Il 14 aprile del 2011, in Vietnam, è stata scoperta in una nuova area protetta destinata alla protezione il Saola, una delle creature più misteriose ed inafferrabili della terra, in una regione montana e lussureggiante del Vietnam ai confini con il Laos.
La creatura è il Saola, conosciuta anche come Unicorno Asiatico, un piccolo animale, dotato di corna che assomiglia ad un ibrido strano tra l’antilope e la capra, ma è in relazione più stretta con una specie di bovini selvaggi.
E’ stata scoperta nel 1992 da un gruppo di lavoro formato da WWF e Ministero delle foreste vietnamita.
«E’ un bellissimo esempio di ungulato della foresta che non somiglia a nessun’altra cosa in Asia» dice Barney Long, direttore del programma di conservazione delle specie asiatiche del WWF ed una delle figure chiave dietro la creazione di questa nuova zona protetta che copre un’area grande come tre volte l’isola di Manhattan.
Long ha detto che al Saola è stato dato, per la prima volta, quel soprannome mitico un anno fa, nonostante che l’animale avesse più di un corno. «Ovviamente ne ha due, ma è un corno cilindrico e alquanto diritto.
Se lo si guarda da un lato può dare l’impressione di averne uno di corno».Ma ad attribuire quel nome mitico è stato forse più la sua inafferrabilità.
«E’ così difficile da vedere che è come se vedessimo davvero l’unicorno»
Davvero, gli scienziati scoprirono soltanto nel 1992 questa specie, profondamente in pericolo, facendo del Saola, la cui popolazione si aggira attorno alle poche centinaia, uno degli ultimi mammiferi scoperti sulla terra .
Gli scienziati Vietnamiti scoprirono questa nuova specie attraverso i crani che gli abitanti dei villaggi mostravano loro in una regione isolata delle montagne annamite dove il Saola vive, un’area che sembra adatta alle creature delle favole. Cascate decorate con rampicanti ed orchidee scendevano giù lungo i pendii scoscesi coperti di foreste sempre verdi, innumerevoli fiumiciattoli scorrevano rumorosi su letti rocciosi e palme alte quanto un uomo affollavano il piano fumante della foresta.
Oltre al fascino e al mistero del Saola, una qualunque creatura presa viva muore solo dopo qualche giorno di cattività. Solo lo scorso anno, degli abitanti di un villaggio laotiano catturarono un Saola maschio, il primo avvistamento della specie in un decennio, ma la creatura morì solo dopo qualche giorno.
Long dice che gli scienziati credono che ci siano tre ragioni dietro questa reazione bizzarra e fatale del Saola alla cattività.
«Quando sono in cattività si mostrano estremamente docili e sono molto propensi a far avvicinare la gente e a farsi toccare, ma l’animale è veramente terrorizzato, un segno di uno stress profondo»
Inoltre forse gli animali catturati possono aver delle ferite e forse sono nutriti con riso, banana, erba, cose che non fanno parte della loro dieta.
Benché i Saola non sembrino essere nel mirino diretto della caccia, sono delle vittime casuali delle tagliole poste per gli altri animali selvatici, per il commercio di carne selvatica, come la tigre, che nei ristoranti del Vietnam rappresenta un mercato molto redditizio.
Infatti l’area viene pattugliata giornalmente e sono state rimosse migliaia di trappole e distrutti molti campi di caccia illegali nei pochi mesi di questo programma di cooperazione.
Le organizzazioni di conservazione e gli scienziati di tutto il mondo stanno lavorando per trovare un metodi migliore per studiare e capire le creature rare e spingo le autorità nella regione a reprimere la caccia di frodo.
Con l’annuncio fatto dal Vietnam, si è stabilita la quarta area protetta nella zona che si presume sia abitata dai Saola, a circa 1300 metri di altezza, e le autorità vietnamite dicono che il nuovo parco non servirà solo all’Unicorno Asiatico ma anche a salvare le specie uniche che abitano lì.
Secondo Long, che ha passato molti anni a percorrere con fatica le foreste tropicali ed umide delle montagne annamite, nonostante lo sconforto, il calore e l’umidità la regione non ha rivali per la sua biodiversità,
«E’ davvero un luogo incredibile».