Ci sono volute altre due giornate in più, oltre le tre giornate previste, nei colloqui di pace a Kuala Lumpur ed una ultima sessione durata dodici ore per firmare nella notte di domenica l’allegato sulla condivisione delle risorse dopo una forte discussione che è durata vari mesi e che aveva impedito finora l’incontro ufficiale a Kuala Lumpur.
“E’ stato un successo collettivo. E guardo alle nuove sfide che si porranno” ha detto il capo negoziatore del MIL Iqbal. La Coronel Ferrer invece ha detto di sentirsi sollevata. Nei giorni scorsi c’è voluto l’impegno di due esponenti dell’amministrazione, il portavoce del presidente Lacierda e la consigliera del processo di pace Teresita Deles, per riprendere il filo di un negoziato che sembrava destinato a perdersi, sullo sfondo di scontri armati forti tra l’esercito filippino e i separatisti musulmani del BIFF che si sono formati sul rifiuto di un negoziato con l’amministrazione Aquino.
Ora dopo questa firma sull’allegato della condivisione delle risorse si è fatto un grande passo per avvicinarsi all’accordo di pace Bangsamoro, in quanto questo allegato rappresenta il cuore dell’accordo quadro Bangsamoro.
In realtà ci sono stati pochi punti fondamentali di difficoltà, tra i quali la percentuale di divisione delle risorse tra Bangsamoro e Stato, che però secondo Iqbal riguardavano i principi fondamentali sulle risorse, come sanciti dalla costituzione nella seconda sezione nell’articolo XII secondo cui tutte le terre e le risorse naturali nel dominio pubblico appartengono allo stato.
Iqbal ha detto: “Abbiamo definito già molte questioni. La posizione del MILF è che dobbiamo essere fermi su quanto firmato il 27 febbraio. Ora abbiamo fatto molti compromessi ma il compromesso che vogliono non è un’istanza fondamentale quanto un principio fondamentale su cui non possiamo essere d’accordo”. Il governo voleva includere la dottrina della costituzione all’interno dell’allegato, cosa che secondo il MILF violava l’accordo di Triploi del 2001 su un altro accordo di pace con il MNLF. “E’ questa la ragione per cui abbiamo perso le nostre terre a Mindanao, perché le terre sono controllate dallo stato. I nostri sultanati, i nostri capi, hanno perso tutte le terre poiché quello che noi seguivamo era il tradizionale sistema di proprietà delle terre.”
La bozza finale deve essere fatta ancora circolare e si saprà in seguito come è stata risolta la questione.
Altre questioni sono state risolte o completate fondamentali anche per il prosieguo dei negoziati. A questa sessione ha partecipato Il gruppo di monitoraggio della Terza Parte che ha il compito di monitorare, rivedere e stabilire l’implementazione dell’accordo finale di pace.
Inoltre ha continuato i lavori la commissione tecnica sulla normalizzazione, sulle fasi della smilitarizzazione del MILF e degli altri gruppi armati, oltre alla composizione della Commissione Indipendente sulle politiche che monitorerà il processo di normalizzazione.
Mentre i gruppi della società civile di Mindanao spingono perché si raggiunga un accordo, il rischio concreto è il ritorno alla guerra con la fazione musulmana ribelle del BIFF che ha attaccato oggi sabato altri convogli militari. Sono 40 anni che la guerra va avanti e più di prima c’è la speranza reale di portare a casa un risultato degno di nota.
http://www.rappler.com/nation/special-coverage/peacetalks/33659-gph-milf-agree-wealth-sharing