Giovani politici schietti delle province meridionali alle elezioni thai

Emerge una nuova generazione di giovani politici schietti nelle province meridionali della Thailandia dell’insorgenza, durante queste ultime elezioni thai, a chiedere la pace, la protezione della propria cultura ed identità e la fine alla legge marziale che ha di mira la popolazione a maggioranza malay musulmana.

campodemocratico thai
(AP Photo/Sakchai Lalit)

Le province di frontiera thai di Pattani, Narathiwat e Yala sono sede di un lungo conflitto in corso tra ribelli che cercano l’autonomia e le forze di sicurezza thai, in cui dal 2004 sono morte oltre 7000 persone in gran parte civili.

Benché i militanti musulmani combattano in uno stato a maggioranza buddista, questo non è un conflitto religioso.

I militanti musulmani affermano che la loro lotta è per la difesa della loro identità e cultura malay e per i diritti politici in una zona che fu colonizzata oltre un secolo fa e governata da Bangkok che da venti anni la tiene sotto la legge marziale senza però riuscire a controllare la ribellione.

Secondo i militanti la legge e le altre misure di sicurezza hanno comportato detenzioni arbitrarie di giovani musulmani in particolare, pressioni indebite dalle forze di sicurezza e una cultura di impunità.

La politica nelle aree di frontiera è stata tradizionalmente dominata dai vecchi capi locali a cui disposizione avevano reti estesi patronali.

Nelle elezioni di domenica, si udiranno nuove voci che si elevano da un movimento giovanile democratico più vasto che ha percorso tutto il paese dopo l’ultimo golpe del 2014.
“Per noi sono prioritari la pace, giustizia ed uguaglianza con un’attenzione secondaria sull’economia e la sicurezza” dice a VOA Abdulloh Sideh che partecipa alle elezioni con un nuovo partito Fair Party che ha presentato 12 candidati in otto delle 15 circoscrizioni elettorali del Meridione.
Candidati come Sideh sono cresciuti interamente nel conflitto e dicono di voler rappresentare una generazione giovane stufa di dover essere sempre fermata, perquisita o detenuta dallo stato, mentre è costretta a vivere sotto la minaccia giornaliera di violenza.
Ma un profilo alto si porta dei rischi nel meridione.

“La giovane generazione pensa che noi siamo bravi … la realtà è che è pericoloso portare avanti questioni come la demilitarizzazione e i colloqui di pace. Ma la nuova generazione non ha mai creduto che ci saremmo sacrificati fino a questo punto. Dobbiamo accendere le loro speranze e vincere perché hanno bisogno di un cambiamento” dice Sideh.

Anche Move Forward, partito democratico riformatore di giovani che dovrebbe andare bene nel paese, presenta propri candidati nel meridione.

“Da un decennio provo a promuovere la pace nella regione, e non ho mai visto questo livello di partecipazione” dice Romadon Panjor militante pacifista di 42 anni, di MFP e candidato al parlamento. “Mostra che l’arena politica è utile per discutere le questioni locali e sfidare la vecchia mentalità.

Per lui il prossimo governo thai a la possibilità di cambiare per fare passi avanti nei colloqui di pace se accetta il bisogno di decentralizzare il potere e demilitarizzare, due principi cardine del Move Forward.

Cresce la febbre sui nuovi attori politici, per Artef Sokho di The Patani, gruppo che cerca l’autodeterminazione delle province meridionali.

“Non credo che questa volta vinceranno qualcosa, ma la gente ama questi giovani. Fanno la differenza.”

Lui dice che Fair Party ha portato al centro del dibattito politico l’identità malay. Prima molti giovani erano cauti nel sostenere la propria cultura a voce alta perché temevano di essere associati all’insorgenza nello sguardo dello stato.

“Forse non vinceranno questa elezione ma hanno già avuto successo perché hanno iniziato a rimuovere la paura dalla gente … va bene ora parlare della propria identità”.

Sono circa 1,6 milioni gli elettori nelle tre province di frontiera meridionale, in gran parte musulmani, dei quali il 12% votano per la prima volta e da cui Fair Party cerca appoggio.

Il partito dominante nell’area è il Prachachart Party che ha vinto la maggioranza dei seggi nel meridione i cui capi politici sono più vecchi e verso cui i militanti hanno meno attrazione.

Nei nove anni di governo di Prayuth Chanocha, l’ex capo dell’esercito che prese il potere nel 2014, i colloqui di pace con i ribelli non hanno fatto progressi degni di nota, e Prayuth ora vuole tornare al potere con queste elezioni.

Il veterano capo del Prachachart Wan Muhammad Noor Matha nel suo discorso a Narathiwat ha detto di volersi unire al nuovo governo per dare una mano a porre fine alle leggi speciali della sicurezza che soffocano il meridione.

“Queste leggi bruciano 900 milioni di dollari l’anno ma non danno alcun beneficio ad una singola persona di qui”.
Questa area di frontiera resta tra le più povere della Thailandia e sopravvive di frutta, gomma e pesca.

Per molti elettori il voto di domenica è la possibilità di sostenere un’agenda politica positiva in una zona che da anni è associata solo al conflitto.

“Lavoro ed istruzione sono le politiche più importanti per me perché vediamo che sempre più persone se ne vanno a lavorare a Bangkok o all’estero” dice un infermiere Noor Syikeen Yusof, 27.
“Ed i candidati di cui mi fido sono quelli che osano parlare di cose scottanti”

Vijitra Duangdee, VOANEWS

Clicky