In una decina di giorni la commissione elettorale rilascerà i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali e parlamentari indonesiane.
In base alla Conta Veloce condotta da sondaggisti affidabili immediatamente dopo le elezioni del 17 aprile scorso il presidente in carica Joko Widodo ha sconfitto sonoramente lo sfidante Prabowo Subianto con un margine che va dal 8 al dieci percento.
Ora ci sono le cifre ufficiali che parlano. In base al voto scrutinato del 78,57 per cento di lunedì mattina, il margine di vittoria di Joko Widodo è ben maggiore conducendo 56% contro il 44% nella corsa presidenziale.
E’ una valanga di voti che raddoppia il margine dei voti del sei per cento delle elezioni del 2014 di Joko Widodo su Prabowo Subianto.
Finora per Joko Widodo sono stati contati oltre 67,6 milioni di voti contro i 52,6 di Prabowo Subianto, una differenza di 15 milione di voti.
Ma come accadde nel 2014, Prabowo Subianto rifiuta di accettare il risultato. D’altronde il giorno delle elezioni si dichiarò vincente con 62% dei voti.
Da un punto di vista australiano è quasi inconcepibile immaginare Scott Morrison o Bill Shorten che rifiutano di accettare la dichiarazione dei risultati ufficiali dopo le elezioni di questo sabato, per non dire nulla di dover attendere oltre un mese per il risultato ufficiale.
Ma è proprio questo quello che sta succedendo in Indonesia proprio ora.
L’Indonesia è una democrazia da soli 21 anni e la gente l’ha accettata con grande entusiasmo. Si pensi che il tasso di partecipazione nel voto non obbligatorio del 17 aprile era un incredibile 80%.
Ma Prabowo ed il suo gruppo della campagna elettorale dicono che ci sarebbero stati almeno in 73100 seggi errori nella immissione dei dati. Dicono che 6.7 milioni di elettori non avrebbero ricevuto la scheda per votare e che il presidente in carica ha usato l’apparato dello stato a proprio vantaggio. Per esempio i sostenitori di Prabowo sono stati incriminati di tradimento per aver denunciato le elezioni come fraudolente.
Si sono tenute piccole proteste, una delle quali di fronte al Bawaslu, organismo di supervisione delle elezioni. Sono possibili manifestazioni più vaste per il “potere popolare” indette da sostenitori di Prabowo ma non dello stesso candidato a presidente.
Si sta costruendo anche una sfida al risultato elettorale alla corte costituzionale come accadde già nel 2014. Ma quella sfida fallì e le prospettive di successo di Prabowo dopo cinque anni sembrano ancora una volta scarse.
In una intervista a due giornali australiani, il candidato alla vice presidenza di Prabowo Santiago Uno, che è stato vicegovernatore di Giacarta ed è uno dei più ricchi indonesiani, ha confermato che una richiesta alla corte suprema restava possibile.
“Dobbiamo vedere gli argomenti legali” ha detto ed ha aggiunto che sarebbe difficilissimo avere per l’opposizione un processo equo, minimizzando i possibili danni alla democrazia indonesiana a causa dell’opposizione al risultato.
“Rafforzerà la democrazia indonesiana perché assicuriamo che alle prossime elezioni nel 2024 non ci saranno né grosse violazioni della democrazia, né l’uso dell’apparato dello stato, né l’uso di risorse dello stato, né abuso di potere da parte della polizia.” ha detto Sandiago Uno.
“Quello che Prabowo dice è che se queste accuse saranno rettificate accetterà il risultato elettorale. Ma se non lo saranno avremo un’elezione fraudolenta e non accetterà insieme alla popolazione indonesiana un’elezione fraudolenta”.
Sandi è ora reputato il prossimo candidato a presidente nel 2024, dopo quanto fatto vedere nella campagna elettorale, dato che Joko Widodo non potrà partecipare per il limite dei due mandati.
Ma Sandi non si fa tirare per la giacca nella discussione: “Nella mia breve apparizione in politica ho imparato a non pianificare troppo in anticipo. Quello che è definito è che continuerò a impegnare il mio tempo con il popolo indonesiano”
Sandiago Uno, che ha studiato negli USA, vive un momento particolare. Deve essere visto come un sostenitore di Prabowo nel suo periodo post-elettorale, specie se vuole il sostegno di Prabowo e del suo partito Gerindra alle elezioni del 2024.
Ma rischia anche di danneggiarsi politicamente se è troppo forte nelle sue proteste elettorali e se si allinea troppo da vicino alle proteste elettorali debolissime di Prabowo.
Il destino di Prabowo che ora ha 67 anni ed è un ex generale che ha sempre nutrito di essere destinato ad essere presidente dell’Indonesia è molto più chiaro.
Il 22 maggio quando si dichiara il risultato elettorale, escludendo una miracolosa inversione ad U nel conteggio, deve alla fine concedere con grazia di aver perso.
James Massola, SMH