in tali ‘ordini di battaglia’. La legge permette in modo specifico a chiunque riceva un ordine illegittimo di dare luogo ad una tale scomparsa di disobbedire all’ordine.
La legge definisce una scomparsa forzata o involontaria come “arresto, detenzione, rapimento o ogni tipo di privazione di libertà commessa da agenti dello stato o da persone o gruppi di persone che agiscono con autorizzazione, sostegno o acquiescenza dello stato, seguito dal rifiuto a riconoscere la privazione di libertà o dall’occultamento del destino o delle notizie della persona scomparsa, che pone tale persona fuori della protezione della legge”. La definizione è derivata dagli standard internazionali.
La legge inoltre proibisce centri di detenzione segreti. Il governo deve fare un inventario completo di tutti i centri di detenzione nelle Filippine e creare un registro per ogni detenuto, completo di tutti i dettagli importanti che includono chi ha fatto visita al detenuto e quanto è durata la visita. Dà mandato e autorizza la Commissione Governativa sui diritti Umani “a condurre visite regolari, indipendenti, non annunciate e senza restrizioni o ad ispezionare tutti i luoghi di detenzione e confino”.
Le organizzazioni dei diritti umani sono incoraggiate ad assstere il dipartimento di giustizia nel proporre regole e regolamenti per l’applicazione. “Applicazione effettiva di questa nuova legge da parte del governo filippino renderà rorblematiche le scomparse forzate e affronterà il problema inveterato dell’impunità per chi abusa dei diritti umani” dice Adams.
Sotto la presidenza di Marcos, le scomparse forzate erano rampanti quando i militari e la polizia di routine sequestravano attivisti e presunti ribelli comunisti e sostenitori. La pratica non terminò con la cacciata di Marcos nel 1986. Tante scomparse forzate accaddero sotto la presidenza Arroyo e molti attivisti sono “scomparsi” sin da quando Aquino è diventato presidente nel 2010, secondo varie organizzazioni filippine. Non ci sono accuse che queste scomparse siano state ordinate da Aquino o da persone del suo governo.
Human Rights Watch ha esposto casi dettagliati di scomparse nel suo rapporto del 2010 ed in un video rilasciato agli inizi del 2012 (nella barra laterale di questo blog) in cui membri delle famiglie dello scomparso chiedono ad Aquino di soddisfare la sua promessa.
Il governo filippino deve anche firmare la Convenzione Internazionale per la Protezione di tutte le persone dalle scomparse e trasmetterlo al Senato per la pronta ratifica, sostiene HRW. In Asia solo il Giappone ha ratificato la convenzione benché Laos, India, Indonesia e Thailandia l’abbiano firmata.
Con la legge sulla salute riproduttiva approvata, questa è la seconda legge approvata dal governo Aquino.
“Il presidente Aquino è da elogiare per queste due leggi dei diritti umani, ma troppo spesso le nuove leggi nelle Filippine sono seguite dal non far nulla. Aquino deve dimostrare la propria capacità di comando per superare gli ostacoli a queste leggi ed assicurare che siano interamente applicate.”