Le tensioni sulla frontiera thai-birmana a Ban Rak Thai

Ban Rak Thai è un villaggio turistico dove i discendenti cinesi del Kuomintang si rifugiarono dopo aver passato la frontiera Thai-birmana

Si possono ritrovare lungo la frontiera thai-birmana i resti di un esercito cinese perso che sono diventati attrazione turistica dove si può degustare la cucina dello Yunnan e il tradizionale tè cinese.

Ban Rak Thai, conosciuto anche come Mae Aw, esemplifica uno dei numerosi villaggi dove i discendenti delle forze dei nazionalisti cinesi del Kuomintang, KMT, crearono degli insediamenti negli anni 60.

Dopo essere stati costretti ad andarsene dallo stato Shan del Myanmar a seguito di vari tentativi infruttuosi di lanciare attacchi contro la Cina Comunista, queste comunità rappresentano una eredità complessa geopolitica.

Le tensioni sulla frontiera thai-birmana a Ban Rak Thai
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“Tra il 1950 e 1952 l’esercito del Kuomintang provò non poche volte a lanciare attacchi dagli Stati Shan della Birmania verso lo Yunnan per essere ripetutamente respinti al di là della frontiera. L’esercito birmano quindi entrò negli Stati Shan per liberare il paese da questi ospiti senza invito e ciò a sua volta portò ad una militarizzazione senza precedenti degli Stati Shan” scrive Bertil Lintner, giornalista svedese in Chiang Mai, nel suo libro “I Wa del Myanmar e la ricerca cinese del dominio globale”.

“Ma le aree ad oriente del fiume Salween erano troppo remote per essere influenzate da questa presenza. Lì il Kuomintang regnava supremo attraverso varie alleanze che aveva creato con i signori della guerra del posto, la cui maggioranza proveniva dal Kokang e dagli stati Shan Orientali con alcune presenze Wa”.

Uno dei pochi raccolti dalle Colline Wa e da altre aree montagnose dove si era stabilito il KMT era l’oppio che usavano per finanziare le loro campagne contro i comunisti.

Dal 1961 le forze combinate dell’esercito birmano e dell’esercito di Liberazione Popolare iniziarono a respingere il KMT. Un punto di svolta giunse a gennaio 1968 quando le milizie del CPB, Partito Comunista Birmano, addestrate dalla Cina, passarono il confine dallo Yunnan nello stato Shan attaccando le basi del KMT.

Alla fine fu la volta che il KMT dovette andarsene. Alcuni furono evacuati a Taiwan mentre altri si spostarono in Thailandia a formare le comunità come quella di Ban Rak Thai, a 90 minuti di macchina da Mae Hong Son.

Il governo thailandese convinse i capi del KMT e le tribù delle colline ad abbandonare l’oppio in cambio del tè e di altri raccolti. Fu data loro gradualmente la cittadinanza thai come ricompensa per chi lottò contro il Partito Comunista della Thailandia e ai loro discendenti.

Signori della Guerra e capi milizia

L’uscita del KMT non significò la pace dello stato Shan. Emersero nuovi signori della guerra e nuove milizie nel settore birmano del Triangolo D’oro che continuarono la produzione dell’oppio e dell’eroina, che andavano a finire dall’altra parte del mondo fino a New York.

Uno di questi era Chang Shi-fu che iniziò la sua carriera nella milizia del villaggio del giovane governo per combattere il CPB, Partito Comunista Birmano.

Nasce nel 1933 da madre Shan e padre Cinese nello Stato Shan Settentrionale e Shi-fu divenne da giovane della milizia il capo della propria formazione. Fu condannato per alto tradimento nel 1973 dal governo birmano e rilasciato l’anno dopo che due suoi sostenitori rapirono due medici sovietici che usarono come ricatto per la sua liberazione. Fu un generale thai a fare da intermediario.

Dal 1974 in poi Shi-fu iniziò a combattere il governo birmano proclamandosi un nazionalista Shan ed adottò il nome di Khun Sa, Principe Prosperoso, nella lingua Shan/tai.

Un’altra figura era Wei Hsueh-kang, cinese fuggito dallo Yunnan dopo la vittoria comunista e si sistemò nello stato Shan Settentrionale per fare affari con il locale signore dei cieli, Soapha o Chaofah, un titolo reale usato dai governanti Tai nel sudest asiatico continentale.

Wei e i due suoi fratelli si spostarono in un’area vicino la frontiera thai-birmana dove si unirono a Khun Sa e la sua armata. Uno scontro con Khun Sa lo spinsero ad uscire dal circolo Shan. Poi si ricollegarono con la sua vecchia rete nello stato Shan e poi legò questa nuova alleanza con il potente Esercito dello Stato Wa riunito, UWSA, quando fu creato nel 1989.

In seguito ottennero l’accesso ai vasti campi di oppio delle Colline Wa dove si poteva trasformare l’oppio grezzo in eroina.

Nel 1993 gli USA incriminarono Wei di traffico di eroina ed offrirono 2 milioni di dollari di ricompensa per avere informazioni che portavano al suo arresto. Tre anni prima, a marzo 1990, Khun Sa fu accusato degli stessi crimini dagli USA con la stessa taglia sul capo.

A metà degli anni 90 l’assalto incessante all’Esercito Mong Tai (MTA) di Khun Sa da parte dell’UWSA, suo acerrimo rivale, e delle truppe governative birmane lo costrinsero ad arrendersi in cambio dell’amnistia.

Dopo la sconfitta di Khun Sa, il governo birmano disse al USWA di tornare sul confine con la Cina nel nord. Loro si rifiutarono e mobilitarono invece oltre 100 mila abitanti di villaggi dalla Regione Speciale 2 lungo il confine Cina Birmania verso le nuove città da poco costruite lungo la frontiera thai-birmana che va da Chiang Rai a Chiang Mai e verso sud nella parte settentrionale Mae Hong Son.

La regione speciale 2 è un’area autonoma protetta dal governo birmano nel 1989 in cambio di un accordo non scritto di cessate il fuoco.

Circa 10.000 truppe dell’UWSA controllano il cosiddetto comando meridionale dell’UWSA sotto la guida di Wei e dei suoi fratelli. Gli avamposti e gli accampamenti lungo il confine, un tempo sotto Khun Sa, sono stati immediatamente conquistati dall’UWSA. Ovunque possibile, l’UWSA ha allestito un campo di pallavolo nelle pianure di terra battuta: le partite quotidiane avrebbero dovuto avvicinare loro e le truppe thailandesi.

La svolta avvenne una mattina del febbraio 1999, quando le autorità trovarono nove abitanti di un villaggio thailandese del distretto Fang di Chiang Mai picchiati a morte, con le mani legate dietro la schiena. Le autorità dissero che si trattava di un affare di droga finito male. Tutte le dita puntarono verso l’UWSA.

Una relazione che si deteriora sulla frontiera thai-birmana

La successiva cosa logica fu di chiudere la frontiera che portava alle città Wa costruite dalle aziende thailandesi a cui fu detto di ritirarsi. Per le truppe thai lungo la frontiera significò che le loro partite giornaliere di volley con i soldati Wa dovettero terminare.

Divennero frequenti gli scontri tra le due parti con le carovane della droga che portavano le metanfetamine dei Wa si facevano strada in Thailandia.

Il 20 maggio 2002 ci fu l’offensiva completa. La battaglia ebbe luogo nel territorio birmano e continuò per tutto il giorno. Il fuoco di artiglieria sosteneva l’avanzata dei soldati thai incaricati di una missione di individuazione e distruzione contro le postazioni UWSA vari chilometri dentro il confine birmano.

Nelle scorse settimane, lungo il confine settentrionale nelle province di Chiang Mai, Chiang Rai e Mae Hong Son, sono stati visti prendere posizione i mezzi corazzati dell’esercito thailandese, insieme a soldati delle forze speciali, squadroni di cavalleria e unità di artiglieria, in attesa di istruzioni.

Le tensioni sulla frontiera thai-birmana a Ban Rak Thai

La mobilitazione fu chiamata Surasri 143, presumibilmente un’esercitazione militare in cui un’unità d’élite aveva il compito di catturare Wei, che nel frattempo era riuscito a rifugiarsi nel Myanmar.

Quando si calmarono le acque UWSA iniziò la costruzione di nove postazioni proprio sul confine thailandese. Tre di questi attraversavano il territorio thai secondo Google Map. I media conservatori thai e la stampa di destra decise di sfruttare questo per chiedere al governo di fare qualcosa contro UWSA dando a governo e militari un bel grattacapo.

Panorama attuale sulla Frontiera

Oggi nessuno in Thailandia vuole tornare a quel momento del 2002. Le truppe Thai e i soldati UWSA a livello locale si parlano in una atmosfera più calma. Le truppe locali descrivono le loro conversazioni come amichevoli ma le metanfetamine continuano a farsi strada nel territorio thailandese.

Nessuno chiude gli occhi di fronte alla carovana della droga, come dimostra la massiccia retata di droga lungo il confine, ma il governo thailandese ha rinunciato a politicizzare la questione della droga, perché non ne valeva la pena.

Parlare è meglio che spararsi addosso, ha detto un comandante dell’esercito thailandese al confine.

Per anni l’esercito thai nella regione ha cercato il modo per far sì che UWSA spostasse le nove postazioni specie quelle tre che entrano sul suolo thai, almeno un po’ per evitare un possibile scontro. La presenza dell’UWSA lì risale alla caduta di Khun Sa alla fine degli anni 90.

L’esercito thai ha anche chiesto al capo supremo del Myanmar, il generale Min Aung Hlaing in una visita del 2014 in Thailandia di intervenire presso UWSA che si è comunque rifiutato di ritirarsi.

L’esercito thailandese ha tenuto diversi incontri faccia a faccia con il comando locale, tra cui quello con alti funzionari dell’UWSA a Mong Hsat nel novembre 2024, ma non è stata raggiunta alcuna soluzione.

I soldati Wa al confine con la Thailandia hanno dichiarato di non essere autorizzati a ritirarsi senza un ordine da parte di Panghsang, il loro quartier generale principale situato al confine Sino-birmano.

Secondo fonti dell’Esercito thailandese, Panghsang ha suggerito ai thailandesi di affrontare qualsiasi accusa di disputa territoriale con il governo di Myanmar. È interessante notare che l’UWSA tratta il territorio sotto il suo comando come un Paese nel Paese, nonostante i soldati e gli ufficiali del Myanmar siano tenuti a disarmarsi e a essere scortati quando entrano nel territorio Wa.

Molti critici, soprattutto sui social media, sembrano volere che l’esercito thailandese usi la forza per respingere l’UWSA. I funzionari al confine hanno detto che una vittoria militare non sarà difficile. Tuttavia, nessuno vuole tornare indietro ai vecchi tempi, quando gli scontri tra le due parti erano fin troppo comuni.

Le parti difficili sono ovviamente un’offensiva totale e le sue conseguenze. Ci sono troppe attrazioni turistiche e visitatori stranieri lungo il confine settentrionale; la posta in gioco è troppo alta per la Thailandia, in particolare per l’industria del turismo, la gallina dalle uova d’oro della Thailandia.

Don Pathan, STRATSEA

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