La speranza di Salvare Pannir Selvam dall’impiccagione a Singapore

Salvare Pannir Selvam dall’impiccagione, è quanto chiede l’associazione MADPET, Malesi contro la pena di Morte e la tortura, al governo malese invitandolo a salvare la vita al cittadino malese condannato a morte a Singapore per traffico di droga.

Con una decisione dell’ultimo minuto, infatti, la corte di appello di Singapore ha concesso il permesso di presentare un’istanza post-appello in un caso capitale, sospendendo così l’esecuzione, prevista per il giorno successivo, il 20 febbraio. Pannir aveva fatto appello per la sua rappresentanza legale e dopo la richiesta di costituzionalità delle legge sulla droga di Singapore.

salvare pannir selvam dall'impiccaggione

La notizia del fermo è giunta alla fine di una manifestazione di solidarietà lanciata il 19 febbraio da Transformative Justice Collective (TJC) contro la pena di morte di Singapore, alimentando le speranze di poter salvare Pannir Selvam.

La notizia del fermo dell’esecuzione capitale è giunta quasi alla fine di una veglia a lume di candela in ricordo di Pannir presso lo Speaker’s Corner nel Hong Lim Park a cui hanno partecipato 200 persone.

La veglia voleva anche ricordare la memoria correttiva di 12 persone impiccate a Singapore nel solo 2024 secondo la legge che prevede la pena capitale obbligatoria per traffico di droga.

Per Transformative Justice Collective (TJC) il fermo è una forma di giustizia nei confronti di Pannir:

“Pannir deve presentare un’ulteriore domanda, e ha un periodo di tempo molto breve per farlo. Il TJC e coloro che sostengono Pannir, la sua famiglia e l’abolizione della pena di morte continueranno il loro lavoro. Altre due persone rischiano l’esecuzione mercoledì prossimo”, ha dichiarato il gruppo in una risposta a The Online Citizen (TOC).

Il gruppo ha notato che altri due condannati avevano fatto una simile richiesta citando le procedure un corso, ma sono stati comunque eseguiti.

“Dato che il giudice ha trovato del merito nel caso ed ha dato il fermo, e dato il fatto che Pannir non aveva una rappresentanza legale e che doveva rappresentare se stesso dice moltissimo sul triste stato della professione legale a Singapore, dove le minacce di ordine di spesa hanno un effetto raggelante sugli avvocati” ha dichiarato M Ravi che ha rappresentato Vui Kong ed altri condannati nei vari anni.

Questa situazione è estremamente preoccupante specie nei casi di condanna a morte dove è in ballo la vita o la morte di una persona e la pena è irreversibile.

Pannir Selvam ha 37 anni e fu condannato a morte nel 2017 per aver importato a Singapore oltre 51 grammi di eroina a Singapore.

Nell’ultima richiesta di post-appello Pannir ha accusato il suo precedente avvocato di cattiva condotta professionale che avrebbe perciò compromesso la sua legale rappresentanza.

Inoltre la sua esecuzione deve essere fermata perché è in corso una richiesta alla corte costituzionale di Singapore sulla legge dell’abuso di droghe.

In ultimo ha sostenuto che la divulgazione illegale della sua corrispondenza da parte del Servizio penitenziario di Singapore (SPS) all’Attorney-General’s Chambers (AGC) ha compromesso la giustizia.

La corte di appello ha ritenuto che ci fosse del merito nei primi due argomenti dando a Pannir l’autorizzazione a presentare una richiesta di processo capitale post-appello (PACC).

La corte ha riconosciuto che la denuncia in corso alla Law Society, presentata dalla famiglia di Pannir, contro il suo avvocato potrebbe richiedere la partecipazione di Pannir.

Il tribunale ha inoltre osservato che la sfida costituzionale pendente, in caso di successo, potrebbe avere un impatto sulla base giuridica della condanna di Pannir, che è stato dichiarato colpevole sulla base della presunzione di cui all’articolo 18(2) del Misuse of Drugs Act.

Nonostante l’identificazione di ritardi nella presentazione della domanda da parte di Pannir, il tribunale ha ritenuto che le questioni legali fossero sufficientemente sostanziali da giustificare l’autorizzazione a procedere con la domanda PACC.

Di conseguenza, è stata ordinata una sospensione dell’esecuzione in attesa della decisione.

La sentenza segna un ulteriore sviluppo nella lunga battaglia legale di Pannir, che ha visto molteplici richieste e tentativi di revisione giudiziaria dalla sua condanna iniziale.

La decisione della Corte d’appello gli consente di continuare a contestare la sua esecuzione, in attesa di ulteriori procedimenti legali.

Un altro cittadino malese Nagaenthran Dharmalingam, però, nel 2022 ricevette un fermo dell’esecuzione ma fu poi impiccato il 27 aprile 2022 dopo che la sua domanda fu rigettata dalla magistratura di Singapore.

La speranza è che il governo malese agisca velocemente e riesca a ripetere quanto fatto dal governo filippino per Mary Jane Veloso che si trovava nel braccio della morte delle prigioni indonesiane e che è stata riportata nelle Filippine.

“Se ci sono riuscite le Filippine perché non può farcela la Malesia” dice MADPET che invita il premier malese Anwar Ibrahim e il Re a fare qualcosa di più sostanziale oltre le lettere di appello.

Nel caso di Nagaenthran l’ex premier Ismail Sabri Yaakob e il Re fecero un appello formale a Singapore chiedendo la clemenza e proponendo uno scambio di prigionieri, ma tutti gli sforzi furono inutili.

Il 17 dicembre 2024 l’Assemblea Generale dell’ONU ha invitato Singapore ad adottare una moratoria sulle esecuzioni con una risoluzione firmata da 130 paesi, tra cui la Malesia, in cui si chiede il fermo della pena di morte. Singapore ha votato contro questa risoluzione e continua ad applicare le condanne a morte con 5 esecuzioni a fine 2024.

A rendere queste condanne a morte per commercio di droga è la presunzione di colpevolezza che è insita nelle leggi di Singapore, quando una persona è arrestata con una quantità di droga superiore ad un dato limite.

Per salvare Pannir, MADPET chiede che azione immediata del governo malese e del Re per la clemenza o la commutazione della pena per Pannir, che il governo di Singapore accetti la risoluzione dell’ONU ponendo una moratoria sulle esecuzioni e modifiche le proprie leggi sulla presunzione di colpa.

Tutto però potrebbe essere inutile se l’istanza post-appello viene rigettata e l’esecuzione portata avanti.

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