Erano le 3:10 del pomeriggio del 21 gennaio quando la giovane oculista Waraluck Supwatjariyakul si apprestava ad attraversare le strisce pedonali su una delle strade di Bangkok, Phaya Thai Road, dopo che le auto si erano appena fermate per farla attraversare.
Waralack Supwatjariyakul non ce l’ha fatta ad attraversare quelle le strisce pedonali di Bangkok perché è stata investita da una grossa moto senza targa che faceva il sorpasso alle auto fermatesi.
La moto di grossa cilindrata, guidata da un giovane poliziotto alla velocità di 128 chilometri l’ora, le ha fatto fare un volo di 10 metri.

Il giovane poliziotto che aveva comprato a dicembre la moto Ducati da 900 cc poi è scappato a piedi. Non si è mai saputo se il giovane avesse bevuto, ma si è saputo che qualche giorno dopo il poliziotto Norawit Buadok ha deciso di farsi monaco.
Mentre i media sociali sono impazziti dalla rabbia per questo incidente, qualcuno si è domandato se i Beatles sarebbero mai riusciti a fare quella foto sulle strisce pedonali delle strade di Bangkok.
Questo omicidio sulle strisce pedonali ha portato alla mente tanti incidenti accaduti nella capitale. Nel 2010 una giovane rampolla dell’alta società di Bangkok, di appena 16 anni, va a sbattere con la macchina contro un autobus dell’università ed uccide nove persone. La sua condanna fu di 138 ore di lavoro in servizi di comunità.
Un altro omicidio illustre lo fece nel 2012 l’erede di Red Bull, Vorayuth “Boss” Yoovidhya che con la sua Ferrari investì una moto della polizia uccidendo il poliziotto. Il giovane è fuggito all’estero grazie alle complicità che quelli del suo rango hanno.
Casi famosi a parte, la Thailandia ha il tasso maggiore di morti per incidenti stradali in tutta l’Asia con quasi 33 morti ogni 100mila abitanti, la nona posizione al mondo dopo vari paesi africani.
Ogni anno muoiono da 20mila a 22 mila persone all’anno, mentre da 800 a mille sono i pedoni uccisi tra il 2016 al 2018. A paragone il COVID-19 ha fatto 22 mila morti.
E’ tempo che la sicurezza stradale sia dibattuta e affrontata come si fa in ogni paese moderno.
Traduciamo un contributo di Pravit Rojanaphruk
La vita non costa nulla in Thailandia ed ancor meno sulle strade di Bangkok
Visto che di media ogni ora sono uccise due persone sulle strade thailandesi, stando alle statistiche del TRSC, centro di sicurezza della strada thai, ci si domanda perché il recente tragico incidente accaduto a Waraluck Supwatjariyakul abbia colpito così profondamente.
La sua morte ha pesato su moltissime persone ed è approdata sui titoloni dei giornali per molti giorni, mentre esplodeva la rabbia e la frustrazione di tanta gente delle aree urbane.
Ci sono alcuni fattori che contribuiscono alla rabbia collettiva che ci dice qualcosa dello stato del paese oggi. E quello che c’è da fare perché siano evitate le tante morti giornaliere sulle strade.
Primo fattore è che Waraluck è molto rappresentativa della classe media istruita delle città perché ne era parte, una classe molta attiva sui media sociali da cui provengono molti giornalisti. Era una donna dall’aspetto piacevole, un medico ed oculista che a 33 anni avrebbe dovuto avere una lunga vita di dedizione davanti a sé.
In quanto medico, la sua vita sarebbe dovuta essere utile a tutti per i decenni prossimi. Dopo tutti la Thailandia ha circa 50 oculisti. Lei era uno di loro in cui facilmente si identificava la classe media, specie la classe media urbana di Bangkok. Sentono che sarebbe potuta accadere a loro o ad un loro amato.
Alcuni stranieri si domandano se i media e la gente si sarebbe interessata tanto se Waraluck fosse stata una povera ragazza dell’Isaan, o una senza istruzione o una migrante birmana. Sarebbe rimasta sui giornali per così tanto?
C’è della verità in ciò ma ci sono altri fattori in gioco.
Secondo fattore è che l’incidente è accaduto in pieno giorno nel centro di Bangkok ad un passaggio pedonale. Dei video clip, che sono apparsi online, mostravano Waraluck che era scaraventata in aria per molti metri.
La vita in Thailandia non costa nulla ed è diseguale, ma sulle strade e le strisce pedonali la vita della maggioranza dei Thai è la stessa, può capitare proprio a tutti. Serve a ricordarci che persino un passaggio pedonale non significa sicurezza.
Di fatto i pedoni potrebbero diventare ancor più vulnerabili se assumono che si è sicuri e attraversano senza gettare uno sguardo. La ragione è che ad alcuni non interessa proprio, come chiarito fin troppo nel caso di Waraluck.
Terzo, l’accusato era un ufficiale di polizia, l’assassino, e sono strane anche le circostanze scandalose del caso.
Per le prime 40 ore nessun giornale ha parlato dell’incidente. C’era un tentativo di coprire o per prendere tempo per rimuovere qualche prova?
Per le prime 40 ore dopo l’incidente di quel venerdì pomeriggio, la famiglia e gli amici di Waraluck dovettero supplicare perché chi avesse un video clip si facesse avanti. Il poliziotto, Narawit Buadok, guidava una moto Ducati senza trarga, senza uno specchietto retrovisore, e non aveva pagato la tassa di circolazione. Non è stata mai rilasciata alcuna notizia sul contenuto di alcol nel sangue.
E’ stata mai fatta dopo l’incidente? Poi la polizia ha detto che Narawit guidava a 128 chilometri orari quando giunse a quel fatidico passaggio pedonale, ben al di là del limite degli 80.
Ad una trasmissione televisiva della scorsa settimana, un conduttore famoso di Channel 3 chiese ad un poliziotto di grado in TV se Narawit era davvero un ufficiale di polizia.
“Sì lo è certamente” rispose l’ufficiale di grado con una faccia che tradiva il disagio. La polizia deve fare applicare la legge, ma spesso alcuni di loro, e di fatto in molti, finiscono non solo per no rispettare ma per abusare della legge.
E’ sempre lo stesso tema che si ripete di cui la gente non ne può davvero più.
Non c’è da meravigliarsi dei tweet di fuoco su Twitter in thai, dove alcuni giorni fa erano diventati di tendenza hashtag #acosaservelapolizia.
Sempre su Twitter scrissi un commento di un amico di Facebook che affermava che l’avere i capelli molto corti non ha nulla a che fare con la disciplina, come si dice spesso ai ragazzini di scuola, perché il poliziotto che ha ucciso Waraluck ha il taglio corto, come tutti i poliziotti. E’ stato replicato oltre 21mila volte.
Questi tre fattori combinati insieme dicono che molti a Bangkok ed oltre non ne possono proprio più, arrabbiati e indifesi. Vogliono un cambiamento. Senza giochi di parole, gli amici di Waraluck hanno aperto una petizione su change.org venerdì chiedendo che la sicurezza stradale diventi un’agenda nazionale nella speranza che Wanaluck sia l’ultima perdita umana accaduta ad un passaggio pedonale.
Quello stesso giorno il premier Prayuth Chanocha ha invitato la gente a rispettare le regole stradali, mentre il municipio di Bangkok ha messo più segnali di pericolo ai passaggi pedonali dove ha promesso che metterà anche dei semafori.
Un cambiamento reale nella sicurezza dei pedoni e di chi guida i mezzi si avrà con sforzi sostenuti da parte dello stato e dalla gente che preme sulle autorità perché insegnino a chi guida i mezzi e ai pedoni ad essere più responsabili e a seguire la legge.
Potrebbe essere una buona idea quella di creare una separata struttura di comando che chieda la cooperazione dalle varie agenzie dello stato per ridurre le morti giornaliere, con rapporti e conferenze stampa, analisi giornaliere, usufruendo delle pratiche buone e cattive degli altri paesi e delle loro raccomandazioni.
Potrebbe essere un esempio da migliorare e applicare la struttura del centro per la gestione del COVID-19, CCSA.
Il fatto che in 28 giorni di gennaio soltanto sono state uccise 1239 persone sulle strade e che la Thailandia è uno dei luoghi peggiori al mondo in quanto a sicurezza stradale devono portare la questione sulla agenda nazionale.
Ci potrebbe volere un’altra generazione mentre di media altre due persone muoiono ogni ora, anche in quella che mi ci è voluta per scrivere queste parole.